"Vibe shift" alla Casa Bianca: l'economia passa da soluzione a problema per Trump
Il presidente, eletto principalmente per la promessa di migliorare la situazione economica, si trova ora a fronteggiare un crescente malcontento tra gli elettori americani, che lo vedono sempre più come un leader vicino alle élite e distante dai problemi della classe media

Dopo appena due mesi dall'insediamento alla Casa Bianca, il presidente Donald Trump sta già affrontando un significativo calo di consensi, soprattutto sul fronte economico. Secondo un'analisi pubblicata da G. Elliott Morris nella sua newsletter "Strength In Numbers", il tasso di approvazione complessivo del presidente si attesta attualmente al 48,0%, con un tasso di disapprovazione del 48,7%, numeri che rappresentano un segnale preoccupante per un'amministrazione appena insediata.
Morris, analista di dati politici ed ex direttore della parte di data analytics di ABC News/FiveThirtyEight, spiega come l'economia, tema centrale della campagna elettorale che ha portato Trump alla vittoria contro Kamala Harris nel novembre 2024, sembri ora trasformarsi nel suo tallone d'Achille.
Un recente sondaggio di Echelon Insights rivela che il 49% degli elettori ritiene che il paese stia andando nella direzione sbagliata, mentre il 41% indica l'economia o il costo della vita come la questione più importante. La maggior parte dei cittadini ritiene che la situazione economica stia peggiorando piuttosto che migliorando, e gli elettori disapprovano la gestione economica del presidente con uno scarto di 2 punti percentuali.
Ancora più significativo è il sondaggio CNN/SSRS della scorsa settimana, che ha rilevato un tasso di disapprovazione del 56% sulla gestione dell'economia da parte di Trump, contro un 44% di approvazione. Si tratta del più alto tasso di disapprovazione economica mai registrato per Trump nei sondaggi CNN, superando anche il precedente picco del 49% registrato nel dicembre 2017, durante il suo primo mandato.
Nella sua analisi, Morris sottolinea un altro elemento che emerge dai sondaggi: la percezione che Trump non rappresenti realmente gli interessi della classe media e lavoratrice. Secondo un recente sondaggio YouGov, l'87% degli americani ritiene che Trump si preoccupi "molto/abbastanza" dei bisogni e dei problemi degli americani benestanti, la percentuale più alta tra tutti i gruppi testati. Il 77% ritiene che si preoccupi degli americani bianchi, il 73% degli uomini e il 72% dei repubblicani. Questi dati contraddicono l'immagine di "uomo comune" e di "candidato del popolo" che Trump ha cercato di proiettare durante la campagna elettorale.
Questa percezione rischia di essere particolarmente problematica considerando il successo ottenuto da Trump tra gli elettori della working class nelle elezioni del 2024. Se questi elettori arriveranno a credere che Trump non stia realmente lottando per loro, il suo sostegno potrebbe rapidamente erodersi. E l'attuale situazione economica non sta certamente giocando a suo favore.
Morris ricorda che l'economia e l'inflazione sono stati i temi che hanno portato Trump alla vittoria elettorale nel 2024. I dati di AP VoteCast confermano che l'inflazione è stata la questione più influente nella campagna, e un tema su cui Trump aveva un forte vantaggio. Ma Trump non ha vinto perché gli elettori amassero particolarmente lui o le sue idee economiche (entrambi i candidati erano impopolari alla vigilia delle elezioni 2024). Trump ha vinto perché non era il candidato uscente.