Zohran Mamdani vince a sorpresa primarie a New York

Il deputato socialista batte l’ex governatore nelle primarie per il sindaco, ribaltando le previsioni e conquistando l’elettorato con una campagna incentrata sull’accessibilità economica

Zohran Mamdani vince a sorpresa primarie a New York
Bingjiefu He/Wikipedia Commons

Zohran Mamdani, deputato democratico-socialista di 33 anni, ha vinto le primarie democratiche per la carica di sindaco di New York, superando l’ex governatore Andrew Cuomo, che ha ufficialmente ammesso la sconfitta. Il risultato, che sarà definitivo solo dopo aver concluso il conteggio dei voti con il sistema a scelta multipla previsto per il 1° luglio, è un momento di svolta nella politica della città e del Partito Democratico.

Con il 93% dei voti scrutinati, Mamdani ha ottenuti il 43,5% delle preferenze come prima scelta, contro il 36,4% di Cuomo. L’outsider ha potuto contare su una campagna capillare e partecipata, con oltre 50.000 volontari, e sull’alleanza con il terzo classificato Brad Lander, a sua volta sostenitore di una politica progressista. Cuomo, che era davanti a quasi tutti i sondaggi e che ha speso oltre 20 milioni di dollari, ha riconosciuto la sconfitta martedì sera: “Questa non è stata la nostra serata”, ha dichiarato. “Ha vinto. Se l’è meritata”.

Mamdani è figlio di immigrati indiani, nato in Uganda ed era poco noto al grande pubblico fino a pochi mesi fa. La vittoria alle elezioni generali, considerando quanto è Democratica la città di New York è quasi certa.

Il suo programma ha puntato con forza sulla questione dell’accessibilità economica, proponendo il blocco degli affitti per oltre un milione di appartamenti regolamentati, l’istituzione di supermercati pubblici, autobus gratuiti e tasse più alte per i ricchi. Il messaggio ha funzionato soprattutto tra giovani elettori, residenti in quartieri in via di gentrificazione, e comunità di immigrati, in particolare quella musulmana e sudasiatica.

I dati preliminari mostrano un aumento dell’affluenza del 5% rispetto al 2021, con oltre 980.000 votanti, il numero più alto dal 1989. Mamdani è riuscito a conquistare voti anche in aree storicamente meno favorevoli ai democratici socialisti, comprese zone latine del Queens e quartieri sudasiatici che nel 2021 avevano sostenuto il moderato Eric Adams.

Proprio Adams, sindaco uscente, ha deciso di non partecipare alle primarie, scegliendo di candidarsi come indipendente dopo il crollo della sua popolarità in seguito all’alleanza con l’amministrazione Trump, che ha archiviato le accuse federali di corruzione a suo carico in cambio di un approccio duro all'immigrazione. Alla sfida di novembre parteciperanno anche il repubblicano Curtis Sliwa, già candidato nel 2021, l’avvocato indipendente Jim Walden e lo stesso Cuomo.

Durante la campagna, Mamdani ha ricevuto minacce di morte a causa della sua fede musulmana. In risposta, ha ribadito il suo impegno per i diritti umani: “Non abbandonerò le mie convinzioni né i miei impegni”, ha detto nel discorso di vittoria. La sua alleanza con Lander, e il sostegno ricevuto da Alexandria Ocasio-Cortez e Bernie Sanders, sono stati centrali per consolidare una coalizione ampia che gli permettesse di vincere.

La candidatura di Cuomo, invece, ha fatto leva sulla nostalgia per i suoi briefing durante la pandemia, sui traguardi istituzionali ottenuti — come il matrimonio egualitario e la ricostruzione dell’aeroporto LaGuardia — e sull’appoggio dell’ex presidente Bill Clinton. Ma il suo ritorno in politica, quattro anni dopo le dimissioni per le accuse di molestie sessuali e cattiva gestione del Covid, è apparso privo di slancio. Il candidato ha evitato i dibattiti e ha fatto campagna soprattutto in ambienti favorevoli come chiese e sindacati.

La sconfitta di Cuomo segna l'epilogo per una dinastia politica iniziata con il padre Mario, governatore dello Stato di New York dal 1983 al 1994. Nonostante il sostegno del Partito Democratico locale, dei principali sindacati e degli ambienti finanziari, il messaggio dell’ex governatore è apparso distante dalle preoccupazioni quotidiane degli elettori.

Le critiche a Mamdani si sono concentrate sulla sua inesperienza amministrativa: eletto all’Assemblea statale nel 2020, ha guidato un piccolo staff e non ha approvato molte leggi. La gestione di una città con 300.000 dipendenti pubblici rappresenterebbe un salto notevole. Ma Mamdani ha risposto puntando sulla forza della sua mobilitazione: “I giorni delle vittorie morali sono finiti”, ha detto. “Questa campagna vincerà — e sarà grazie a ciascuno di voi”.

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