Stati Uniti e Cina verso un accordo commerciale dopo mesi di tensioni
Dopo settimane di escalation nella guerra dei dazi, Washington e Pechino dichiarano “progressi sostanziali” e promettono la diffusione dei dettagli dell’accordo. Reazioni positive dai mercati, mentre i rischi di crisi economica sembrano attenuarsi.

Stati Uniti e Cina sembrano vicini a raggiungere un accordo commerciale quadro che potrebbe porre fine alla guerra dei dazi che negli ultimi mesi ha gravemente compromesso gli scambi tra le due maggiori economie mondiali, alimentando il rischio di una recessione globale. I dettagli dell’intesa, frutto di due giorni di negoziati intensi a Ginevra, saranno resi pubblici nella giornata di oggi, ma fonti ufficiali parlano già di un’intesa significativa.
Domenica la Casa Bianca ha diffuso una comunicazione ufficiale intitolata “Gli Stati Uniti annunciano un accordo commerciale con la Cina a Ginevra”, confermando l’esito positivo dei colloqui. Anche i funzionari cinesi hanno lasciato intendere che l’annuncio congiunto previsto per oggi conterrà “una buona notizia per il mondo”. Entrambe le parti hanno inoltre concordato la creazione di un meccanismo per negoziati futuri, segnalando l’intenzione di mantenere aperto un canale di dialogo strutturato.
Secondo quanto dichiarato dal Segretario al Tesoro americano Scott Bessent, i colloqui hanno prodotto “progressi sostanziali”. Il rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti, Jamieson Greer, ha sottolineato che “forse le differenze non erano così grandi come si pensava”, un segnale di svolta dopo settimane di dichiarazioni sempre più conflittuali.
La reazione dei mercati è stata immediata e positiva. I futures sull’S&P 500 hanno registrato un aumento dell’1,3%, mentre l’indice del dollaro USA ha guadagnato circa lo 0,3%, riflettendo un clima di maggiore fiducia tra gli investitori internazionali. Anche i rendimenti dei titoli di Stato americani sono rimasti stabili dopo l’annuncio, con il decennale statunitense attestato intorno al 4,38%.
L’accordo giunge in un momento particolarmente delicato, dopo che la guerra commerciale aveva raggiunto livelli critici. Gli Stati Uniti avevano portato i dazi sulle importazioni cinesi fino al 145%, un livello che aveva di fatto bloccato una parte rilevante degli scambi bilaterali. Bessent ha parlato di un “embargo commerciale” in atto, a testimonianza della gravità della situazione.
Le conseguenze economiche erano già visibili. Secondo un nuovo studio pubblicato dalla Federal Reserve venerdì scorso, i dazi avevano cominciato a esercitare una pressione al rialzo sui prezzi al consumo, ancor prima dell’entrata in vigore delle tariffe più elevate. Gli analisti delle catene di approvvigionamento e i rappresentanti del settore retail avevano lanciato l’allarme: gli Stati Uniti rischiavano di trovarsi a breve con scaffali vuoti e prezzi in rapido aumento, in una dinamica simile a quella sperimentata durante la pandemia di COVID.
Segnali concreti di crisi erano già emersi nel sistema logistico. Il traffico merci nel Porto di Los Angeles — il più grande scalo container degli Stati Uniti — ha registrato un marcato calo. I principali rivenditori avevano già dichiarato che l’aumento dei prezzi sarebbe stato inevitabile, a causa della compressione dei margini di profitto imposta dall’impennata dei dazi.
In questo contesto, l’intesa raggiunta a Ginevra sembra rappresentare un primo passo verso la stabilizzazione. Il fatto che entrambe le parti abbiano espresso pubblicamente soddisfazione e abbiano concordato un meccanismo per negoziati futuri potrebbe indicare una nuova fase nei rapporti tra Washington e Pechino, caratterizzata da maggiore cooperazione e minore conflittualità.