Trump raddoppia i dazi su acciaio e alluminio portandoli al 50%
Il nuovo esecutivo firmato ieri dal presidente Trump aumenta i dazi doganali per proteggere le industrie nazionali. Immediate critiche da Canada, Messico e Unione Europea.

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha firmato ieri un ordine esecutivo che aumenta significativamente i dazi doganali sulle importazioni di acciaio e alluminio dal 25% al 50%, coinvolgendo tutti i partner commerciali ad eccezione del Regno Unito, che manterrà il livello precedente di dazi almeno fino al 9 luglio. Le nuove tariffe sono entrate in vigore già nelle prime ore di oggi.
Secondo il presidente Trump, l'obiettivo principale dell'iniziativa è quello di contrastare più efficacemente il fenomeno dello "scarico" sul mercato statunitense di acciaio e alluminio a prezzi artificialmente bassi, garantendo così un sostegno alle industrie nazionali che, a suo avviso, non hanno raggiunto i livelli necessari per mantenere stabili capacità produttive e garantire le esigenze della difesa nazionale.
L’Amministrazione Trump sostiene che l’aumento dei dazi proteggerà ulteriormente queste industrie strategiche, eliminando o riducendo significativamente la minaccia alla sicurezza nazionale derivante dalle importazioni.
Le critiche internazionali
L’annuncio ha immediatamente suscitato forti reazioni internazionali. Il Canada, principale esportatore di acciaio negli Stati Uniti, subito seguito dal Messico, ha espresso forte disapprovazione per questa nuova decisione attraverso l'ufficio del primo ministro Mark Carney, definendo i nuovi dazi "illegali e ingiustificati" e annunciando nuovi intensivi negoziati con gli Stati Uniti per ottenere una revoca delle misure.
Il Messico, attraverso le parole del Ministro dell’Economia Marcelo Ebrard, ha definito l'aumento dei dazi "non equo" e "insostenibile", confermando la volontà di richiedere un’esenzione specifica. La decisione rappresenta un netto cambio di strategia rispetto al primo mandato di Trump, quando Canada e Messico erano stati, invece, esentati dai dazi doganali imposti su acciaio e alluminio.
Anche la Commissione Europea ha manifestato preoccupazione. Un funzionario di Bruxelles ha dichiarato che la decisione statunitense aggiunge ulteriore incertezza all'economia globale e aumenterà inevitabilmente i costi per consumatori e imprese su entrambe le sponde dell’Atlantico. L'Unione Europea ha precisato che sta finalizzando consultazioni interne su possibili contromisure, pronte ad entrare automaticamente in vigore entro il 14 luglio, o anche prima se le circostanze dovessero peggiorare.
Le reazioni dell’industria statunitense
Negli Stati Uniti, le opinioni delle associazioni industriali sono divise. Kevin Dempsey, presidente dell'American Iron and Steel Institute, ha accolto con favore l'aumento dei dazi, sottolineando che la capacità produttiva globale – in particolare quella della Cina – continua a crescere nonostante il declino della domanda globale, specialmente nel settore delle costruzioni cinesi. Secondo Dempsey, i nuovi dazi aiuteranno a prevenire future ondate di importazioni che potrebbero mettere in difficoltà i produttori di acciaio americani e i loro lavoratori.
Opposto, invece, il parere di Robert Budway, presidente del Can Manufacturers Institute, secondo cui l'aumento dei dazi si tradurrà inevitabilmente in un incremento dei costi per milioni di famiglie americane che si affidano abitualmente ai prodotti alimentari confezionati in lattina. Secondo Budway, i nuovi dazi avranno un impatto diretto sui prezzi nei negozi di alimentari, coinvolgendo non solo consumatori, ma anche agricoltori e produttori nazionali di lattine e alimenti.
Eccezione britannica
Una particolarità riguarda il Regno Unito, escluso dal rialzo dei dazi almeno fino al prossimo 9 luglio. La decisione segue l’accordo commerciale recentemente raggiunto dal presidente Trump con il primo ministro britannico Keir Starmer. Nonostante ciò, il Regno Unito non rappresenta un esportatore significativo di acciaio e alluminio negli Stati Uniti, pertanto l’effetto economico di questa esclusione potrebbe essere limitato.