Trump propone nuovi tagli alle imposte sul reddito per mitigare l'effetto dei dazi

Il presidente annuncia riduzioni fiscali per chi guadagna meno di 200.000 dollari, mentre aumentano le preoccupazioni sull'impatto dei dazi sui prezzi dei beni di consumo

Trump propone nuovi tagli alle imposte sul reddito per mitigare l'effetto dei dazi

Il presidente Donald Trump ha annunciato un nuovo piano di taglio delle imposte sul reddito come misura per attenuare gli effetti economici derivanti dall'introduzione di ampi dazi commerciali. La proposta, resa pubblica attraverso un post sulla piattaforma Truth Social, si rivolge in particolare alle fasce di reddito più basse e alla classe media, con l'obiettivo di contrastare l'aumento dei prezzi dei beni di consumo temuto da gran parte della popolazione americana.

Trump ha annunciato che "quando i dazi entreranno in vigore, le imposte sul reddito di molte persone saranno sostanzialmente ridotte, forse anche completamente eliminate". Ha inoltre specificato che l'iniziativa sarà orientata verso "persone che guadagnano meno di 200.000 dollari all'anno".

A sostegno della sua strategia tariffaria, Trump ha dichiarato che "un numero massiccio di posti di lavoro è già stato creato", citando come prova la costruzione e la pianificazione di nuovi stabilimenti industriali. Ha concluso il suo messaggio scrivendo: "Sarà una GRANDE MOMENTO PER L'AMERICA!!! IL SERVIZIO DI ENTRATE ESTERNE STA PER ARRIVARE!!!".

La proposta si inserisce nella più ampia visione economica del presidente, che aveva già in passato ipotizzato la possibilità di eliminare completamente le imposte federali sul reddito, sostituendole con dazi o altre forme di tassazione. Tuttavia, diversi economisti hanno espresso riserve sulla sostenibilità finanziaria di un simile sistema, dubitando che i soli dazi possano garantire un livello di entrate adeguato al fabbisogno statale.

Dal suo insediamento a gennaio, Trump ha introdotto numerose misure tariffarie, tra cui un'aliquota di base del 10% e dazi "reciproci" più elevati nei confronti di singole nazioni. Sebbene molti dei dazi specifici per paese siano stati temporaneamente sospesi per un periodo di 90 giorni — offrendo così alle nazioni interessate la possibilità di negoziare accordi ed evitare imposizioni più severe — l'entrata in vigore di queste misure è prevista per luglio, salvo modifiche dell'ultimo momento.

Parallelamente, alcune tariffe sono già operative. I dazi su merci provenienti da Cina, Messico e Canada, nonché le imposizioni globali su prodotti come automobili, acciaio e alluminio, sono già in vigore, contribuendo a creare instabilità sui mercati globali.

La risposta dell'opinione pubblica a queste politiche è stata ampiamente negativa. Un sondaggio condotto da Associated Press-NORC Research ha rilevato che tre americani su quattro si aspettano che l'introduzione dei dazi comporti un aumento dei prezzi dei beni di consumo. Parallelamente, un sondaggio Stay Tuned di NBC News ha mostrato che almeno sei americani su dieci disapprovano la gestione del presidente in materia di commercio, dazi e inflazione.

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