Trump ordina un'intensificazione dello spionaggio sulla Groenlandia
Un ordine classificato dell’intelligence americana riaccende il progetto del presidente di acquisire l’isola artica, suscitando la reazione dura di Copenaghen

Gli Stati Uniti hanno ordinato un rafforzamento delle attività di spionaggio sul Groenlandia, segnando un nuovo passo nell’impegno del presidente Donald Trump a ottenere il controllo dell’isola. Secondo il Wall Street Journal, due fonti informate hanno confermato che, la scorsa settimana, alti funzionari sotto la direzione dell’intelligence nazionale, guidata da Tulsi Gabbard, hanno inviato un collection emphasis message alle principali agenzie di intelligence, tra cui la Central Intelligence Agency, la Defense Intelligence Agency e la National Security Agency.
Il messaggio classificato chiede alle agenzie di intensificare la raccolta di informazioni sul movimento indipendentista groenlandese e sulle opinioni locali circa l’estrazione di risorse da parte degli Stati Uniti. L’obiettivo è identificare soggetti in Groenlandia e in Danimarca favorevoli agli interessi americani sull’isola. Lo strumento del collection emphasis message serve a fissare le priorità dell’intelligence, indirizzando mezzi e attenzione verso target considerati di alto interesse strategico.
Il portavoce del National Security Council, James Hewitt, ha evitato di commentare direttamente le attività di intelligence, ma ha dichiarato: “Il presidente è stato molto chiaro nel manifestare la preoccupazione degli Stati Uniti per la sicurezza del Groenlandia e dell’Artico”. Più netta la reazione della direttrice dell’intelligence nazionale, Tulsi Gabbard, che ha accusato il quotidiano di “favorire attori dello deep state che cercano di minare il presidente politicizzando e facendo trapelare informazioni classificate”.
Il progetto di Trump per la Groenlandia, già emerso durante il suo primo mandato, è tornato con forza al centro dell’agenda. In un discorso tenuto davanti al Congresso a marzo, Trump ha ribadito: “Abbiamo bisogno del Groenlandia per la sicurezza nazionale e anche per quella internazionale, e stiamo lavorando con tutti i soggetti coinvolti per ottenerla. In un modo o nell’altro, la otterremo”.
Nello stesso mese una delegazione guidata dal vicepresidente JD Vance, dall’allora consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz e dal segretario all’Energia Chris Wright ha visitato la Groenlandia. L’iniziativa ha provocato dure critiche da parte delle autorità danesi e della popolazione locale. La premier danese Mette Frederiksen, intervistata dalla televisione nazionale, ha definito la visita “una pressione del tutto inaccettabile sul Groenlandia, sui politici groenlandesi e sulla popolazione locale, nonché sulla Danimarca”. “Il presidente Trump è serio”, ha aggiunto. “Vuole la Groenlandia”.
Alla domanda se escludesse un’acquisizione forzata dell’isola, Trump ha evitato di escludere esplicitamente tale ipotesi. Intervistato da NBC News, ha dichiarato: “Non escludo nulla. Non dico che lo farò, ma non escludo nulla. No, non in quel caso. Abbiamo bisogno del Groenlandia in modo molto urgente. La Groenlandia ha un numero molto ridotto di abitanti, che ci prenderemo cura di loro, li apprezzeremo e tutto il resto. Ma ci serve per la sicurezza internazionale”.
Il motivo dell’interesse statunitense per l’isola artica, che conta circa 56.000 abitanti, risiede nella presenza di ricchi giacimenti di terre rare e risorse energetiche come petrolio e gas naturale ancora non sfruttati. Tali risorse sono fondamentali per settori strategici come quello dei veicoli elettrici e delle turbine eoliche, anche se la loro estrazione risulta logisticamente complessa. Tuttavia, finora la Groenlandia non ha mai rappresentato un obiettivo prioritario per l’intelligence statunitense, secondo quanto riferito da un ex funzionario dei servizi e da un ex alto ufficiale con esperienza sul dossier europeo. “Le risorse di intelligence sono limitate per definizione,” ha spiegato uno di loro, “e vengono destinate di norma a minacce percepite, non a Paesi alleati.”
La rivelazione del Wall Street Journal ha avuto immediate ripercussioni diplomatiche. Il ministro degli Esteri danese, Lars Løkke Rasmussen, ha annunciato da Varsavia, dove era in corso una riunione dei ministri degli Esteri dell’Unione europea, che convocherà l’ambasciatore americano a Copenaghen. “Questo articolo è motivo di grande preoccupazione, perché tra amici non ci si spia,” ha dichiarato. “La situazione è molto grave. Convocheremo l’ambasciatore per un colloquio presso il nostro ministero degli Esteri, nella speranza che le notizie possano essere smentite, e comunque per esprimere in modo molto chiaro la posizione della Danimarca.”
Da parte groenlandese, non è arrivata alcuna risposta immediata alle richieste di commento da parte del quotidiano americano, né da parte dell’ambasciata danese a Washington. Tuttavia, l’opposizione all’annessione americana è già emersa chiaramente in passato. Secondo un recente sondaggio, la grande maggioranza degli abitanti del Groenlandia sostiene l’indipendenza dall’amministrazione danese, ma rifiuta fermamente l’idea di entrare a far parte degli Stati Uniti.