Stati Uniti ridurranno la presenza militare in Siria: meno di mille soldati entro i prossimi mesi

Annunciate la chiusura di tre basi nel nord-est del Paese. Washington riorganizza il proprio dispositivo militare nel Medio Oriente, rafforzando altrove la propria presenza

Stati Uniti ridurranno la presenza militare in Siria: meno di mille soldati entro i prossimi mesi
Immagine creata dall’intelligenza artificiale

Gli Stati Uniti hanno annunciato una prossima riduzione del contingente militare presente in Siria, che nei prossimi mesi scenderà sotto la soglia delle mille unità. La decisione è stata resa nota venerdì dal portavoce del Pentagono Sean Parnell, il quale ha motivato il ridimensionamento citando i "significativi progressi compiuti nel degradare il richiamo e la capacità operativa dell'ISIS a livello regionale e globale".

Secondo quanto riportato dal New York Times, il piano prevede la chiusura di tre piccole basi operative situate nel nord-est della Siria. La mossa segna un cambio di rilievo nella strategia statunitense nel Paese mediorientale, dopo che il presidente Donald Trump aveva già tentato di ritirare completamente le forze armate statunitensi dal territorio siriano durante il suo primo mandato.

La Siria resta un’area di forte competizione geopolitica, con diverse potenze straniere presenti sul territorio mentre il Paese cerca di ricostruirsi dopo anni di guerra e la caduta del regime di Bashar al-Assad. Oltre agli Stati Uniti, continuano a mantenere una presenza in Siria anche Turchia, Iran e Russia, ciascuna con propri interessi strategici e aree d’influenza.

Il numero di militari americani ancora presenti in Siria è stato oggetto di rivelazioni contrastanti. A dicembre, il Pentagono ha comunicato che le truppe nel Paese erano circa 2.000, un dato ben superiore rispetto ai 900 precedentemente resi noti. La nuova riduzione si inserisce dunque in un contesto più ampio di razionalizzazione della presenza militare statunitense nell’area.

Parallelamente al parziale ritiro dalla Siria, gli Stati Uniti stanno rafforzando la propria presenza militare in altre zone sotto il controllo del Central Command, il comando che supervisiona le operazioni nelle aree del Medio Oriente allargato. Le portaerei Carl Vinson e Harry S. Truman sono attivamente impegnate nel lanciare operazioni aeree contro i ribelli Houthi nello Yemen. Allo stesso tempo, i sistemi di difesa aerea Patriot sono stati redistribuiti nella regione, distogliendoli dal teatro dell’Indo-Pacifico.

A questi movimenti si aggiunge l’invio di bombardieri strategici B-2 a Diego Garcia, un’isola dell’Oceano Indiano che ospita una base militare americana di rilievo. L’isola rappresenta un punto logistico e operativo chiave per le forze armate statunitensi nelle operazioni che interessano l’intero quadrante mediorientale e sudasiatico.

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