L'intelligenza artificiale eliminerà metà dei lavori d'ufficio, dice il CEO di Anthropic

Dario Amodei avverte che il tasso di disoccupazione potrebbe salire fino al 20%. “Il governo e le aziende devono smettere di edulcorare quello che sta arrivando”

L'intelligenza artificiale eliminerà metà dei lavori d'ufficio, dice il CEO di Anthropic

Dario Amodei, amministratore delegato di Anthropic, ha lanciato un nuovo avvertimento: nei prossimi uno-cinque anni, l’intelligenza artificiale potrebbe causare la scomparsa del 50% dei lavori d’ufficio entry-level e far salire il tasso di disoccupazione tra il 10% e il 20%.

Amodei, 42 anni, guida una delle aziende più potenti al mondo nello sviluppo di sistemi di IA. La sua previsione riguarda in particolare le professioni intellettuali a basso livello di esperienza, come quelle nei settori della tecnologia, della finanza, del diritto e della consulenza. Secondo il Ceo, il rischio che queste occupazioni vengano sostituite è imminente e sottovalutato. “La maggior parte di loro non è consapevole che questo sta per accadere”, ha dichiarato. “Sembra pazzesco, e le persone semplicemente non ci credono”.

A rendere il suo allarme ancora più significativo è il fatto che provenga da chi sta direttamente sviluppando le tecnologie in questione. Secondo Amodei, finora i principali attori — legislatori, imprenditori e opinione pubblica — hanno evitato il confronto con la portata del cambiamento imminente. “I legislatori non capiscono o non ci credono, gli amministratori delegati hanno paura di parlarne, e molti lavoratori non si renderanno conto dei rischi fino a quando non li colpiranno”, ha affermato.

Il problema, secondo il Ceo di Anthropic, è che “quasi nessuno sta prestando attenzione”. Il suo obiettivo è quello di scuotere istituzioni e imprese affinché si preparino a contenere gli impatti negativi di una tecnologia capace di riordinare la società in tempi brevissimi.

Il tema, ancora marginale nel dibattito pubblico, potrebbe diventare centrale nella prossima campagna elettorale presidenziale. A sostenerlo è Steve Bannon, figura di rilievo nella prima amministrazione Trump e conduttore del podcast War Room, uno dei più influenti dell’universo MAGA. “Non credo che nessuno stia prendendo in considerazione come i lavori amministrativi, manageriali e tecnologici per le persone sotto i 30 anni — lavori entry-level così importanti nei vent’anni — saranno annientati”, ha detto Bannon, prevedendo che l’IA sarà una questione di primo piano nel voto del 2028.

Amodei ha appena lanciato una nuova versione della sua IA, capace di programmare a livelli quasi umani, e ha condiviso uno scenario che definisce ossessionante: una società in cui l’IA consenta enormi progressi economici e scientifici, ma con gravi conseguenze occupazionali. “Il cancro viene curato, l’economia cresce del 10% all’anno, il bilancio è in pareggio — e il 20% delle persone non ha lavoro”, ha spiegato, delineando quello che considera uno sviluppo plausibile con l’espansione esponenziale del potere dell’IA.

Amodei ha inoltre rivelato che molti dirigenti di aziende di IA condividono privatamente le sue preoccupazioni, anche se evitano di esprimersi pubblicamente. Anche i più ottimisti, che credono nel potenziale dell’IA di rivoluzionare positivamente sanità e produttività, temono “un pericoloso dolore a breve termine” e un potenziale “bagno di sangue lavorativo” già durante l’attuale mandato del presidente Trump.

“Come produttori di questa tecnologia, abbiamo un dovere e un obbligo di essere onesti su quello che sta arrivando”, ha sottolineato Amodei. A suo avviso, la reazione dell’opinione pubblica è segnata da una dinamica paradossale: mentre le aziende lanciano avvertimenti sinceri, vengono spesso accusate di auto-promozione. “È una serie molto strana di dinamiche”, ha osservato. “Le aziende dicono: dovreste essere preoccupati per dove sta andando la tecnologia che stiamo costruendo, e i critici rispondono: non vi crediamo. State solo facendo pubblicità.” La sua risposta agli scettici è chiara: “E se avessero ragione?”

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