La geopolitica di Trump 2.0: appello a Putin per la fine della guerra in Ucraina ed ambizioni espansionistiche sulla Groenlandia.

La geopolitica di Trump 2.0: appello a Putin per la fine della guerra in Ucraina ed ambizioni espansionistiche sulla Groenlandia.
Trump firma ordini esecutivi nello Studio Ovale mentre parla con i giornalisti

Appena rimesso piede nella Casa Bianca, Donald Trump ha subito voluto mettere in chiaro le sue ambizioni geopolitiche.

Nel corso di una conferenza stampa alla Casa Bianca, Trump ha definito la guerra che Mosca sta conducendo in Ucraina da febbraio 2022 come “distruttiva” per la stessa Russia, sottolineando quanto il conflitto – durato ben oltre le iniziali previsioni – stia pesando duramente sul prestigio e sull’economia russa.

A quasi tre anni dall’invasione su vasta scala e a undici dalla prima presenza di truppe russe camuffate nella Crimea illegalmente occupata dai russi, il nuovo presidente americano ha ricordato come molti, all'inizio di questa tragedia, ritenessero che l’esito della guerra sarebbe stato deciso in una manciata di giorni o, al massimo, qualche settimana.

Invece, la guerra si è protratta, anche grazie agli aiuti occidentali, a tal punto da diventare un problema significativo per il Cremlino a lungo andare.

Il presidente americano, che in campagna elettorale aveva promesso di porre fine alla guerra “il primo giorno” di mandato, ha scherzato sulla discrepanza tra le sue promesse e i fatti: “Mi rimane ancora mezza giornata,” ha risposto ironicamente alle domande insistenti dei cronisti.

Ma subito dopo ha ribadito di voler cercare una soluzione rapida, sottolineando di aver parlato con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il quale si sarebbe detto disposto a un accordo. Secondo Trump, il vero interrogativo è se Vladimir Putin abbia lo stesso interesse a chiudere il conflitto.

Trump ha anche citato cifre di vittime altissime su entrambi i fronti, sostenendo che l’esercito russo abbia già perso quasi un milione di soldati e quello ucraino circa settecentomila tra morti e feriti gravi.

Si tratta di dati che Kyiv contesta, indicando un bilancio molto più contenuto per le proprie forze. Il Cremlino, dal canto suo, non rilascia numeri ufficiali, ma fonti occidentali ed ucraine stimano che nel solo 2024 i russi abbiano perso almeno 150.000 uomini e avuto oltre 400.000 feriti gravi.

Indipendentemente dalla veridicità delle cifre date da Trump, l’idea che la Russia stia “distruggendo se stessa” con una guerra così lunga è uno dei messaggi centrali della nuova Amministrazione Trump nel tentativo di convincere Putin ad un accordo.

Ma non è solo la situazione in Ucraina di cui si è discusso. Sempre dall’Ufficio Ovale, Trump ha riaffermato con forza la necessità di acquisire la Groenlandia, territorio autonomo danese, menzionando questioni di “sicurezza internazionale” americani.

Secondo il presidente, la posizione strategica della grande isola artica la renderebbe essenziale per difendere gli interessi statunitensi e occidentali proprio dall’espansionismo di Mosca e Pechino.

Ha infatti puntato il dito contro la presenza crescente di navi e possibili infrastrutture militari russe e cinesi nelle acque circostanti, sostenendo che la Danimarca non abbia i mezzi per difendere adeguatamente il territorio.

La proposta di mettere mano su un’area tanto vasta e ricca di risorse non è nuova: Trump aveva già ventilato l’idea di “comprare” la Groenlandia durante il suo primo mandato, incassando però un secco rifiuto da parte sia delle autorità di Copenaghen sia di quelle groenlandesi.

Adesso, tornato alla Casa Bianca, sembra voler riprendere in mano la questione con ancora maggiore determinazione. Le parole del presidente hanno provocato immediate reazioni in Danimarca, dove sono state convocate riunioni d’urgenza: le autorità danesi hanno ribadito che la Groenlandia non è “in vendita” e che la sua sovranità rimane fuori discussione.

Nonostante ciò, Trump è apparso convinto che la popolazione locale sarebbe più vicina agli Stati Uniti che non a Copenaghen. Ha menzionato un viaggio recente del figlio maggiore Donald Trump Jr. sull’isola, definendolo una sorta di missione esplorativa, e sostenendo che la gente del posto avrebbe accolto favorevolmente la prospettiva di un futuro americano.

Le dichiarazioni di Trump Jr., però, hanno incontrato la forte opposizione di alcuni deputati groenlandesi, che hanno parlato di una visita “messa in scena” per giustificare progetti privi di sostanza.

In questo clima, la Groenlandia si ritrova però al centro di un possibile conflitto geopolitico più ampio, con Trump che non ha escluso alcuna opzione, perfino l’uso della forza, pur di ottenerne il controllo.

Il mosaico si fa dunque sempre più intricato, e la piccola Danimarca – con il suo vasto territorio autonomo – rischia di diventare l’epicentro di manovre geopolitiche di grande portata del nuovo presidente repubblicano.

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