Trump attacca Powell sulla politica dei dazi, ma può davvero rimuovere il presidente della Fed?

Il presidente della Federal Reserve ha avvertito che i dazi di Trump potrebbero riaccendere l'inflazione, scatenando l'ira del presidente. Un'eventuale rimozione richiederebbe però l'intervento della Corte Suprema, con pochi precedenti giuridici a favore di un'espansione del potere esecutivo.

Trump attacca Powell sulla politica dei dazi, ma può davvero rimuovere il presidente della Fed?

Il presidente Donald Trump ha aperto un nuovo fronte con Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, dopo che quest’ultimo ha avvertito che la strategia dei dazi promossa dalla Casa Bianca rischia di riaccendere l’inflazione. In un messaggio diffuso oggi su Truth Social, il presidente ha definito l’analisi di Powell "un tipico, completo disastro" e ha aggiunto che "la rimozione di Powell non può avvenire abbastanza presto".

Rispondendo alle domande dei giornalisti durante la visita di Giorgia Meloni il presidente Trump ha sostenuto che sarebbe in grado di rimuovere il presidente della Federal Reserve Jerome Powell se solo lo volesse, inasprendo le critiche nei confronti del leader della banca centrale.

"Oh, si dimetterebbe. Se glielo chiedo, si dimetterebbe", ha detto Trump ai giornalisti nello Studio Ovale.

"Non credo che stia facendo bene il suo lavoro. È troppo in ritardo. Sempre troppo in ritardo. È un po' lento. E non sono contento di lui. Gliel'ho fatto capire. Se voglio che se ne vada, se ne andrà molto velocemente, credetemi".

Il bersaglio delle critiche di Trump guida la Banca Centrale dal 2018, quando venne designato proprio dall'attuale presidente. Powell è stato riconfermato da Biden al suo posto nel 2022 e, in virtù del mandato di mandato di 4 anni previsto dalla normativa, dovrebbe restare in carica fino a maggio 2026.

Il quadro legale

Il Federal Reserve Act stabilisce che i governatori della Banca Centrale, incluso il suo presidente, possano essere destituiti solo "per giusta causa", formulazione che i tribunali hanno storicamente interpretato come riferita a condotte improprie, non a divergenze sulle scelte di politica economica. Powell ha ricordato pubblicamente che "la rimozione dei dirigenti di alto livello dalla banca centrale indipendente non è permessa dalla legge".

La protezione rafforzata dell’indipendenza della Federal Reserve rappresenta da oltre un secolo un cardine dell’architettura istituzionale statunitense.

Il precedente della sentenza Humphrey’s Executor

Il fondamento giuridico più citato a sostegno di queste tutele risale al 1935, quando la Corte Suprema, nel caso Humphrey’s Executor v. United States, impedì al presidente Franklin D. Roosevelt di rimuovere un commissario della Federal Trade Commission. Secondo il Wall Street Journal, quella sentenza vieta tuttora il licenziamento «a piacimento» dei dirigenti delle agenzie indipendenti.

La solidità di questo precedente, tuttavia, potrebbe essere rimessa in discussione: nel caso in cui Trump decidesse davvero di andare avanti con il licenziamento di Powell, la Corte Suprema rischia di doversi ben presto pronunciare su un ricorso che, secondo Axios, potrebbe ridimensionare o cancellare la clausola di inamovibilità stabilito da quella sentenza.

Le mosse dell’Amministrazione Trump

Il Dipartimento di Giustizia, guidato dalla Procuratrice Generale Pam Bondi, ha già segnalato l’intenzione di sollecitare un ribaltamento della sentenza Humphrey’s Executor, una manovra che, se avesse successo, aumenterebbe significativamente il potere esecutivo.

Andrew Ferguson, nuovo presidente della Federal Trade Commission voluto da Trump, ha dichiarato a Axios lo scorso febbraio di condividere la necessità di annullare il precedente, definendolo "profondamente antidemocratico".

Un primo segnale in questa direzione è arrivato nel 2020, quando la Corte Suprema ha riconosciuto al presidente la facoltà di licenziare il direttore del Consumer Financial Protection Bureau a propria discrezione: nelle opinioni concorrenti alla sentenza, i giudici Clarence Thomas e Neil Gorsuch hanno definito Humphrey’s Executor "un precedente erroneo".

Gli scenari possibili

Se il presidente decidesse davvero di procedere con il licenziamento di Powell, si aprirebbe un inevitabile contenzioso. Secondo l’istituto di ricerca Brookings, il numero uno della Banca Centrale potrebbe restare nel Consiglio dei governatori per tutta la durata dell’appello, fino alla decisione definitiva della Corte Suprema.

Non è escluso, tuttavia, che Powell scelga di dimettersi per evitare una lunga battaglia legale, ipotesi che Brookings considera alternativa ma plausibile.

Al momento, l’autonomia della Federal Reserve continua, comunque, a godere di un ampio sostegno in Congresso, "dove realmente conta", come ha sottolineato Powell.

Il futuro dei rapporti tra Casa Bianca e banca centrale dipenderà dunque dall’esito del confronto nelle aule giudiziarie: dalle motivazioni della Corte Suprema potrebbe emergere un nuovo equilibrio tra indipendenza delle agenzie e potere dell’esecutivo, con ricadute che andrebbero ben oltre la figura del presidente della Fed.

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