Un'altra proroga ai dazi contro la Cina

Trump firma il decreto che estende fino al 10 novembre l’accordo sui dazi, mantenendo al 30% le tariffe su prodotti cinesi e al 10% quelle di Pechino sui beni statunitensi. L’oro resta escluso dalle nuove misure.

Un'altra proroga ai dazi contro la Cina

Il presidente statunitense Donald Trump ha deciso lunedì 11 agosto di estendere di novanta giorni la tregua commerciale con la Cina, a poche ore dalla scadenza fissata per il 12 agosto. Il provvedimento, formalizzato con un decreto presidenziale, prolunga fino al 10 novembre l’accordo raggiunto a maggio a Ginevra, volto a contenere le tensioni sui dazi tra Washington e Pechino.

Nella nota ufficiale, Trump ha affermato che la Cina “continua a prendere misure importanti (…) per rispondere alle preoccupazioni degli Stati Uniti in materia di sicurezza economica e nazionale”, spiegando di aver ritenuto “necessario e appropriato” mantenere la tregua.

L’intesa di maggio aveva fissato al 30% la maggiorazione statunitense sui prodotti cinesi, mentre le tariffe imposte da Pechino sui beni americani restano al 10%. Nei mesi successivi, le delegazioni dei due paesi hanno condotto più cicli di colloqui a Londra e a Stoccolma per consolidare l’intesa e scongiurare un nuovo irrigidimento, sebbene fino all’11 agosto non fosse stata annunciata alcuna proroga ufficiale.

Poche ore prima della firma, il presidente aveva definito le trattative “piuttosto buone” e ribadito il buon rapporto con il leader cinese Xi Jinping. Da Pechino, il portavoce del ministero degli esteri Lin Jian ha espresso la speranza di una “soluzione positiva”, richiamando il “consenso importante” raggiunto dai due capi di Stato in una recente conversazione telefonica e auspicando progressi “sulla base di uguaglianza, rispetto e reciproco beneficio”.

Secondo il rappresentante al commercio statunitense Jamieson Greer, la decisione finale sulla proroga spettava a Trump, che nelle ultime ore aveva cercato ulteriori concessioni, arrivando a chiedere pubblicamente alla Cina, tramite un messaggio su Truth Social, di “quadruplicare gli acquisti di soia americana”.

Il presidente ha inoltre confermato che l’oro resterà escluso dai nuovi dazi imposti dall’amministrazione. Negli ultimi giorni, un articolo del Financial Times e un documento delle dogane statunitensi avevano alimentato timori tra gli investitori per una possibile tassazione di alcuni lingotti, spingendo il prezzo del metallo prezioso a un nuovo massimo storico.

Dall’insediamento a gennaio, Trump ha introdotto nuove ondate di dazi su prodotti importati da diversi paesi, con aliquote comprese tra il 10% e il 50%, a cui si aggiungono misure specifiche per settori come l’automobile, l’acciaio, l’alluminio e il rame. Il presidente ha anche minacciato ulteriori tariffe su farmaceutica e semiconduttori, motivandole come protezione dell’industria nazionale o come sanzione politica verso determinati Stati.

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