Trump valuta riduzione dei dazi sulla Cina all'80% prima dei colloqui in Svizzera

Il presidente statunitense suggerisce una riduzione dei dazi rispetto ai livelli attuali, ma la reazione di Pechino è negativa. Intanto, i mercati restano cauti in attesa dell’incontro tra le due delegazioni

Trump valuta riduzione dei dazi sulla Cina all'80% prima dei colloqui in Svizzera

Il presidente Donald Trump ha proposto una riduzione dei dazi sulle importazioni cinesi all’80%, in vista dei colloqui commerciali previsti per sabato in Svizzera tra alti funzionari di Stati Uniti e Cina. La proposta, annunciata tramite un post sul suo social network Truth Social, porterebbe a un calo rispetto all’attuale livello del 145%, mantenendo comunque i dazi a livelli altissimi.

“Un dazio dell’80% sulla Cina sembra giusto! Tocca a Scott B.”, ha scritto Trump, facendo riferimento al Segretario al Tesoro Scott Bessent, incaricato di guidare la delegazione statunitense durante i negoziati. La mossa è stata interpretata da alcuni osservatori come un potenziale segnale di apertura da parte dell’amministrazione americana, seppure parziale. Tuttavia, la risposta ufficiale da parte di Pechino è stata tutt’altro che incoraggiante.

Secondo quanto riportato, il Ministero del Commercio cinese ha emesso una dichiarazione venerdì mattina in cui ha condannato “l’abuso” dei dazi da parte degli Stati Uniti. La nota lascia intendere che la riduzione proposta non sia sufficiente a modificare la posizione cinese, né a ristabilire un clima di fiducia tra le due potenze economiche.

La guerra commerciale in corso tra Washington e Pechino ha già prodotto effetti tangibili sul piano economico. Le esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti hanno registrato un calo del 21% nel solo mese di aprile. Nonostante ciò, la Cina ha parzialmente compensato la perdita trovando nuovi mercati per i propri prodotti, riuscendo ad aumentare le esportazioni complessive.

Le tensioni hanno anche avuto ripercussioni sui mercati finanziari. L’indice S&P 500, dopo aver subito un netto calo in seguito all’annuncio dei dazi del “Giorno della Liberazione” il 2 aprile, ha in parte recuperato, pur rimanendo in territorio negativo rispetto all’inizio dell’anno e con performance inferiori rispetto agli altri principali indici internazionali. Venerdì, le borse statunitensi hanno inizialmente registrato un nuovo calo dopo l’annuncio della proposta di dazio all’80%, salvo poi rimbalzare in seguito a un ulteriore post di Trump su Truth Social, in cui il presidente ha dichiarato che molti altri accordi commerciali sarebbero “in arrivo”. Il mercato si è infine stabilizzato dopo la pubblicazione della dichiarazione del governo cinese.

Il contesto di questi colloqui è quindi segnato da una forte incertezza. Se da un lato l’annuncio dell’incontro in territorio neutrale è stato accolto da alcuni analisti come un segnale positivo, dall’altro l’insistenza dell’amministrazione Trump su tariffe molto elevate potrebbe compromettere la possibilità di progressi concreti. Non è chiaro se dall’incontro emergerà una dichiarazione congiunta, un accordo preliminare o se il confronto si concluderà senza risultati tangibili.

In Cina, alcuni account sui social media vicini ai media statali hanno commentato gli sviluppi della giornata, indicando una disponibilità al dialogo da parte di Pechino. Tuttavia, è stato chiarito che negoziare non significa necessariamente fare concessioni. Questo messaggio appare in linea con la posizione ufficiale del governo cinese, che continua a rifiutare l’approccio unilaterale adottato da Washington in materia di commercio.

La proposta di Trump, pur rappresentando una riduzione delle tariffe rispetto al livello massimo del 145%, mantiene un’impostazione protezionistica marcata, con dazi che restano estremamente più alti rispetto a quelli che avevano caratterizzato le relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina fino a pochi anni fa.

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