Trump minimizza il rischio carenze natalizie causate dai dazi

Il presidente risponde alle preoccupazioni su scaffali vuoti e aumento dei prezzi: il settore retail teme gravi ripercussioni, in particolare durante la stagione natalizia

Trump minimizza il rischio carenze natalizie causate dai dazi

Il presidente Donald Trump ha ammesso che le sue politiche sui dazi potrebbero tradursi in una minore disponibilità di giocattoli per i consumatori americani, ma ha minimizzato l’impatto potenziale. Rispondendo ai giornalisti sulle conseguenze della guerra commerciale in corso con la Cina, Trump ha affermato: “Qualcuno ha detto ‘oh, gli scaffali saranno aperti’. Beh, forse i bambini avranno due bambole invece di 30 bambole, e forse le due bambole costeranno un paio di dollari in più”.

Il commento arriva in un momento di crescente allarme tra i principali rivenditori statunitensi, preoccupati che l’imposizione di nuovi dazi possa causare gravi disagi alla catena di approvvigionamento, determinando scaffali vuoti, rincari generalizzati e la possibile chiusura di punti vendita. Le aziende temono in particolare l’impatto che tali misure potrebbero avere sulla stagione natalizia del 2025, cruciale per il bilancio annuale del settore.

La scorsa settimana, i CEO di Walmart, Target e Home Depot hanno incontrato il presidente in forma privata per metterlo in guardia sui possibili effetti delle tariffe. Secondo quanto riferito, hanno paventato una riduzione significativa delle importazioni dalla Cina, accompagnata da una carenza di prodotti e da aumenti di prezzo per i consumatori finali.

Greg Ahearn, amministratore delegato della Toy Association, ha dichiarato al New York Times che l’industria dei giocattoli è già sotto pressione. “Stiamo affrontando una catena di approvvigionamento congelata che mette a rischio il Natale”, ha affermato, sottolineando come eventuali ritardi nelle produzioni possano tradursi in una carenza concreta di giocattoli nei mesi a venire. “Se non iniziamo presto la produzione, c’è un’alta probabilità di carenza di giocattoli in questa stagione festiva”, ha avvertito Ahearn.

L’amministrazione Trump continua a difendere la linea dura sul commercio con la Cina, sostenendo che l’aumento dei dazi servirà da incentivo per riportare la produzione negli Stati Uniti. Secondo il presidente, questo processo permetterà di rafforzare l’industria nazionale, creare posti di lavoro e incrementare le entrate fiscali. Tuttavia, diversi economisti e rappresentanti del settore privato contestano questa visione, sottolineando che i costi delle tariffe vengono in ultima analisi scaricati sui consumatori. Inoltre, i produttori statunitensi che esportano all’estero rischiano di subire ritorsioni e perdere competitività sui mercati internazionali.

Nonostante il clima di incertezza, Doug McMillon, CEO di Walmart, ha tentato di trasmettere un messaggio di fiducia. “Ci sarà un Natale, e le persone festeggeranno il Natale, e compreranno articoli, e noi venderemo loro quegli articoli”, ha dichiarato all’inizio del mese. Allo stesso tempo, McMillon ha riconosciuto che potrebbero verificarsi degli aggiustamenti, suggerendo che “se ci sono punti di prezzo più elevati, e si vuole ripensare alla quantità, forse questo ha senso”.

Il confronto tra la Casa Bianca e il mondo imprenditoriale prosegue dunque in un clima teso, con visioni divergenti sull’impatto delle misure protezionistiche volute dal presidente. A poche settimane dall’avvio della stagione di pianificazione natalizia, il rischio di un’offerta ridotta e di prezzi più elevati rimane una delle principali preoccupazioni per i rivenditori e per milioni di famiglie americane.

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