La Trump Organization lancia i cappelli con logo "Trump 2028" nonostante i limiti di mandato costituzionali

Il merchandising presidenziale alimenta le speculazioni su un possibile terzo mandato, sebbene il 22° Emendamento della Costituzione americana vieti espressamente più di due mandati presidenziali.

La Trump Organization lancia i cappelli con logo "Trump 2028" nonostante i limiti di mandato costituzionali

La Trump Organization ha iniziato a commercializzare cappellini con il logo "Trump 2028", invitando i sostenitori a "fare una dichiarazione" attraverso questo nuovo prodotto disponibile nello store ufficiale di Trump al prezzo di 50 dollari.

Questa mossa di marketing arriva nonostante il 22° Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti proibisca esplicitamente a un presidente di candidarsi per un terzo mandato.

Cosa prevede il 22° Emendamento?

Il 22° Emendamento stabilisce inequivocabilmente che "nessuna persona potrà essere eletta alla carica di Presidente per più di due volte". Modificare la Costituzione americana per abolire o riformare il 22° Emendamento rappresenta un processo estremamente complesso e con scarse probabilità di successo.

Questo avviene dopo che il presidente Trump ha recentemente suscitato polemiche dichiarando, nel corso di un’intervista alla NBC News, di “non scherzare” riguardo alla possibilità di un terzo mandato alla Casa Bianca. Pur essendo la Costituzione degli Stati Uniti chiara nel fissare un limite di due mandati per ogni presidente, Trump ha infatti lasciato intendere che potrebbero esistere “metodi” per aggirare tali restrizioni.

Le sue affermazioni hanno rapidamente attirato l’attenzione di osservatori, avversari politici e sostenitori, alimentando speculazioni su una sua possibile ricandidatura nel 2028.

Le parole del presidente si inseriscono in un contesto più ampio in cui alcuni esponenti della sua cerchia sembrano prendere sul serio l’ipotesi di una sua ricandidatura dopo la scadenza dell’attuale mandato. Ad esempio Steve Bannon, ex capo stratega della Casa Bianca durante il primo mandato di Trump, ha dichiarato lo scorso mese di essere “fermamente convinto” che Trump correrà e vincerà la Casa Bianca per una terza volta nel 2028.

Alla domanda su come l’attuale presidente potrebbe superare i limiti costituzionali, Bannon ha risposto laconicamente:

“Ci stiamo lavorando”.

Tuttavia, lo stesso Trump ha in seguito moderato il tono delle proprie dichiarazioni. In risposta alle domande dei giornalisti, ha affermato di non star considerando al momento davvero uno scenario di ricandidatura nel 2028.

L’idea di un terzo mandato è stata accolta con scetticismo anche all’interno del Partito Repubblicano. Il deputato Tom Cole, presidente della Commissione Stanziamenti della Camera, ha liquidato la questione definendola “troppo fantasiosa per essere discussa seriamente”.

Le sue parole riflettono il divario esistente tra le aspirazioni più ambiziose di alcuni esponenti trumpiani e la realtà giuridica imposta dalla Costituzione.

Parallelamente al dibattito politico, l’ipotesi di un “Trump 2028” ha però già preso forma sul fronte commerciale. La vendita di cappellini con questa dicitura si inserisce in una più ampia strategia di merchandising che accompagna l’attività politica del presidente sin dalla sua prima campagna elettorale.

Negli anni, l’operazione ha incluso una vasta gamma di prodotti, dai profumi alle magliette, fino alle sneakers e alle Bibbie, tutte ispirate alla figura di Trump e alla sua agenda politica. Tra gli slogan più emblematici presenti sui prodotti in vendita figurano “Make Greenland Great Again”, “Gulf of America” e “DOGE”.

Uno degli obiettivi principali di questa strategia commerciale è quello di rafforzare il legame con la base elettorale, utilizzando simboli e messaggi che fungano da marcatori identitari. Al tempo stesso, questi prodotti sono spesso concepiti per provocare reazioni da parte degli avversari politici. Un esempio significativo è quello delle cannucce di plastica marchiate Trump, promosse in contrapposizione alle politiche ambientaliste sostenute dal Partito Democratico.

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