Trump raddoppia i dazi sull’acciaio
Il presidente annuncia a Pittsburgh un inasprimento delle tariffe sulle importazioni e legittima l’acquisizione di US Steel da parte di Nippon Steel, ribaltando la posizione espressa durante la campagna elettorale

Durante un discorso pronunciato a Pittsburgh, in Pennsylvania, Donald Trump ha annunciato un drastico inasprimento dei dazi sull’importazione di acciaio, che passeranno dal 25% al 50%. Allo stesso tempo, ha ufficialmente approvato l’acquisizione del gruppo statunitense US Steel da parte del colosso giapponese Nippon Steel.
La dichiarazione è avvenuta nell’impianto Mon Valley Works-Irvin, dove Trump è stato accolto come un eroe da centinaia di operai in divisa da lavoro. Il presidente è stato insignito del titolo simbolico di “siderugista” d’onore e ha ricevuto un maglione con il numero 47, a indicare la sua attuale posizione come 47° presidente degli Stati Uniti. Il contesto è servito a mettere in scena una vera e propria inversione di rotta: se all’inizio del 2024 Trump aveva descritto l’acquisizione da parte giapponese come “una cosa orribile” da bloccare “istintaneamente”, ora ha giustificato la decisione parlando di “partenariato” e di “14 miliardi di dollari d’investimenti” che – secondo quanto dichiarato – contribuiranno a modernizzare impianti e creare posti di lavoro in diversi Stati americani, tra cui Indiana, Minnesota, Alabama e Arkansas.
Trump ha insistito sul fatto che l’accordo permetterà di “creare e salvare più di 100.000 posti di lavoro americani”. Ha anche annunciato un bonus di 5.000 dollari per ciascun lavoratore siderurgico, presentandolo come un “premio ben meritato”. La decisione di raddoppiare i dazi è stata giustificata con la necessità di impedire che l’industria nazionale venga “derubata”: “Non possono più superare questa barriera quando è al 50%”, ha affermato.
Le due misure — l’approvazione dell’investimento straniero e l’aumento dei dazi — perseguono un obiettivo comune: incentivare la produzione interna di acciaio e tutelare l’occupazione industriale americana. Rientrano nella strategia di rilancio del protezionismo, già adottata in passato da Trump, che ha portato a tensioni commerciali con diversi partner internazionali. Il Giappone, l’Unione europea e la Corea del Sud — tra i principali produttori mondiali di acciaio — sono attualmente in trattativa per concludere, entro il 9 luglio, un accordo che eviti l’applicazione di questi nuovi dazi. I precedenti dazi generalizzati imposti da Trump erano stati sospesi lo scorso aprile a seguito di pressioni da parte dei mercati finanziari.
L’annuncio di Pittsburgh arriva dopo una decisione giudiziaria del 28 maggio che ha temporaneamente annullato i dazi voluti da Trump. La misura è stata sospesa in via cautelare il giorno successivo, ma ha comunque scatenato la reazione del presidente, il quale ha denunciato “la tregua con la Cina” e ha manifestato irritazione nei confronti della stampa e dei social media. In particolare, ha contestato il soprannome “TACO” — acronimo di Trump Always Chickens Out, ovvero “Trump si tira sempre indietro” — attribuitogli per presunte esitazioni nelle trattative commerciali.
Nonostante la retorica muscolare, i dettagli dell’accordo con Nippon Steel restano poco trasparenti. Trump ha dichiarato che si tratta di un investimento parziale, “ma controllato dagli Stati Uniti”. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, il consiglio d’amministrazione dell’attività nordamericana sarà composto in maggioranza da cittadini statunitensi e anche la dirigenza sarà americana. Un controllore federale sarà incaricato di monitorare il rispetto degli impegni presi da Nippon Steel, in particolare in materia di sicurezza nazionale, investimenti e mantenimento dei posti di lavoro. Questi elementi consentono all’amministrazione Trump di sostenere di detenere una golden share, cioè una quota con potere di veto.
La vicenda ha avuto un forte impatto politico soprattutto in Pennsylvania, Stato della cosiddetta “Rust Belt”, dove nel 2024 si erano moltiplicate le dichiarazioni protezioniste sia da parte di Trump che del suo allora rivale democratico Joe Biden. Quest’ultimo si era dichiarato contrario alla fusione per motivi di sicurezza nazionale, nonostante il Giappone sia un alleato storico degli Stati Uniti. Dopo il ritiro di Biden dalla corsa presidenziale, la sua vice Kamala Harris aveva ribadito lo stesso approccio, dichiarando che “US Steel deve rimanere un’azienda posseduta e gestita da americani”. Il 3 gennaio 2025, Biden aveva formalmente bloccato l’operazione, ma Trump non aveva ancora modificato la sua posizione: lo stesso 7 febbraio aveva respinto le pressioni del primo ministro giapponese Shigeru Ishiba, in visita ufficiale alla Casa Bianca.
Il contesto sociale ed economico ha reso l’operazione controversa anche tra i lavoratori. Nel 2024, il sindacato degli elettricisti di Beaver, a sud di Pittsburgh, si era detto favorevole agli investimenti esteri come fonte di occupazione. Uno dei leader repubblicani locali, Jack Manning, aveva previsto già allora che l’accordo si sarebbe concluso solo dopo le elezioni: “È solo una mossa politica di Trump e Harris. Anche il sostegno dei lavoratori comincia a vacillare”.
US Steel rappresenta un simbolo storico dell’industria americana. Fondata nel XIX secolo da Andrew Carnegie e successivamente acquisita dal banchiere J.P. Morgan nel 1901, l’azienda ha giocato un ruolo centrale nello sviluppo industriale degli Stati Uniti, contribuendo alla costruzione di grattacieli, ponti e navi da guerra. Dopo il suo apice negli anni ’70, US Steel ha vissuto un lungo declino: i dipendenti sono scesi da 120.000 a 20.000 e l’azienda ha beneficiato di sussidi pubblici, soprattutto sotto l’amministrazione Reagan. Nel 1986 ha cambiato nome in USX per diversificarsi nel settore energetico, ma nel 2001 è tornata alla denominazione originale. Nel 2014 è stata esclusa dall’indice S&P 500 e alla fine del 2023 è arrivata la proposta d’acquisto da parte di Nippon Steel, quarto produttore mondiale di acciaio, con l’intento di contrastare la crescente egemonia cinese nel settore.