I dazi di Trump mettono a rischio la distribuzione negli Stati Uniti
I rivenditori americani avvertono di carenze di prodotti, aumenti dei prezzi e possibili chiusure di negozi a causa del rallentamento delle importazioni dalla Cina

La guerra commerciale avviata dal presidente Trump contro la Cina sta suscitando serie preoccupazioni tra i rivenditori americani, che lanciano l'allarme su potenziali scaffali vuoti, impennate dei prezzi e possibili chiusure di negozi. Il drastico rallentamento delle importazioni cinesi, conseguenza diretta dell'inasprimento dei dazi, rischia di destabilizzare l'intero settore della vendita al dettaglio.
Secondo quanto riportato dalla National Retail Federation, le importazioni statunitensi potrebbero subire un crollo di almeno il 20% nella seconda metà del 2025 se i dazi aumentati resteranno in vigore. John Harmon, analista di Coresight Research, ha dichiarato ad Axios che "la carenza di prodotti è una possibilità concreta".
Durante un incontro privato con il presidente, gli amministratori delegati di tre dei maggiori rivenditori americani – Walmart, Target e Home Depot – hanno espresso le loro preoccupazioni sulle conseguenze delle attuali politiche commerciali, avvertendo di potenziali gravi carenze di prodotti e impennate dei prezzi.
Le grandi aziende stanno tentando di mitigare l'impatto dei dazi facendo pressione sui fornitori affinché assorbano i costi aggiuntivi. Doug McMillon, CEO di Walmart, ha sottolineato l'importanza dell'esperienza e delle relazioni di lungo termine con i fornitori per affrontare questa situazione. Tuttavia, per i piccoli rivenditori, la situazione appare più critica. John Vandemore, CFO di Skechers USA, ha dichiarato che l'aumento dei prezzi non è una scelta volontaria, ma una necessità imposta dai dazi.
Le aziende già in difficoltà rischiano conseguenze ancora più gravi. Harmon ha evidenziato che l'impossibilità di ottenere merci o la resistenza dei consumatori a pagare prezzi maggiorati potrebbe spingere diversi rivenditori al collasso.
Un altro aspetto da monitorare è il comportamento dei consumatori di fronte alla prospettiva di carenze. Alcuni settori stanno già registrando fenomeni di accaparramento, con persone che acquistano prodotti in anticipo per evitare futuri aumenti di prezzo. Sean Stein, presidente dell'U.S.-China Business Council, ha dichiarato a NBC News che le scorte inizieranno a esaurirsi nelle prossime settimane, avvertendo che attendere a intervenire fino a quel momento sarebbe troppo tardi.
L'aumento dei dazi e la contrazione delle forniture stanno già portando a un incremento dei prezzi. Tra le aziende che hanno annunciato aumenti o li hanno già applicati figurano Procter & Gamble, Best Buy, Unilever, Ford, Shein, Temu, AutoZone ed Hermès.
Anche eventi stagionali come Halloween e il Natale potrebbero subire gravi conseguenze. La Halloween and Costume Association ha avvertito che i dazi rischiano di "cancellare Halloween e disturbare gravemente il Natale", a meno di interventi urgenti. Michele Boylstein, direttore esecutivo dell'associazione, ha riferito ad Axios che sono in corso numerose cancellazioni di ordini, con conseguenti preoccupazioni sulla possibilità di rifornire gli scaffali in tempo.
Nonostante sia ancora aprile, anche la stagione del ritorno a scuola appare già compromessa. Harmon di Coresight ha spiegato che, sebbene i rivenditori stiano cercando fonti alternative per l'approvvigionamento, la sostituzione dei fornitori non è immediata.
Nei primi mesi del 2025, molti rivenditori avevano accumulato scorte in previsione delle difficoltà imminenti, ma tali riserve sono destinate a esaurirsi rapidamente se la situazione non evolverà.