Il Pentagono annuncia la rimozione dei militari transgender dalle Forze Armate statunitensi
Il nuovo regolamento del Dipartimento della Difesa implementa un ordine esecutivo di Trump e prevede l'identificazione e l'allontanamento entro 30 giorni di tutti i soldati in servizio con disforia di genere.

I soldati transgender delle Forze Armate statunitensi saranno rimossi dal servizio militare a meno che non ottengano una specifica deroga, secondo quanto stabilisce un nuovo memorandum del Pentagono depositato mercoledì presso un tribunale federale.
Il documento è stato presentato nell'ambito della causa intentata il mese scorso da alcuni gruppi per i diritti LGBTQ contro l'ordine esecutivo del presidente Donald Trump che vieta alle persone transgender di arruolarsi e servire nelle Forze Armate.
Il memorandum fornisce chiarimenti sulle modalità di attuazione della nuova politica, che risulta essere più restrittiva rispetto al precedente divieto implementato durante il primo mandato di Trump.
Il nuovo ordine esecutivo di Trump, a differenza del divieto precedente del 2017, afferma che essere transgender fondamentalmente "è in conflitto con l'impegno di un soldato per uno stile di vita onorevole, veritiero e disciplinato, anche nella vita personale".
"L'affermazione di un uomo di essere una donna, e la sua richiesta che gli altri onorino questa falsità, non è coerente con l'umiltà e l'abnegazione richieste a un soldato in servizio attivo".
Secondo quanto stabilito nelle nuove disposizioni, entro 30 giorni il Pentagono dovrà identificare i soldati che "hanno una diagnosi attuale o pregressa, o mostrano sintomi compatibili con la disforia di genere", termine medico che indica il grave disagio emotivo causato dal disallineamento tra l'identità di genere e il proprio sesso biologico.
I militari così identificati saranno considerati non idonei al servizio e dovranno essere rimossi dai loro incarichi. Riceveranno un congedo onorevole, a meno che il loro stato di servizio non indichi diversamente, come specificato nel memorandum.
Alcuni soldati transgender potranno essere valutati per una deroga caso per caso, ma solo se sussiste "un interesse governativo convincente nell'accesso del candidato che supporti direttamente le capacità belliche".
I richiedenti dovranno inoltre dimostrare 36 mesi consecutivi di stabilità nel sesso assegnato alla nascita senza manifestare disagio clinico o compromissione funzionale, non aver mai intrapreso percorsi di transizione medica e essere disposti ad aderire agli standard previsti per il loro sesso biologico.
Il memorandum stabilisce inoltre che il Dipartimento della Difesa riconoscerà solo due sessi e che i membri del servizio dovranno utilizzare spazi separati per dormire, cambiarsi e accedere ai servizi igienici in conformità con il sesso assegnato alla nascita.
La nuova policy impone anche l'uso di pronomi e forme di saluto, come "signore" e "signora", coerenti con il sesso biologico.
Al Dipartimento della Difesa sarà inoltre vietato utilizzare fondi per cure legate alla transizione, incluse la terapia ormonale e gli interventi chirurgici, con cancellazione di tutte le operazioni programmate.
I soldati potranno continuare a ricevere la terapia ormonale sostitutiva fino alla conclusione dal servizio militare, solo se raccomandata da un medico.
Il mese scorso, il National Center for Lesbian Rights e GLBTQ Legal Advocates & Defenders (GLAD Law) hanno intentato una causa per conto di sei soldati transgender in servizio attivo e due persone transgender che cercavano di arruolarsi.
Essi sostengono che l'ordine esecutivo di Trump violi la clausola di uguale protezione del 14° Emendamento, discriminandoli sulla base del sesso e mostrando ostilità verso le persone transgender a causa del loro status.
Kate Cole, sergente dell'Esercito e donna transgender che figura tra coloro che hanno fatto ricorso, ha dichiarato mercoledì sera in un comunicato che la nuova policy destabilizzerà l'esercito:
"Ho trascorso più della metà della mia vita nell'Esercito, compreso il combattimento in Afghanistan. Rimuovere soldati transgender qualificati come me comporta un esodo di personale esperto che ricopre posizioni chiave e non può essere facilmente sostituito, aggravando il carico sui nostri commilitoni rimasti indietro".
Il Dipartimento della Difesa non pubblica ufficialmente quante persone transgender prestano servizio nell'esercito, e le stime variano ampiamente a seconda delle fonti.
Un rapporto del 2014 del Williams Institute dell'UCLA, che utilizza dati del National Transgender Discrimination Survey del 2011, ha rilevato che circa 15.500 persone transgender prestavano servizio nell'esercito.
Un rapporto della Rand Corp. del 2016, basato su dati del Dipartimento della Difesa e ricerche precedenti, ha stimato che vi fossero un massimo di 10.790 persone transgender in servizio nell'esercito e nelle riserve, sebbene la cifra potrebbe essere anche più bassa fino ad un massimo di 2.150 individui.