Trump punta a rilanciare l'industria navale americana con un nuovo ufficio ad hoc alla Casa Bianca

Il presidente è "ossessionato dalle navi" e intende recuperare il divario con la Cina nel settore dei cantieri navali.

Trump punta a rilanciare l'industria navale americana con un nuovo ufficio ad hoc alla Casa Bianca
Foto di Asael Peña / Unsplash

Il presidente Donald Trump ha annunciato l'intenzione di istituire un ufficio per la cantieristica navale presso la Casa Bianca, con l'obiettivo di supervisionare sia il settore commerciale che quello militare.

L'iniziativa punta a rilanciare un'industria strategica che ha subito un drastico declino negli ultimi decenni.

"Eravamo soliti costruire così tante navi", ha dichiarato Trump. "Ora non ne produciamo più molte, ma presto torneremo a farlo, molto rapidamente".

Secondo John Phelan, nominato da Trump come Segretario della Marina, il presidente sarebbe talmente "ossessionato dalle navi" da inviare messaggi sulla ruggine fino a tarda notte.

La mossa arriva in un momento critico: dopo decenni di declino, caratterizzati dalla chiusura di cantieri navali, carenze di manodopera aggravate dalla pandemia, progetti abbandonati e ritardi nelle consegne, gli Stati Uniti sono rimasti molto indietro rispetto alla Cina.

La capacità cantieristica di Pechino supera di gran lunga quella americana, sollevando preoccupazioni strategiche, soprattutto nella regione indo-pacifica, dove un conflitto per Taiwan potrebbe emergere entro il 2027.

I dati mostrano un quadro allarmante: nel 2023, gli Stati Uniti hanno rappresentato appena lo 0,1% del tonnellaggio globale di navi prodotte, mentre Cina, Corea del Sud e Giappone dominano il settore.

La situazione attuale è in netto contrasto con il passato: durante le due guerre mondiali, gli Stati Uniti producevano migliaia di navi cargo.

Secondo un rapporto del Congresso del 2023, negli anni '70 gli Stati Uniti costruivano circa il 5% del tonnellaggio navale globale, pari a 15-25 navi all'anno. Dagli anni '80, la produzione è crollata a circa cinque navi annue, tasso che rimane invariato oggi.

Attualmente, la Marina americana opera con 296 navi da combattimento – tra cui portaerei, sottomarini, navi da combattimento di superficie, mezzi anfibi e navi di supporto – e mira a raggiungere quota 381.

Questa conta esclude numerosi mezzi senza equipaggio che sono centrali nelle strategie navali future, come evidenziato dagli ex Capi delle Operazioni Navali Lisa Franchetti e Michael Gilday.

Secondo l'Ufficio di Bilancio del Congresso, la Marina avrebbe bisogno di decine di miliardi di dollari annui per 30 anni per raggiungere i suoi obiettivi.

Tuttavia, restano ancora poco chiari i dettagli su come opererà il nuovo ufficio per la cantieristica, sebbene Trump abbia accennato a possibili incentivi fiscali.

Il senatore Roger Wicker, presidente della Commissione Forze Armate del Senato, ha espresso il suo sostegno all'iniziativa: "L'ufficio per la cantieristica può solo aiutare", ha dichiarato. "Come funzionerà, non lo so", ha però aggiunto.

Wicker ha sottolineato l'urgenza della situazione: "Stiamo producendo 1,2 sottomarini d'attacco all'anno. Ne servono quasi tre. Per raggiungere questo obiettivo, dobbiamo semplicemente iniziare".

Per il futuro, i senatori repubblicani Mike Lee e John Curtis (Utah) propongono di consentire la costruzione di navi da guerra e componenti critici all'estero, specificamente nei Paesi NATO e nelle nazioni alleate dell'Indo-Pacifico come Giappone o Corea del Sud.

Da parte sua, Fincantieri ha salutato con favore il progetto, osservando che potrebbe "espandere la base industriale statunitense e creare immediatamente centinaia di posti di lavoro".

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