Trump minaccia nuovi dazi contro i paesi che tassano le big tech
Trump annuncia dazi e restrizioni all’export contro i paesi che tassano o regolano le big tech americane. Nel mirino anche i semiconduttori, con possibili ripercussioni su Nvidia, AMD e Microsoft.

Il presidente Donald Trump ha annunciato che gli Stati Uniti imporranno dazi aggiuntivi e restrizioni alle esportazioni contro i paesi che introducono tasse o regolamentazioni mirate alle aziende tecnologiche americane come Google e Meta.
Trump ha dichiarato di aver “messo in guardia tutti i Paesi con tasse digitali, leggi o regolamenti discriminatori” e che, se queste misure non saranno ritirate, gli Stati Uniti risponderanno con “sostanziali ulteriori dazi sulle esportazioni di quel Paese verso gli Stati Uniti e restrizioni sull’export della nostra tecnologia e dei chip altamente protetti”. Il messaggio è stato diffuso tramite un post sulla piattaforma Truth Social.
L’amministrazione Trump, pur in conflitto con le big tech su temi interni come la censura online, ha spesso difeso le loro posizioni nei negoziati commerciali internazionali. In passato, la Casa Bianca ha contrastato i tentativi di Unione Europea, Canada e altri governi di tassare e regolamentare le piattaforme digitali americane. All’inizio dell’anno Trump aveva già minacciato dazi contro Ottawa, spingendola a ritirare una proposta di tassa digitale, e aveva avviato un’indagine tariffaria contro il Brasile per alcune leggi tecnologiche.
La questione è rimasta irrisolta anche nei colloqui con Bruxelles. L’ultimo accordo tariffario tra Stati Uniti e Unione Europea non ha infatti sciolto il nodo delle politiche digitali europee.
Il nuovo avvertimento è arrivato poche ore dopo l’incontro alla Casa Bianca con il presidente sudcoreano Lee Jae Myung. Il parlamento di Seul sta discutendo una legge per regolare le piattaforme online, criticata dalle aziende americane e dal rappresentante commerciale statunitense. Non è chiaro se Trump abbia affrontato direttamente il tema durante i colloqui bilaterali.
Il presidente ha minacciato anche di usare le esportazioni di semiconduttori come leva nei negoziati. Un’eventuale stretta preoccuperebbe aziende come Nvidia e AMD, che finora hanno accolto con favore la linea della Casa Bianca. A maggio, infatti, l’amministrazione aveva annullato una regola introdotta sotto Biden che limitava la quantità di chip acquistabili da molti Paesi, riducendo le restrizioni e dando maggiore libertà al settore.
Un cambio di rotta potrebbe però aumentare l’incertezza per le imprese tecnologiche. Le licenze per esportare chip restano difficili da ottenere e questo frena società come Microsoft, che ha bisogno di processori avanzati per costruire data center all’estero.
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