I giovani americani vanno sempre più a destra

Sempre più giovani americani della generazione Z si riconoscono nel conservatorismo, attratti da messaggi di identità, sicurezza e appartenenza. Solitudine, ansia economica e sfiducia nella sinistra alimentano il fenomeno

I giovani americani vanno sempre più a destra
Immagine generata con l'intelligenza artificiale

Una porzione crescente della generazione Z americana sta abbracciando posizioni politiche conservatrici. Il fenomeno coinvolge giovani uomini e donne, provenienti sia da piccole città che da grandi metropoli, studenti universitari e utenti delle principali piattaforme digitali come TikTok. Al centro della nuova cultura giovanile di destra vi sono sentimenti diffusi di solitudine, ansia per il futuro economico e una crescente frustrazione nei confronti della sinistra politica.

Secondo Rachel Janfaza, analista politica specializzata nei giovani, questo cambiamento riflette un’evoluzione post-pandemica. “Si sono davvero stancati di sentirsi dire cosa potevano o non potevano fare e cosa potevano o non potevano dire”, spiega. In questo contesto, l’insoddisfazione si è trasformata in attrazione verso un linguaggio e un’identità che appaiono più diretti, meno normativi e più rassicuranti.

Uno dei dati più significativi a sostegno di questa tendenza arriva da un recente sondaggio Gallup, che evidenzia un livello di solitudine tra i giovani uomini americani senza pari nel mondo occidentale. Un uomo statunitense su quattro, tra i 15 e i 34 anni, ha dichiarato di essersi sentito molto solo il giorno precedente alla rilevazione. La percentuale è sensibilmente più alta rispetto alle giovani donne americane (18%) e ai giovani uomini di altre democrazie avanzate.

A questa condizione emotiva si aggiunge una diffusa ansia economica. Molti giovani faticano a raggiungere obiettivi considerati in passato tappe ordinarie della vita adulta: trovare un impiego stabile, costruire una relazione duratura, acquistare una casa, creare una famiglia. John Della Volpe, sondaggista della Harvard University, osserva: “Più persone della generazione Z, più uomini di quanto potremmo immaginare, aspirano a una vita non necessariamente dissimile da quella dei loro genitori e nonni in termini di opportunità di base. Ognuna di queste cose che ho appena menzionato è probabilmente più difficile oggi”.

In questo contesto, la retorica e l’immagine del presidente Donald Trump appaiono a molti giovani uomini come più autentiche e più in sintonia con le loro esperienze. La campagna elettorale repubblicana, secondo Richard Reeves dell’American Institute for Boys and Men, è riuscita a comunicare un messaggio semplice ma potente: “Ci piacciono gli uomini e ci piacciono le cose che piacciono agli uomini”. Elementi come l’UFC, il wrestling, la NASCAR o il baseball sono diventati simboli di una cultura condivisa e valorizzata.

Al contrario, secondo Reeves, i Democratici non sono riusciti a esprimere una simile vicinanza culturale. “Anzi, a volte ci sono persino tendenze a dire: ‘Non ci piacciono le cose che vi piacciono e non siamo sicuri che ci piaciate’”, afferma. Questo senso di rifiuto culturale viene percepito in modo diretto da giovani come Aidan Thompson, studente universitario di 21 anni del Kansas. Secondo lui, il messaggio implicito dei Democratici è che “le cose che rendono gli uomini quello che sono sono intrinsecamente malvagie”. Trump, invece, viene descritto come “un miliardario che è semplicemente un americano, va all’UFC, mangia da McDonald’s, guarda il wrestling e la NASCAR, sa un sacco di cose sul baseball. Gli sparano e lui si alza immediatamente e alza il pugno come a dire ‘non potete uccidermi’. È semplicemente fantastico”.

Nonostante il movimento conservatore giovanile sia prevalentemente maschile, anche molte giovani donne ne fanno parte. I dati del Center for Information and Research on Civic Learning and Engagement della Tufts University indicano che il 41% delle donne tra i 18 e i 29 anni ha votato per Trump nel 2024, rispetto al 33% del 2020.

Le motivazioni non sono molto diverse da quelle maschili: delusione verso il Partito Democratico, insofferenza per il politicamente corretto e difesa dei ruoli di genere tradizionali. Raquel Debono, influencer e fondatrice della comunità “Make America Hot Again” a New York, afferma: “La sinistra è diventata il partito dei controllori di corridoio, che mi dicono no e mi fanno prediche”. E aggiunge: “Abbiamo visto sorgere la controcultura dall’ondata femminista. Le donne vogliono sentirsi di nuovo donne”.

Questo orientamento si è tradotto anche in una partecipazione attiva. Il Young Women’s Leadership Summit organizzato questo mese da Turning Point USA ha riunito migliaia di giovani donne conservatrici. Un tema ricorrente tra i relatori è stato l’invito a rinunciare all’istruzione superiore per dedicarsi a tempo pieno al ruolo di casalinga e madre. Secondo la cronaca riportata da E.J. Dickson di The Cut, il messaggio dominante era una critica aperta all’emancipazione femminile in chiave professionale. “Il femminismo ha detto alle donne di inseguire i loro sogni aziendali per la loro validazione mentre i loro figli mangiavano oli di semi e i loro matrimoni crollavano”, ha dichiarato sul palco Alex Clark, influencer conservatrice. “Bene, abbiamo finito di fingere che un cubicolo sia più gratificante”.

La nuova cultura giovanile di destra si presenta quindi come una risposta identitaria e culturale a una serie di disagi materiali ed esistenziali. In un’epoca di incertezza economica, individualismo diffuso e polarizzazione politica, molti giovani americani trovano nella retorica conservatrice e nell’immagine di Trump un rifugio simbolico, una comunità di appartenenza e un linguaggio capace di riconoscere – e valorizzare – le loro insoddisfazioni.

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