Trump propone un piano di pace per l’Ucraina con ampie concessioni alla Russia

Il piano presentato dagli Stati Uniti agli emissari di Kyiv include il riconoscimento della Crimea come territorio russo, la revoca delle sanzioni e la promessa di non ingresso nella NATO. Attesa la risposta ucraina, mentre Putin offre di congelare le linee del fronte.

Trump propone un piano di pace per l’Ucraina con ampie concessioni alla Russia

Gli Stati Uniti hanno presentato una proposta di pace all’Ucraina che prevede significative concessioni alla Russia, tra cui il riconoscimento della Crimea come parte del territorio russo e la conferma del controllo russo su gran parte delle regioni occupate dopo l’invasione del 2022.

Il documento, descritto come “l’offerta finale” del presidente Trump, è stato consegnato la scorsa settimana a Parigi da funzionari statunitensi a rappresentanti ucraini. Secondo fonti informate, citate dal sito Axios, la Casa Bianca ha espresso l’intenzione di ritirarsi dai negoziati in assenza di progressi rapidi.

Una proposta squilibrata a favore di Mosca

La proposta, contenuta in un documento di una sola pagina, è stata già accolta con perplessità da Kyiv. Una fonte vicina al governo ucraino ha commentato che il piano appare fortemente sbilanciato a favore della Russia, sottolineando che mentre le concessioni a Mosca sono dettagliate, i benefici per l’Ucraina risultano vaghi e generici.

Secondo il piano, gli Stati Uniti riconoscerebbero formalmente la Crimea come parte della Russia e accetterebbero di fatto l’occupazione di fatto da parte di Mosca di quasi tutta la regione di Luhansk, oltre alle aree occupate delle regioni di Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia.

Inoltre, il documento include l’impegno a non sostenere l’adesione dell’Ucraina alla NATO, pur mantenendo aperta la possibilità di un ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea.

Le concessioni alla Russia

Il piano elaborato da Washington concede alla Russia una serie di vantaggi strategici e diplomatici:

  • Riconoscimento de jure della Crimea come parte della Federazione Russa;
  • Riconoscimento de facto del controllo russo sulle regioni orientali e meridionali attualmente occupate;
  • Garanzia che l’Ucraina non entrerà nella NATO;
  • Revoca graduale delle sanzioni statunitensi imposte alla Russia a partire dal 2014;
  • Rafforzamento della cooperazione economica tra Mosca e Washington, in particolare nei settori energetico e industriale.

Le (poche) contropartite per Kyiv

In cambio di tutto questo, l’Ucraina riceverebbe “robuste” garanzie di sicurezza da parte di un gruppo di Paesi europei e, potenzialmente, anche extraeuropei. Ma in realtà, il documento non chiarisce in che modo tali garanzie verrebbero applicate né quale sarebbe il ruolo degli Stati Uniti. Il piano prevede anche:

  • La restituzione da parte della Russia di una piccola area occupata della regione di Kharkiv (la zona di Vovchansk);
  • Il libero transito sul fiume Dnipro, in particolare nelle zone meridionali del Paese dove il fiume funge di fatto da fronte;
  • Fondi per la ricostruzione dell’Ucraina e compensazioni, senza precisazioni sulle fonti di finanziamento.

Il ruolo della centrale di Zaporizhzhia

Un punto particolarmente delicato del piano riguarda la centrale nucleare di Zaporizhzhia, il più grande impianto atomico d’Europa. Secondo la proposta, l’impianto (attualmente nella zona di occupazione russa sulla riva sinistra del Dnipro) resterebbe sotto sovranità ucraina ma verrebbe gestito dagli Stati Uniti, con la produzione elettrica condivisa tra Ucraina e Russia.

Nel testo è menzionato anche un accordo bilaterale tra Stati Uniti e Ucraina sullo sfruttamento dei minerali rari, la cui firma da parte del presidente Trump è prevista per giovedì.

La posizione russa e i prossimi incontri

Il piano è stato elaborato dopo un incontro durato oltre quattro ore tra l’inviato del presidente Trump, Steve Witkoff, e il presidente russo Vladimir Putin. Dopo la presentazione della proposta, Putin ha manifestato disponibilità a sospendere l’avanzata militare lungo le attuali linee del fronte, come riferito dal Financial Times.

Tale proposta rappresenta, finora, il segnale più esplicito da parte del Cremlino di una possibile apertura alla pace, anche se i partner europei mantengono un atteggiamento cauto.

Witkoff è atteso nuovamente a Mosca questa settimana per un ulteriore incontro con il presidente russo. Sarà il quarto dall’inizio del mandato di Trump.

Tuttavia, Witkoff e il Segretario di Stato Marco Rubio non parteciperanno ai colloqui multilaterali inizialmente previsti per oggi a Londra, dove si sarebbero dovuti riunire rappresentanti di Stati Uniti, Ucraina, Francia, Germania e Regno Unito.

La decisione è arrivata è arrivata dopo che Zelensky ha rigettato al mittente una delle proposte chiave del piano di pace americano: il riconoscimento della Crimea come regione russa.

Ciò nonostante, un funzionario statunitense ha dichiarato che Witkoff e Rubio hanno lavorato congiuntamente per delineare “un quadro che avvicini alla fine del conflitto”.

In attesa della risposta ufficiale di Kyiv a questa proposta, la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha affermato martedì che “i negoziati proseguono e speriamo di essere nella giusta direzione”.

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