Trump rivendica di aver concluso "sei guerre" mentre tratta la pace tra Ucraina e Russia. Ma è davvero così?

Il presidente americano sostiene di aver risolto diversi conflitti internazionali, ma molte delle crisi rimangono in realtà irrisolte nonostante gli accordi siglati.

Trump rivendica di aver concluso "sei guerre" mentre tratta la pace tra Ucraina e Russia. Ma è davvero così?

Il presidente Donald Trump ha rivendicato ieri di aver concluso "sei guerre" durante la sua presidenza, mentre cerca a promuovere il suo desiderio di raggiungere un accordo di pace tra Ucraina e Russia. Parlando con i giornalisti alla Casa Bianca, Trump ha ripetuto più volte di aver fermato sei conflitti e che quello tra Ucraina e Russia sarebbe il settimo. "Pensavo che questo potesse essere il più facile", ha dichiarato il presidente americano riferendosi alla crisi ucraina.

Trump si sta presentando come un pacificatore e sta promuovendo la propria candidatura per il Premio Nobel per la Pace, anche se i suoi critici hanno messo in discussione la sua decisione di bombardare l'Iran e la sua gestione delle crisi in Ucraina e Gaza. Lo scorso luglio, il presidente aveva addirittura affermato di aver concluso circa una guerra al mese durante la sua presidenza.

Secondo quanto riportato da Axios, quando la testata ha inviato alla Casa Bianca una lista dei conflitti menzionati da Trump per avere conferma che fossero i "sei" a cui si riferiva, un portavoce ha confermato aggiungendone poi un settimo. Tuttavia, due conflitti nella lista della Casa Bianca risalgono al suo primo mandato presidenziale, ed in uno di questi casi (tra Etiopia ed Egitto) non è stato effettivamente firmato alcun accordo.

La realtà è che molti dei conflitti non sono stati completamente risolti e le guerre in Ucraina e Gaza continuano nonostante le promesse di Trump di porvi fine immediatamente dopo la sua elezione. Ciononostante, il presidente ha indubbiamente ottenuto diversi successi diplomatici all'inizio del suo secondo mandato.

Armenia e Azerbaijan

I leader di Armenia e Azerbaijan hanno firmato un accordo di pace all'inizio di agosto alla Casa Bianca. I due Paesi hanno combattuto una serie di conflitti transfrontalieri dalla fine degli anni '80, più recentemente nel 2023, quando l'Azerbaijan ha preso il controllo del territorio conteso del Nagorno-Karabakh.

Trump ha dichiarato che, a seguito di questo accordo, i due Paesi "saranno amici per molto tempo". Ma le opinioni degli esperti sono divise sulla capacità di questo accordo di garantire effettivamente stabilità nella regione del Caucaso.

L'accordo prevede la creazione di un'importante via di transito tra i territori, che hanno un confine chiuso e altamente militarizzato. Sarà chiamata "Trump Route for International Peace and Prosperity". Iran e Russia hanno entrambi espresso obiezioni all'accordo, con funzionari governativi iraniani che hanno avvisato che gli Stati Uniti stanno, in questo modo, pericolosamente cercando di cambiare l'equilibrio geopolitico della regione.

Repubblica Democratica del Congo e Rwanda

La Repubblica Democratica del Congo e il Rwanda sono stati coinvolti in un conflitto transfrontaliero per diversi anni, che ha portato allo sfollamento di milioni di persone e a una massiccia crisi umanitaria. I due Paesi hanno poi firmato un accordo di pace mediato dagli Stati Uniti alla Casa Bianca a giugno.

"Oggi, la violenza e la distruzione giungono al termine, e l'intera regione inizia un nuovo capitolo di speranza e opportunità, armonia, prosperità e pace", ha dichiarato Trump a giugno. Tuttavia, l'esercito congolese e il gruppo ribelle M23 sostenuto dal Rwanda si sono già accusati a vicenda di violare l'accordo di pace attraverso attacchi ed invio di truppe vicino al confine.

Israele e Iran

Trump ha bombardato i siti nucleari dell'Iran durante la guerra durata dodici giorni a giugno, per poi mediare un cessate il fuoco tra Iran e Israele per porvi fine. L'affermazione di Trump di aver raggiunto la pace è altamente discutibile, dato che gli Stati Uniti sono stati parte integrante dello sforzo bellico. Ma la Casa Bianca sostiene che gli attacchi hanno rallentato il programma nucleare iraniano e ridotto il rischio di ulteriori conflitti in futuro.

Tuttavia, Israele afferma di mantenere il diritto di attaccare nuovamente l'Iran se inizierà a ricostruire il suo programma nucleare, quindi permane la preoccupazione che la guerra tra i due Paesi possa scoppiare di nuovo. Trump afferma di volere nuovi negoziati sul programma nucleare dell'Iran, ma non sono stati fatti progressi su questo fronte.

India e Pakistan

Trump e altri leader mondiali hanno chiesto la calma tra le due nazioni a maggio dopo che l'esercito indiano ha lanciato attacchi mortali contro obiettivi pakistani, a seguito di un attacco terroristico nel territorio del Kashmir conteso amministrato dall'India. Era la prima volta che l'India attaccava il Pakistan dal 2019, mentre le due nazioni affrontano tensioni sempre più crescenti nella regione contesa del Kashmir.

Trump ha annunciato un "cessate il fuoco completo e immediato" a maggio e da allora ha affermato di aver sfruttato il commercio con gli Stati Uniti per far cessare i combattimenti tra i due Paesi. Tuttavia, l'India, che si oppone a qualsiasi intervento esterno nella disputa sul Kashmir, ha ripetutamente respinto l'idea che Trump abbia negoziato il cessate il fuoco, cosa che potrebbe aver contribuito al recente deterioramento delle relazioni tra New Delhi e Washington.

Cambogia e Thailandia

Cambogia e Thailandia hanno concordato un cessate il fuoco incondizionato a luglio per risolvere un conflitto transfrontaliero di cinque giorni che ha portato a decine di morti e migliaia di sfollati, secondo l'Associated Press. L'accordo è stato firmato in Malesia dopo che le due nazioni hanno subito pressioni in questo senso da Trump, che ha avvertito che gli Stati Uniti potrebbero non raggiungere accordi commerciali con nessuno dei due Paesi in caso contrario.

Tuttavia, l'accordo di tregua è stato immediatamente messo alla prova dopo che i due Paesi si sono accusati a vicenda di aver effettuato attacchi e di averlo violato. Anche la Cina ha recentemente esortato entrambi i Paesi a trovare un accordo sui confini, secondo Reuters.

Egitto ed Etiopia (primo mandato)

Egitto ed Etiopia si trovano in una situazione di stallo diplomatico da anni per il progetto della costruzione della Grande Diga del Rinascimento Etiope sul fiume Nilo, che l'Egitto teme minaccerà il suo approvvigionamento idrico. La Casa Bianca ha detto ad Axios che questo dovrebbe essere considerato una guerra che Trump ha risolto, anche se non c'è stata né una guerra né un accordo di pace. Trump sostiene invece che ci sarebbe stata una guerra se non fosse intervenuto.

Gli Stati Uniti hanno cercato di mediare un accordo durante il primo mandato di Trump, ma l'Etiopia si è ritirata dai colloqui. Trump ha poi sospeso alcuni aiuti all'Etiopia per i limitati progressi raggiunti. L'Etiopia ha successivamente accusato Trump di incitare alla guerra quando ha detto che l'Egitto avrebbe "finito per far saltare in aria la diga". Al 2025 i due Paesi stanno ancora negoziando sull'uso appropriato della diga ed a luglio, l'Egitto ha accusato l'Etiopia di non avere la volontà politica per raggiungere un accordo.

Serbia e Kosovo (primo mandato)

Il Kosovo ha dichiarato la sua indipendenza dalla Serbia nel 2008, un decennio dopo la guerra del Kosovo, ma la Serbia non riconosce la sua indipendenza ed il conflitto sull'identità nazionale e le dispute territoriali continua a covare sotto il tappeto. L'Amministrazione Trump ha mediato un accordo di pace limitato tra le due nazioni nel 2020.

L'Accordo di Washington, come è stato chiamato, era un accordo di normalizzazione economica a breve termine tra le due nazioni. Tuttavia, le tensioni tra Serbia e Kosovo rimangono irrisolte ancora oggi. I funzionari della NATO hanno più volte esortato le due nazioni ad accelerare i colloqui per trovare un accordo di pace duraturo.

Conclusione

L'analisi dettagliata dei conflitti menzionati da Trump come risolti, rivela, dunque, una realtà complessa: sebbene il presidente abbia effettivamente facilitato alcuni accordi diplomatici, la maggior parte delle crisi rimane irrisolta o solo parzialmente affrontata. La sua affermazione di aver "concluso" sei guerre appare, dunque, più come una rivendicazione politica che come una descrizione accurata della situazione sul campo, dove molti di questi conflitti irrisolti continuano a rappresentare fonti di forte instabilità regionale.

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