Rheinmetall e Lockheed Martin creeranno una joint venture per produrre missili in Europa

La nuova impresa comune avrà sede in Europa, con capacità produttiva annuale di 10.000 missili. La linea sarà operativa entro il 2027, in attesa dell’approvazione da parte del governo statunitense.

Rheinmetall e Lockheed Martin creeranno una joint venture per produrre missili in Europa
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Il gruppo tedesco Rheinmetall e la corporation statunitense Lockheed Martin hanno annunciato la creazione di una joint venture destinata alla produzione di missili in Europa. La notizia, riportata da Hartpunkt, segna un passo rilevante nella strategia di rafforzamento dell’autonomia industriale europea nel settore della difesa.

La collaborazione tra le due aziende prevede la produzione di una vasta gamma di armamenti: missili ATACMS con una gittata di 300 km e GMLRS da 150 km, utilizzabili nei sistemi lanciarazzi multipli HIMARS e M270 MLRS; missili Hellfire e JAGM destinati a droni e aerei; e infine missili PAC-3 per i sistemi di difesa aerea Patriot. L’iniziativa mira a rispondere a una domanda crescente da parte dei Paesi europei, che faticano a ottenere forniture rapide dagli Stati Uniti.

Armin Papperger, amministratore delegato di Rheinmetall, ha dichiarato che l’azienda tedesca deterrà una quota del 60% nella joint venture. Secondo il dirigente, “a volte bisogna aspettare dieci anni per ricevere missili dall’America, è troppo lungo”. La creazione di un centro di competenza europeo si propone quindi come soluzione alle tempistiche insostenibili legate alle forniture oltreoceano.

L’impianto europeo avrà una capacità produttiva annua di 10.000 missili e altrettanti motori. La linea dovrebbe essere operativa entro 12-13 mesi, a partire dall’approvazione del progetto da parte del governo degli Stati Uniti. Tale autorizzazione è attualmente oggetto di trattative tra i due partner industriali. Il piano prevede una completa integrazione verticale e alcuni sviluppi tecnologici congiunti. I diritti di proprietà intellettuale apparterranno alla parte europea, dettaglio significativo per l'autonomia strategica dell’industria continentale.

Secondo le previsioni comunicate da Papperger, la produzione dei motori inizierà nel 2026, seguita da quella dei missili nel 2027. Il fatturato potenziale stimato per l’impresa si aggira intorno ai 5 miliardi di euro. I dati sulla domanda annuale forniti dall’amministratore delegato indicano volumi considerevoli: 600-800 missili ATACMS, 2.500 GMLRS, 5.000 Hellfire, 5.200 JAGM e 300 PAC-3.

In ambito europeo, i clienti sembrano orientati verso l’adozione degli ATACMS con raggio d’azione di 300 km, mentre la Germania avrebbe espresso l’intenzione di dotarsi di missili con gittata maggiore, compresa tra i 500 e i 600 km. Questo elemento potrebbe rappresentare uno sviluppo ulteriore nel medio termine, compatibilmente con le capacità di ricerca e produzione del nuovo impianto.

Attualmente Lockheed Martin è in fase di transizione nella propria linea produttiva, con la progressiva sostituzione degli ATACMS con i nuovi PrSM. In quest’ottica, è in discussione la possibilità di trasferire parte dei contratti americani al nuovo impianto europeo, una mossa che potrebbe garantire un primo volume d’affari pari a 1-2 miliardi di euro, secondo Papperger.

L’idea di una collaborazione industriale di questa portata ha preso forma durante la Conferenza di Monaco sulla sicurezza. Per sostenere il progetto, è previsto un contratto quinquennale con i fornitori di componenti elettronici, che includerà un acconto significativo. Parallelamente, sono già in corso i lavori di sviluppo delle catene di approvvigionamento necessarie alla produzione.

Da parte sua, Lockheed Martin ha confermato l’esistenza di contatti con gli alleati europei per individuare opportunità di cooperazione volte a soddisfare la crescente domanda globale di munizioni statunitensi e armi di precisione.

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