Trump propone un anno di carcere per chi brucia la bandiera americana
Il presidente rilancia una proposta già avanzata nel 2024: introdurre una responsabilità penale per il rogo della bandiera nazionale, nonostante la Corte Suprema lo abbia riconosciuto come espressione protetta dal Primo Emendamento

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha proposto l’introduzione di una pena detentiva di un anno per chi brucia la bandiera americana. L’annuncio è arrivato durante un discorso rivolto ai militari presso la base di Fort Bragg, in North Carolina. Trump ha criticato chi manifesta portando le bandiere di altri paesi e ha detto che “le persone che bruciano la bandiera americana dovrebbero andare in prigione per un anno”. Ha poi aggiunto: “Vediamo se riusciremo a ottenere questo risultato”.
Il presidente ha dichiarato che la sua amministrazione è già al lavoro con alcuni senatori per elaborare una proposta di legge che introduca sanzioni penali specifiche contro il rogo della bandiera nazionale. L’iniziativa si colloca nel contesto delle proteste scoppiate in varie città statunitensi in seguito ai recenti raid per l’immigrazione condotti dalle autorità federali a Los Angeles, Dallas e Austin.
Le manifestazioni a Los Angeles, in particolare, sono degenerate in scontri con la polizia e disordini pubblici. Per fronteggiare la situazione, Trump ha disposto il dispiegamento della Guardia Nazionale in California, una decisione che ha suscitato l’opposizione delle autorità locali. A Los Angeles è stato inoltre imposto il coprifuoco.
Non si tratta della prima volta in cui Trump solleva il tema della criminalizzazione del rogo della bandiera americana. Una proposta simile era stata infatti presentata dallo stesso presidente già durante la campagna elettorale dell'anno scorso.
Tuttavia, la proposta entra in conflitto con un consolidato principio giuridico sancito dalla Corte Suprema. Il rogo della bandiera statunitense è attualmente considerato una forma di espressione politica protetta dal Primo Emendamento della Costituzione, che garantisce la libertà di parola e di assemblea. Questo orientamento è stato stabilito nel 1989, con la sentenza Texas v. Johnson, in cui la Corte ha riconosciuto il gesto come espressione simbolica rientrante nella libertà costituzionale.
L’iniziativa legislativa annunciata da Trump rappresenta quindi un tentativo diretto di modificare l’attuale quadro giuridico, intervenendo su una materia che la giurisprudenza ha chiaramente inserito nel perimetro dei diritti protetti dalla Costituzione. Per diventare effettiva, la norma proposta dovrà superare numerosi ostacoli, tra cui il confronto con il precedente stabilito dalla Corte Suprema, che continua a vincolare il Congresso e limita le possibilità di restringere la libertà di espressione politica, anche quando questa assume forme provocatorie come il rogo della bandiera.