Gli Stati Uniti hanno espulso una bambina americana di 2 anni senza processo

La bambina di due anni, nata a New Orleans, è stata rimpatriata in Honduras insieme alla madre, mentre il padre tentava di fermare l'espulsione attraverso un ricorso urgente in tribunale

Gli Stati Uniti hanno espulso una bambina americana di 2 anni senza processo

Un giudice federale ha contestato l'espulsione in Honduras di una bambina di due anni, cittadina statunitense, avvenuta senza un processo. Il giudice distrettuale Terry Doughty, nominato dal presidente Trump, ha dichiarato che la minore sarebbe stata rimpatriata venerdì insieme alla madre e alla sorella, entrambe nate in Honduras, nonostante i tentativi del padre di impedirne l’allontanamento dagli Stati Uniti.

Il giudice ha fissato un'udienza per il 16 maggio, dichiarando che la decisione è stata presa “nell’interesse di dissipare il forte sospetto che il Governo abbia appena espulso una cittadina statunitense senza un processo significativo”. Il certificato di nascita, presentato in versione oscurata agli atti, conferma che V.M.L. è nata a New Orleans nel 2023.

La bambina si trovava con la madre e la sorella presso l'ufficio di Immigration and Customs Enforcement (ICE) di New Orleans per un regolare controllo martedì scorso, quando sono state arrestate ed è stata avviata la procedura di espulsione. Secondo le autorità dell'amministrazione Trump, la madre avrebbe espresso il desiderio di portare con sé la figlia di due anni in Honduras. Per dimostrarlo gli agenti dell'ICE hanno una nota scritta in spagnolo che ne confermerebbe l’intenzione. Tuttavia, il giudice Doughty ha espresso dubbi sulla veridicità di tali informazioni.

“Il Governo sostiene che tutto questo sia corretto perché la madre desidera che la bambina venga espulsa con lei”, ha scritto Doughty. “Ma il tribunale non può esserne certo”.

La controversia giudiziaria è esplosa giovedì, quando gli avvocati della famiglia hanno depositato un ricorso d’urgenza presso il distretto occidentale della Louisiana per chiedere il rilascio immediato della bambina dalla custodia dell'ICE e la dichiarazione che la sua detenzione fosse illegittima. Il ricorso è stato presentato a nome di Trish Mack, individuata dagli avvocati come la persona designata dal padre della bambina per assumerne la custodia e riportarla a casa.

Gli avvocati del tutore hanno riferito che il padre aveva tentato invano di contattare la madre per discutere della situazione della figlia, ma gli agenti dell'ICE gli hanno impedito di parlarci. È stata concessa solo una breve telefonata di circa un minuto martedì, durante la quale i genitori non hanno potuto prendere decisioni concrete.

In quanto cittadina statunitense, la bambine dovrebbe avere presumibilmente la possibilità di rientrare negli Stati Uniti, rendendo il suo caso diverso da altri che hanno recentemente attirato l’attenzione nazionale. Tra questi c'è il caso di Kilmar Abrego Garcia, cittadino salvadoregno rimpatriato nel proprio paese nonostante un ordine del tribunale sull’immigrazione del 2019 che ne vietava l'espulsione.

Il giudice Doughty ha cercato di approfondire personalmente la vicenda venerdì, tentando di contattare telefonicamente la madre della bambina per accertare se avesse realmente deciso di portare con sé la figlia. Gli è stato però comunicato che l’aereo con a bordo la famiglia era già in volo sopra il Golfo d’America e, poco dopo, che non era possibile mettersi in contatto con la donna poiché lei e la bambina erano già state rilasciate in Honduras. Di conseguenza, il giudice ha confermato la data dell’udienza per il 16 maggio.

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