Annunciati tagli al Pentagono per 50 miliardi per riallineare le priorità del Dipartimento di Difesa

Il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ordina una revisione completa del budget per l'anno fiscale 2026, puntando tutto su sicurezza dei confini e difesa missilistica.

Annunciati tagli al Pentagono per 50 miliardi per riallineare le priorità del Dipartimento di Difesa

Il Pentagono si prepara a una drastica riorganizzazione delle proprie priorità con un taglio di 50 miliardi di dollari dal budget dell'anno fiscale 2026. L'annuncio è arrivato direttamente dal Dipartimento della Difesa, e segna un deciso cambio di rotta rispetto alle politiche dell'Amministrazione precedente.

La nuova direzione strategica del Pentagono

Robert Salesses, facente funzioni di vice Segretario alla Difesa, ha delineato i contorni di questa riorganizzazione che interesserà l'8% del budget precedentemente stanziato.

Le risorse recuperate verranno reinvestite secondo le nuove priorità stabilite dal presidente Trump, con particolare attenzione alla sicurezza dei confini, all'eliminazione dei programmi di diversità, equità e inclusione (DEI) e alla costruzione dello scudo missilistico stile Iron Dome.

"Il Dipartimento della Difesa sta conducendo questa review per garantire il miglior utilizzo possibile del denaro dei contribuenti, in modo da realizzare efficacemente le priorità di difesa del Presidente Trump".

Addio ai programmi "woke"

Il cambio di paradigma è evidente nelle parole di Salesses, che ha sottolineato come il Dipartimento della Difesa tornerà a:

"Concentrarsi sul combattimento, cessando le spese non necessarie che hanno penalizzato le nostre Forze Armate sotto la precedente amministrazione, inclusi i cosiddetti programmi sul 'cambiamento climatico' e altre iniziative woke, oltre che l'eccessiva burocrazia".

Questa posizione è stata ribadita con forza dal Segretario alla Difesa Hegseth durante una conferenza in Germania la scorsa settimana:

"Il Dipartimento della Difesa non si occupa di cambiamento climatico o di regolare il termostato globale. Il nostro compito è deterrenza e vittoria nelle guerre".

Una netta inversione di priorità

La decisione rappresenta una netta inversione di priorità rispetto alle politiche precedenti.

Il Dipartimento della Difesa, che gestisce 128 basi militari costiere solo negli Stati Uniti, aveva precedentemente identificato il cambiamento climatico come una minaccia chiave, con la Marina che aveva condotto esercitazioni specifiche per prepararsi a condizioni meteorologiche estreme.

Nel suo rapporto Climate Action 2030, la Marina aveva descritto il cambiamento climatico come "una delle forze più destabilizzanti del nostro tempo, che esacerba altre preoccupazioni per la sicurezza nazionale e pone serie sfide di prontezza operativa".

Un rapporto del Congressional Research Service del 2023, citando funzionari del Pentagono, aveva evidenziato come i recenti uragani e tempeste avessero causato danni per miliardi di dollari alle basi militari, sottolineando le "crescenti implicazioni sui costi di gestione delle basi militari statunitensi e delle relative attrezzature".

La nuova direzione del Pentagono punta ora a ottimizzare i processi di acquisizione e approvvigionamento dei sistemi d'armamento, con un focus rinnovato sulle capacità operative tradizionali del Dipartimento.

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