Trump propone un taglio del 24% al budget della NASA: a rischio i programmi scientifici e le missioni su Marte
La Casa Bianca vuole dimezzare i fondi per la ricerca scientifica della NASA, cancellare missioni come Mars Sample Return e sostituire il programma Artemis con soluzioni private

L’amministrazione Trump ha ufficializzato il proprio piano di bilancio per l’anno fiscale 2026, includendo una drastica riduzione dei fondi destinati alla National Aeronautics and Space Administration. Dopo indiscrezioni pubblicate quasi un mese fa dal Washington Post e da Ars Technica, il 2 maggio la Casa Bianca ha confermato l’intenzione di tagliare il budget dell’agenzia spaziale da 24,8 miliardi a 18,8 miliardi di dollari. Con una riduzione del 24,2%, si tratterebbe del taglio più consistente nella storia della NASA dalla sua fondazione nel 1958.
Il colpo più duro riguarderebbe i programmi scientifici dell’agenzia, il cui finanziamento verrebbe ridotto del 53%. Il nuovo budget, che rappresenta una dichiarazione di priorità da parte dell’esecutivo prima dell’avvio dei negoziati con il Congresso, è stato descritto da Casey Dreier, direttore delle politiche spaziali della Planetary Society, come un “evento catastrofico per la ricerca scientifica alla NASA”.
Tra i progetti maggiormente colpiti figurano la ricerca in astrofisica, il cui budget potrebbe essere ridotto a un terzo, e quella sull’ambiente terrestre, che vedrebbe i fondi dimezzati. Questi tagli comprometterebbero la prosecuzione di numerose iniziative, incluso il telescopio spaziale Nancy-Grace-Roman. La realizzazione dello strumento è già stata completata e il suo lancio era previsto per maggio 2027, ma le nuove disposizioni ne mettono in discussione l’operatività.
Un altro programma destinato alla cancellazione è la missione Mars Sample Return, sviluppata con l’European Space Agency, che mira a riportare sulla Terra i campioni di suolo marziano raccolti dal rover Perseverance dal 2021. Considerata la complessità della missione, i costi sono saliti dai 6 miliardi iniziali a una stima tra 9 e 11 miliardi di dollari secondo un audit del 2023. Pur avendo recentemente rivisto il progetto per contenere i costi a 6,6 o 7,7 miliardi di dollari, l’amministrazione Trump intende annullarlo, sostenendo che gli stessi obiettivi potrebbero essere raggiunti con missioni umane su Marte.
Il solo comparto che vedrebbe un aumento di risorse è quello dedicato all’esplorazione spaziale abitata, con un incremento di 647 milioni di dollari, per un totale superiore ai 7 miliardi, di cui un miliardo specificamente destinato a Marte. Secondo l’Office of Management and Budget, “il budget concentra i finanziamenti della NASA sulla competizione con la Cina per il ritorno sulla Luna e sull’obiettivo di inviare il primo essere umano su Marte”.
Questa nuova impostazione implica una revisione profonda del programma Artemis dopo la missione Artemis III, prevista entro metà 2027. La Casa Bianca propone infatti di eliminare tre componenti fondamentali del progetto: il lanciatore Space Launch System (SLS), la capsula Orion e la stazione lunare Gateway. Questi elementi sarebbero sostituiti da sistemi commerciali considerati più economici, un riferimento non troppo velato allo Starship della compagnia SpaceX, concepito per ridurre i costi di lancio nello spazio profondo.
Anche se la cancellazione della stazione Gateway – ancora in fase di costruzione e frutto di una collaborazione con l’ESA – potrebbe trovare un certo consenso, la soppressione dei razzi SLS e delle capsule Orion per le missioni Artemis IV, V e VI rischia di incontrare una forte opposizione al Senato. Alcuni parlamentari repubblicani e democratici potrebbero opporsi, in particolare quelli eletti negli Stati in cui tali componenti vengono prodotti o supervisionati, come Alabama e Louisiana.