Crolla il consenso di Trump: economia e immigrazione penalizzano il presidente
A 100 giorni dall'insediamento Trump registra il peggior calo di approvazione della storia presidenziale americana, con un netto spostamento delle priorità degli elettori verso temi economici sfavorevoli al presidente

A cento giorni dal suo insediamento, il presidente Donald Trump sta affrontando un significativo calo di consenso sia sull'approvazione generale sia sulla gestione delle principali questioni politiche. Lo rileva un'analisi di G. Elliott Morris in cui si evidenzia come la popolarità di Trump sia penalizzata in particolare dalla gestione dell’economia e dell’immigrazione.
Secondo Morris, Trump registra oggi un indice netto di approvazione pari a -9,5 punti, con il 43,5% degli americani che approvano il suo operato e il 53% che lo disapprovano. Questi numeri segnano un peggioramento rispetto all'inizio del suo secondo mandato, quando la sua approvazione si attestava al 50%. Ancora più rilevante, la disapprovazione è aumentata rispetto al primo mandato: nel 2017, nello stesso arco temporale, il tasso di disapprovazione era pari al 51,2%.
Il deterioramento dell'immagine presidenziale si riflette anche nei giudizi specifici sui singoli temi. L’ambito che registra il calo più marcato è la gestione dell’inflazione e del costo della vita. Al 30 gennaio 2025, secondo i dati medi elaborati dal sondaggista Adam Carlson, il 40% degli americani approvava la gestione dei prezzi da parte di Trump; oggi questa quota è scesa al 38%, mentre il 59% esprime una valutazione negativa. Parallelamente, la gestione dell'economia, che a gennaio era un punto di forza (+7 punti netti), ora vede Trump sotto di 14 punti.

Il calo della fiducia riguarda anche il tema dell'immigrazione, un pilastro della campagna elettorale repubblicana del 2024. Nonostante una iniziale approvazione netta di +5 punti, l’atteggiamento degli elettori è cambiato radicalmente dopo l'episodio del 12 aprile. In quell’occasione, Trump rifiutò di riportare negli Stati Uniti Kilmer Abrego Garcia, un immigrato senza documenti trasferito in una prigione anti-terrorismo in El Salvador, scatenando un'ondata di critiche. Oggi, il consenso sulle politiche migratorie del presidente è sceso a -3 punti netti.
Morris interpreta questa dinamica come un esempio di come i dettagli delle politiche possano influenzare negativamente la percezione generale su un tema. L’espulsione di residenti legali e genitori di cittadini statunitensi ha provocato un effetto contrario rispetto all’intento originario, erodendo il vantaggio competitivo dei repubblicani sull'immigrazione.
Parallelamente al calo di approvazione, è cambiata anche la gerarchia delle preoccupazioni degli americani. Un sondaggio Gallup di aprile 2025 evidenzia un aumento dell’importanza percepita di temi come economia, sanità, sicurezza sociale, spesa federale e disoccupazione. Al contrario, diminuisce l’attenzione su criminalità, immigrazione clandestina, uso di droghe, minacce terroristiche, fame, senzatetto, costo dell'energia e relazioni razziali.
Questi cambiamenti riflettono una polarizzazione nelle priorità tra elettori repubblicani e democratici. In particolare, mentre la preoccupazione per l'economia tra i repubblicani è diminuita del 16%, tra i democratici è aumentata del 34%, contribuendo a spostare il focus su temi in cui il Partito Democratico gode di maggiore fiducia.
Questo fenomeno viene interpretato da Morris anche attraverso la lente della "thermostatic politics", un concetto della scienza politica che descrive come gli elettori tendano a riequilibrare le politiche governative percepite come troppo "calde" o "fredde". L'idea è che, con un repubblicano alla Casa Bianca, le preoccupazioni su temi tradizionalmente favorevoli ai repubblicani diminuiscano, mentre aumenti l’attenzione su questioni più vicine al programma democratico.
Morris sottolinea che, pur esistendo una componente fisiologica di "regolazione termostatica", l’attuale dinamica può essere attribuita in gran parte anche a errori concreti di gestione da parte del presidente. Le misure commerciali, inclusi dazi impopolari, e la gestione controversa delle espulsioni hanno provocato un raffreddamento del consenso.