Trump pronto ad annunciare nuovi dazi su semiconduttori e prodotti farmaceutici
L’amministrazione punta a rafforzare la produzione interna di chip e medicinali, invocando la Sezione 232 del Trade Expansion Act. Possibili esenzioni per alcune aziende

L’Amministrazione Trump ha avviato lunedì un procedimento che potrebbe portare all’imposizione di dazi su semiconduttori, prodotti farmaceutici e macchinari utilizzati nella loro produzione. L’iniziativa si inserisce nel tentativo della Casa Bianca di ridurre la dipendenza da importazioni strategiche per la sicurezza nazionale.
Sono state aperte indagini sulla sicurezza nazionale relative all’importazione di chip, prodotti farmaceutici, ingredienti attivi e macchinari per la produzione di semiconduttori. Il presidente ha confermato l’apertura delle investigazioni e suggerito che queste potrebbero tradursi nell’introduzione di nuovi dazi.
Kush Desai, portavoce della Casa Bianca, ha dichiarato che “il presidente è stato a lungo chiaro sull’importanza di riportare in patria le produzioni critiche per la sicurezza nazionale ed economica del nostro paese”. I nuovi dazi verrebbero introdotti sulla base della Sezione 232 del Trade Expansion Act del 1962, che autorizza il presidente a imporre tariffe sulle importazioni per motivi di sicurezza nazionale.
Durante un’apparizione dalla Casa Bianca, Trump aveva già anticipato l’intenzione di agire in questa direzione. Commentando l’effetto delle tariffe sulle importazioni, ha affermato: “Più alto è il dazio, più velocemente arrivano”, riferendosi all’esperienza con altri settori produttivi.
I semiconduttori rappresentano una componente fondamentale per un’ampia gamma di beni, tra cui elettronica di consumo, automobili e giocattoli. Gli Stati Uniti importano una parte significativa dei chip da Taiwan e da altri paesi asiatici, una situazione che suscita preoccupazione bipartisan per la vulnerabilità delle catene di approvvigionamento strategiche.
Sul fronte farmaceutico, Trump ha sostenuto che gli Stati Uniti dipendono eccessivamente da medicinali prodotti all’estero. “Non produciamo più i nostri farmaci”, ha dichiarato. Sebbene alcune produzioni avvengano ancora negli Stati Uniti, la Cina, l’India e l’Irlanda sono tra i principali fornitori internazionali di principi attivi e medicinali finiti per il mercato americano.
Il presidente ha anche lasciato intendere che potrebbero essere previste esenzioni per alcune aziende. In passato Trump si era mostrato contrario a soluzioni di questo tipo, ma lunedì ha affermato di essere “una persona molto flessibile. Non cambio idea, ma sono flessibile”.
In particolare, ha citato i casi di alcune case automobilistiche che stanno trasferendo parte della loro produzione in Canada, Messico e altri paesi, sottolineando che “hanno bisogno di un po’ di tempo perché devono produrli qui”. Dopo queste dichiarazioni, le azioni di General Motors, Ford Motor e Stellantis hanno registrato un significativo rialzo in Borsa.
Il presidente ha inoltre rivelato di aver recentemente discusso con l’amministratore delegato di Apple, Tim Cook, aggiungendo di averlo “aiutato”, lasciando intendere che anche il settore dell’elettronica potrebbe beneficiare di alcune esenzioni mirate.
Con l’apertura delle indagini annunciate lunedì, l’amministrazione punta a valutare formalmente se le attuali importazioni di semiconduttori e farmaci rappresentino un rischio per la sicurezza nazionale. Solo al termine di queste valutazioni potrà essere avviata l’imposizione dei dazi.