Trump suggerisce l'arresto del governatore Newsom mentre cresce lo scontro sulla Guardia Nazionale in California
Il presidente ha appoggiato l'ipotesi di arresto del governatore democratico della California avanzata dal responsabile per il controllo dei confini Tom Homan, mentre Newsom accusa l'Amministrazione di aver "mentito" sul dispiegamento di truppe federali e di "autoritarismo".

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato ieri di sostenere l'ipotesi di arresto del governatore democratico della California, Gavin Newsom. La dichiarazione rappresenta un significativo inasprimento dello scontro politico in atto tra la Casa Bianca e il governo californiano, acuito dai recenti disordini a Los Angeles legati alle operazioni dell'Immigration and Customs Enforcement (ICE).
Trump ha affermato pubblicamente il proprio appoggio a una possibile azione giudiziaria contro Newsom, rivolgendosi direttamente al responsabile della sicurezza dei confini, Tom Homan: "Lo farei se fossi Tom. Penso sia una grande idea". Poi, pur definendo Newsom "una brava persona", il presidente ne ha criticato duramente l'operato definendolo "grossolanamente incompetente".
"I would do it if I were Tom. I think it's great" -- Trump endorses the arrest of Gov. Gavin Newsom pic.twitter.com/M9b4s1BkOJ
— Aaron Rupar (@atrupar) June 9, 2025
La dichiarazione segue quella dello stesso Homan, che in un'intervista alla NBC News aveva dichiarato di non escludere arresti di funzionari democratici qualora avessero intralciato le attività delle forze dell'ordine.
La risposta di Newsom è stata decisa e immediata: "Il Presidente degli Stati Uniti ha appena chiesto l'arresto di un governatore in carica. Questo è un giorno che speravo di non vedere mai in America", aggiungendo che le dichiarazioni di Trump rappresentano "un passo inequivocabile verso l'autoritarismo". In precedenza, il governatore aveva sfidato apertamente Homan con la frase provocatoria: "Vieni a prendermi, sai dove mi trovo, uomo duro".
La polemica sul dispiegamento delle truppe
Al centro della polemica c'è la decisione del presidente Trump di dispiegare, contro la volontà di Newsom, circa 2.000 soldati della Guardia Nazionale a Los Angeles, giustificata dalla Casa Bianca con la necessità di controllare violenze associate alle proteste contro le operazioni federali di espulsione di immigrati irregolari. Secondo Karoline Leavitt, portavoce della Casa Bianca, la scelta è stata motivata da "folle violente" che avrebbero aggredito agenti federali durante "operazioni di rimpatrio" dei migranti.
Le proteste, sebbene caratterizzate prevalentemente da manifestazioni pacifiche, hanno talvolta assunto connotati violenti. Le prime truppe della Guardia Nazionale sono arrivate domenica mattina, con circa 300 soldati dispiegati nelle aree di Los Angeles, Paramount e Compton. Anche Trump ha puntato il dito contro i manifestanti più violenti, definendoli "agitatori professionali" e "insurrezionalisti": "Dovrebbero essere in prigione", ha dichiarato il presidente lunedì.
A complicare ulteriormente la situazione è stata la decisione del Segretario alla Difesa Pete Hegseth di inviare fino a 500 Marines nell'area. Il U.S. Northern Command ha confermato che tali unità sono "pronte per il dispiegamento", suscitando un'ulteriore reazione indignata da parte di Newsom, che ha definito Hegseth "ridicolo" e la sua proposta come parte di un "comportamento squilibrato".
Il governatore della California ha inoltre accusato il Dipartimento della Difesa di aver mentito al pubblico americano, alimentando una falsa narrativa di emergenza: "La situazione è peggiorata quando LORO hanno dispiegato le truppe", ha scritto Newsom su X (ex Twitter). "Donald Trump ha creato una crisi e sta infiammando la situazione". La risposta di Newsom era rivolta direttamente al DOD Rapid Response, account social del Pentagono che aveva affermato: "Los Angeles sta bruciando e i leader locali si rifiutano di rispondere".
The Department of Defense is lying to the American people.
— Governor Newsom Press Office (@GovPressOffice) June 9, 2025
The situation became escalated when THEY deployed troops.
Donald Trump has manufactured a crisis and is inflaming conditions.
He clearly can’t solve this, so California will. https://t.co/fj3bDOn48N
A stretto giro, il portavoce del Pentagono Sean Parnell ha replicato alle accuse di Newsom dichiarando con enfasi che "Los Angeles è in FIAMME, ma Gavin Newsom sta spendendo il suo tempo ad attaccare il Segretario Hegseth".
Sfida legale contro l'Amministrazione Trump
In risposta alle misure federali, Newsom ha annunciato una battaglia legale contro la decisione presidenziale, definendola "illegale" e una "seria violazione della sovranità statale". David Sapp, segretario per gli affari legali di Newsom, ha inviato una comunicazione ufficiale al Segretario Hegseth, sottolineando che il dispiegamento appare "intenzionalmente progettato per infiammare la situazione".
NEW: We are suing Donald Trump.
— Gavin Newsom (@GavinNewsom) June 9, 2025
This is a manufactured crisis. He is creating fear and terror to take over a state militia and violate the U.S. constitution.
The illegal order he signed could allow him to send the military into ANY STATE HE WISHES.
Every governor -- red or…
La California, dunque, si appresta a sfidare legalmente l'Amministrazione Trump, intensificando ulteriormente lo scontro politico-istituzionale già in corso, con implicazioni nazionali di grande rilievo. Negli ultimi 60 anni solo il presidente Lyndon Johnson nel 1965 aveva inviato la Guardia Nazionale in uno Stato senza il consenso del governatore, precisamente a Selma, in Alabama, per tutelare i manifestanti per i diritti civili.