Trump vuole chiamare Powell per chiedere un taglio dei tassi

Il presidente ha dichiarato di voler contattare il capo della Federal Reserve, aumentando i timori di interferenze politiche sull’indipendenza della banca centrale americana.

Trump vuole chiamare Powell per chiedere un taglio dei tassi

Il presidente Donald Trump ha dichiarato mercoledì di star valutando di contattare direttamente Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, per sollecitare un taglio dei tassi d’interesse. "Potrei chiamarlo. Non l'ho ancora fatto, ma credo che stia commettendo un errore non abbassando i tassi d'interesse", ha affermato Trump durante un incontro con i giornalisti nello Studio Ovale.

Le dichiarazioni del presidente assumono particolare rilevanza alla luce delle recenti oscillazioni dei mercati finanziari. Nelle ultime settimane, i timori su un possibile licenziamento di Powell da parte di Trump avevano causato un crollo delle borse, salvo poi un parziale recupero dopo che il presidente aveva assicurato di "non avere intenzione" di procedere in tal senso. Tuttavia, la minaccia di intervenire direttamente sulle decisioni della banca centrale americana potrebbe riaccendere le preoccupazioni sull'indipendenza dell'istituzione monetaria.

Trump ha sottolineato di aspettarsi che Powell "faccia la cosa giusta", specificando che, a suo avviso, ciò consisterebbe in un abbassamento dei tassi d’interesse. Tali affermazioni rappresentano una pressione diretta da parte del potere esecutivo su un organismo che, per tradizione, opera in modo indipendente dalle dinamiche politiche.

Negli ultimi cinquant'anni, nessun presidente statunitense aveva tentato in modo esplicito di influenzare la Federal Reserve affinché modificasse la propria politica sui tassi. L'ultimo episodio risale agli anni Settanta, quando il presidente Richard Nixon esercitò pressioni sul presidente della Fed Arthur Burns per mantenere una politica monetaria espansiva in vista delle elezioni del 1972. Sebbene quella pressione sembrò inizialmente efficace, ebbe conseguenze negative a lungo termine, contribuendo a un'alta inflazione che caratterizzò gli anni successivi. L'interferenza di Nixon è tuttora ricordata come un monito dei pericoli associati alla politicizzazione della politica monetaria.

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