Trump punta a dazi minimi del 15-20% sui prodotti Ue

Trump alza la pressione nei negoziati con Bruxelles chiedendo dazi minimi del 15-20% su tutti i beni europei e rifiutando tagli sui dazi auto, mentre l’Ue valuta ritorsioni su 93 miliardi di euro di importazioni Usa.

Trump punta a dazi minimi del 15-20% sui prodotti Ue
White House

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha alzato la posta nelle trattative commerciali con l’Unione europea, chiedendo che qualsiasi accordo preveda dazi minimi compresi tra il 15% e il 20% su tutti i beni del blocco. Tre persone informate sui negoziati hanno confermato al Financial Times che la nuova posizione della Casa Bianca mira a testare la resistenza dell’Ue dopo settimane di colloqui che avevano ipotizzato un livello base del 10% sulla maggior parte dei prodotti.

Trump ha inoltre respinto l’ultima richiesta dell’Ue di ridurre i dazi sulle auto, dichiarando di voler mantenere quelli del settore al 25%, come già previsto. Maroš Šefčovič, commissario europeo per il commercio, ha riferito ai rappresentanti dell’Ue una valutazione negativa dei suoi recenti incontri a Washington. Un funzionario statunitense ha spiegato al Financial Times che l’amministrazione sta valutando un livello di dazi reciproci superiore al 10%, anche in caso di accordo.

Il nodo principale riguarda la scadenza del 1° agosto, quando Trump ha annunciato di voler introdurre un dazio del 30% su tutte le importazioni dall’Ue. Bruxelles ha segnalato che reagirà, ma è divisa sulle contromisure e potrebbe dover accettare una soglia superiore al 10% per evitare una guerra commerciale.

La notizia ha avuto un impatto sui mercati statunitensi, con l’indice S&P 500 in calo dello 0,2%. In Europa cresce il pessimismo: il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha avvertito che Washington resta scettica sulle proposte di riduzione dei dazi settoriali. Secondo un alto diplomatico europeo, dazi permanenti tra il 15% e il 20% sarebbero al livello iniziale dei colloqui di aprile e potrebbero spingere Bruxelles a una reazione. Gli Stati Uniti applicano già dazi del 50% su acciaio e alluminio provenienti dall’Ue. «Non vogliamo una guerra commerciale, ma non sappiamo se gli Usa ci lasceranno scelta», ha detto la fonte. Un altro diplomatico ha aggiunto che l’umore sta cambiando a favore di contromisure: «Non ci accontenteremo del 15%.»

Trump aveva scosso i mercati a inizio aprile imponendo dazi “reciproci” su quasi tutti i partner commerciali, per poi ridurli al 10% per un periodo di 90 giorni. Da allora le azioni Usa hanno raggiunto nuovi massimi, e gli investitori sembrano ignorare le minacce di nuove tariffe verso economie come Giappone, Corea del Sud e Brasile. Nonostante gli avvertimenti degli economisti sul rischio inflazione, la Casa Bianca si mostra incoraggiata dal modesto aumento dell’indice dei prezzi al consumo registrato questo mese. Nel frattempo, il governo Usa ha incassato quasi 50 miliardi di dollari aggiuntivi di entrate doganali nel secondo trimestre, senza subire forti ritorsioni dai partner principali.

L’Ue ha preparato vari pacchetti di controdazi, legandoli però alle scadenze fissate da Trump. Tra le misure pronte figurano dazi su 21 miliardi di euro di importazioni statunitensi, tra cui pollo e jeans, che scatterebbero il 6 agosto. La Commissione europea ha inoltre proposto misure di ritorsione su 72 miliardi di euro di importazioni Usa, inclusi aerei Boeing e bourbon, e sta lavorando a una terza lista che colpirebbe i servizi digitali e la pubblicità online.

Le tariffe statunitensi attuali coprono 380 miliardi di euro di esportazioni Ue, su un totale annuo di 532,3 miliardi. Gli Usa sono il primo mercato dell’Unione, assorbendo un quinto delle sue esportazioni.

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