Trump sospende per un mese i dazi sull'industria automobilistica per Canada e Messico
Il settore automobilistico ottiene un'esenzione temporanea dai nuovi dazi imposti ai Paesi alleati nordamericani, ma l'Amministrazione Trump conferma la linea dura sul resto.

L'amministrazione Trump ha deciso di allentare temporaneamente i dazi recentemente imposti sui due Paesi alleati nordamericani, concedendo un'esenzione di un mese al settore automobilistico che non dovrà così pagare i nuovi dazi sulle importazioni.
La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha annunciato durante un briefing con la stampa che "su richiesta delle aziende associate all'USMCA, il presidente sta concedendo loro un'esenzione di un mese in modo che non si trovino in una situazione di svantaggio economico".
Il riferimento è all'accordo commerciale tra Stati Uniti, Messico e Canada firmato durante il primo mandato di Trump.
Secondo quanto comunicato dalla portavoce, la richiesta sarebbe arrivata direttamente dai dirigenti di Ford, Stellantis e General Motors, che hanno espresso preoccupazione per l'impatto immediato che i dazi avrebbero avuto sul settore automobilistico, fortemente dipendente dal libero scambio con Canada e Messico.
Nonostante questa concessione, i dazi del 25% su Canada e Messico continueranno a coprire una vasta gamma di altre importazioni, mentre anche i dazi del 20% sulle merci provenienti dalla Cina restano invariati.
Leavitt ha ribadito che i dazi rappresentano un elemento centrale della politica economica di Trump, segnalando che i produttori di automobili dovrebbero pianificare adeguamenti a lungo termine.
"I dazi reciproci entreranno in vigore il 2 aprile, e su questo il presidente è irremovibile — nessuna eccezione, nessuna esenzione", ha dichiarato la portavoce.
Il presidente avrebbe inoltre esortato i produttori automobilistici a "iniziare a investire, a muoversi — spostare la produzione qui negli Stati Uniti d'America dove non pagheranno alcun dazio."
La Casa Bianca ha tentato di differenziare le varie proposte di dazi, spiegando che quelli su Canada, Messico e Cina riguardano il controllo del flusso di fentanyl negli Stati Uniti, differenziandoli dalle indagini sui dazi sul legname che derivano invece da preoccupazioni per la sicurezza nazionale.
Nonostante l'alleggerimento temporaneo, Trump ha espresso insoddisfazione per le azioni intraprese da Canada e Messico sul fronte del fentanyl.
In un post su Truth Social, descrivendo una conversazione con il primo ministro canadese Justin Trudeau, Trump ha scritto:
"Gli ho detto che molte persone sono morte a causa del fentanyl entrato attraverso i confini di Canada e Messico, e nulla mi ha convinto che questo sia stato fermato. Lui ha detto che la situazione è migliorata, ma io ho risposto: 'Non è abbastanza'".

La volatilità della politica di Trump è pienamente visibile anche nel mercato azionario, che negli ultimi giorni ha oscillato in sincronia con le notizie sui dazi. I titoli sono tornati in territorio positivo dopo le notizie sul rinvio dei dazi, con un forte aumento delle azioni delle tre case automobilistiche coinvolte.
L'incertezza sull'attuazione dei dazi rappresenta, però, un rischio per l'economia tanto quanto i dazi stessi.
Il Segretario al Commercio Howard Lutnick ha aumentato la confusione affermando che i settori risparmiati da questi dazi potrebbero essere inclusi nel nuovo ciclo di dazi che saranno annunciati all'inizio di aprile.
Tutto questo ha peggiorato ulteriormente l'incertezza per le aziende che al momento si trovano già abbastanza in difficoltà, mancando abbastanza chiarezza su se e quando i dazi sulle importazioni saranno revocati e/o implementati.