Hegseth ordina taglio del 20% ai generali dell'esercito americano
Il Segretario alla Difesa Pete Hegseth annuncia un piano di riorganizzazione per “snellire la leadership” delle forze armate statunitensi. Previsto anche un secondo ciclo di riduzioni. Critiche dal senatore democratico Jack Reed

Il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha ordinato una riduzione del numero di ufficiali di alto rango nelle forze armate statunitensi, con un taglio minimo del 20% delle posizioni occupate da generali e ammiragli. La decisione è contenuta in un memorandum pubblicato lunedì e rappresenta un intervento di ristrutturazione profonda, con l’obiettivo dichiarato di “eliminare strutture di forza ridondanti per ottimizzare e snellire la leadership”.
Il piano coinvolge in particolare gli ufficiali a quattro stelle delle forze attive e della Guardia Nazionale. Una seconda fase prevede ulteriori riduzioni minime del 10% tra i generali e gli ammiragli, estendendo la riforma a un livello ancora più ampio della catena di comando. L’iniziativa si inserisce in un contesto di ridefinizione degli assetti militari voluta dal presidente Donald Trump, che lo scorso febbraio ha rimosso dal suo incarico il generale Charles “CQ” Brown Jr., capo di stato maggiore congiunto, insieme ad altri alti ufficiali.
“Il mio titolo è ‘Meno generali, più soldati semplici’”, ha dichiarato Hegseth in un video pubblicato sulla piattaforma X, spiegando l’approccio della riforma. “Sposteremo le risorse dagli elementi del quartier generale gonfiati ai nostri combattenti”, ha aggiunto, definendo i cambiamenti in corso come “storici”.
Introducing the “Less Generals More GIs Policy.” pic.twitter.com/bQLRL2MqSC
— Secretary of Defense Pete Hegseth (@SecDef) May 5, 2025
È da tempo che osservatori e analisti sollevano preoccupazioni sulla sproporzione tra la base e la cima della piramide gerarchica militare. Un paragone frequentemente citato è quello con la Seconda Guerra Mondiale: “All’epoca gli Stati Uniti avevano circa 12 milioni di truppe e solo 17 generali a quattro e cinque stelle”, ha osservato Hegseth. “Oggi abbiamo 2,1 milioni di membri in servizio, con 44 ufficiali a quattro stelle e ammiragli”.
Il Segretario alla Difesa ha voluto tuttavia chiarire che non si tratta di una purga o di un’azione punitiva nei confronti della leadership militare. “Questo non è un esercizio di taglio indiscriminato volto a punire gli ufficiali di alto rango”, ha affermato. “È stato un processo deliberativo, in collaborazione con i Capi di Stato Maggiore Congiunti, con un unico obiettivo: massimizzare la prontezza strategica e l’efficacia operativa effettuando riduzioni prudenti nei ranghi degli ufficiali generali e degli ammiragli”.
Non tutti, però, condividono questa impostazione. Il senatore Jack Reed, democratico del Rhode Island e figura di primo piano nella Commissione per le Forze Armate del Senato, ha espresso forti perplessità sulla logica alla base dell’iniziativa. “Ho sempre sostenuto l’efficienza al Dipartimento della Difesa”, ha dichiarato in una nota, “ma le decisioni difficili sul personale dovrebbero basarsi su fatti e analisi, non su percentuali arbitrarie”. Secondo Reed, l’eliminazione delle posizioni di numerosi ufficiali esperti e qualificati, in assenza di una solida giustificazione, rischia di danneggiare le capacità operative delle forze armate. “Non creerebbe ‘efficienza’ nell’esercito”, ha sottolineato, “potrebbe paralizzarlo”.