Aggiornato: Amazon smentisce di voler mostrare ai consumatori il costo dei dazi di Trump sui prodotti venduti negli USA

Secondo i media americani il colosso dell’e-commerce avrebbe deciso di mostrare quanto i dazi imposti dall’Amministrazione stiano influenzando direttamente il costo dei prodotti. La Casa Bianca ha accusato Amazon di ostilità politica ed Amazon ha risposto di non averci mai pensato.

Aggiornato: Amazon smentisce di voler mostrare ai consumatori il costo dei dazi di Trump sui prodotti venduti negli USA

Secondo una fonte citata da Punchbowl News, Amazon avrebbe preso in considerazione di segnalare, accanto al prezzo di ciascun prodotto venduto negli Stati Uniti, la quota di costo derivante dai dazi imposti dall’Amministrazione Trump. L’obiettivo sarebbe stato chiarire ai clienti che eventuali rincari non dipendono da scelte commerciali di Amazon, ma dalle tariffe sulle importazioni.

Secondo l’interlocutore di Punchbowl News la nuova funzionalità sarebbe stata invece integrata nella piattaforma d’acquisto online in modo da mostrare esattamente quanta parte del prezzo totale fosse dovuta ai dazi doganali. L’informazione sarebbe stata posizionata accanto al costo finale, rendendo subito evidente l’incidenza delle politiche commerciali sulle spese quotidiane dei consumatori.

In questo modo, ha riferito la fonte, Amazon mirava a sottrarsi a eventuali accuse di aver aumentato i listini per ragioni proprie, dimostrando invece che tali rincari erano una diretta conseguenza delle tariffe introdotte dall’Amministrazione Trump.

La smentita di Amazon

Tuttavia, in una dichiarazione rilasciata al Washington Post, Amazon ha ufficialmente smentito di aver mai pianificato né implementato questa modifica sul suo sito principale:

”Il team che gestisce il nostro negozio Amazon Haul a prezzi ultra-ribassati ha preso in considerazione l’inserimento di costi di importazione su alcuni prodotti. Questo non è però mai stato preso in considerazione per il sito principale di Amazon e non è stato implementato nulla su nessuna delle sue proprietà”.

Ma stando a quanto riporta la giornalista Alayna Treene della CNN, in realtà si sarebbe trattato di una retromarcia da parte di Amazon seguita ad una telefonata diretta di Donald Trump a Jeff Bezos per lamentarsi di questa decisione.

La risposta della Casa Bianca: “Atto ostile e politico”

La reazione della Casa Bianca non si è fatta attendere, ed è arrivata prima ancora della smentita. La portavoce Karoline Leavitt ha definito la presunta iniziativa come “un atto ostile e politico da parte di Amazon”. Leavitt ha poi aggiunto:

“Non è una sorpresa che Amazon abbia fatto questo, perché ha stretto una partnership con un’agenzia di propaganda cinese”.

La dichiarazione è stata rilasciata pubblicamente in risposta ad una domanda di un giornalista, che aveva chiesto se la decisione di Amazon non rappresentasse una dimostrazione chiara del fatto che a pagare il costo dei dazi siano, in ultima istanza, i consumatori americani.

"Perché Amazon non ha fatto questo quando l'amministrazione Biden ha portato l'inflazione al livello più alto degli ultimi 40 anni?", ha continuato la Leavitt.

E poi ha aggiunto: "Questo è un altro motivo per cui gli americani dovrebbero comprare americano".

Le azioni del gigante della vendita al dettaglio online fondato da Jeff Bezos sono scese di oltre il 2% nelle contrattazioni di premercato in seguito alle dichiarazioni della Leavitt.

I dazi commerciali rappresentano uno degli strumenti principali della politica economica portata avanti dall’Amministrazione Trump. Introdotti con l’intento di proteggere le industrie statunitensi e ridurre il deficit commerciale, in particolare nei confronti della Cina, questi dazi hanno colpito una vasta gamma di beni importati.

Tuttavia, l’efficacia di tale misura è stata più volte messa in discussione da esperti ed economisti, che hanno evidenziato come il peso delle tariffe venga di fatto trasferito sui consumatori. Gli effetti principali rischiano, infatti, di manifestarsi in un aumento dei prezzi al dettaglio dei prodotti soggetti a dazi, riducendo così il potere d’acquisto delle famiglie e incidendo in modo disomogeneo sui vari settori economici.

Focus America non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.