Trump ha capito Gramsci meglio della sinistra

Il columnist del New York Times David Brooks sostiene che il movimento MAGA ha adottato tattiche e concetti rivoluzionari nati a sinistra, dal postmodernismo alla teoria critica, ribaltandoli contro i progressisti stessi.

Trump ha capito Gramsci meglio della sinistra

La guerra culturale di Trump e del movimento MAGA non è nata dal nulla. Secondo David Brooks, editorialista del New York Times, affonda le radici in un corpus di idee rivoluzionarie elaborate dalla sinistra negli ultimi centocinquant'anni. Solo che oggi queste idee sono state ribaltate e usate contro chi le ha concepite.

Il punto centrale dell'analisi di Brooks riguarda Antonio Gramsci. Il marxista italiano sosteneva che il potere culturale è intrecciato con il potere politico. L'establishment esercita il suo potere attraverso l'egemonia culturale. I cambiamenti politici sono la concretizzazione di cambiamenti nei valori già avvenuti nelle menti delle persone. I pensatori conservatori negli ultimi anni hanno citato esplicitamente Gramsci come modello per le loro battaglie nella guerra culturale. Questo spiega perché Trump sta prendendo di mira le università, la televisione pubblica e il Kennedy Center. L'obiettivo è il recupero del potere culturale, l'elaborazione paziente di una cultura alternativa dentro ma contro il regime.

Brooks elenca una serie di idee nate a sinistra che MAGA ha adottato, spesso senza sapere da dove vengano. Il postmodernismo sosteneva che non esiste una verità assoluta, solo narrazioni costruite per imporre il potere. Trump, che probabilmente non ha mai sentito parlare dei postmodernisti, ha fatto sua quest'idea. La verità è qualunque cosa lui dica. Kellyanne Conway ha parlato di fatti alternativi. Rudy Giuliani ha affermato che la verità non è verità.

Il sociologo radicale C. Wright Mills scrisse nel 1956 che un'élite oscura di Harvard, Yale e Princeton governava davvero l'America. Altri studiosi elaborarono il concetto di Stato Profondo. Il movimento MAGA ha abbracciato questo pensiero cospiratorio e lo ha reso centrale.

Marx vedeva la storia come conflitto di classe. Anche MAGA vede la storia come conflitto tra masse ed élite. Lenin credeva che ogni Stato istituzionalizzasse la dittatura di una classe. Il movimento MAGA crede che l'America sia stata governata da una dittatura delle élite istruite. Lenin capì che si poteva usare un'avanguardia per conquistare il potere e distruggere le strutture del vecchio regime. I trumpiani cercano ora di fare lo stesso con tattiche leniniste.

Steve Bannon, stratega di Trump, fu esplicito nel 2013. Disse di essere un leninista: voleva distruggere lo Stato e far crollare l'intero establishment di oggi. L'idea è che serva un piccolo nucleo rivoluzionario per spingere la storia e liberare le masse.

La teoria critica della Scuola di Francoforte sosteneva che le istituzioni apparentemente neutrali della società sono finzioni che l'élite usa per mascherare il suo potere. Trump è d'accordo. Per lui non esistono un Dipartimento di Giustizia neutrale, media neutrali, una Costituzione neutrale, una magistratura neutrale o libertà di parola genuina.

La politica identitaria si basa sull'idea che l'identità di gruppo spiega la visione del mondo più della coscienza individuale, che la storia è lotta tra oppressori e oppressi, che i gruppi vittimizzati sono innocenti. Negli ultimi decenni le idee basate sull'identità sono fiorite nelle università americane. Trump ha capovolto l'idea: ora i professori progressisti sono gli oppressori, i cristiani evangelici sono gli oppressi perseguitati. Come molti hanno notato, MAGA è politica identitaria per i bianchi. La politica identitaria funziona meglio quando il tuo gruppo è in maggioranza.

L'anno scorso James Lindsay copiò il linguaggio del Manifesto del Partito Comunista, cambiò le valenze in senso conservatore e lo inviò alla pubblicazione The American Reformer. I redattori, ignari della provenienza, lo pubblicarono. Quando la beffa fu rivelata, erano ancora felici. La destra ora abbraccia le idee che hanno portato alla tirannia, al gulag e alla Rivoluzione Culturale di Mao. Brooks nota che la destra non ha preso le idee di sinistra destinate a costruire qualcosa, solo quelle destinate a distruggere.

Ma la sinistra non è esente da colpe. Dal 1848, anno di pubblicazione del Manifesto del Partito Comunista, gli intellettuali di sinistra hanno costruito questo corpus di idee rivoluzionarie. Nel 2020 i democratici progressisti le hanno abbracciate con entusiasmo, spingendo su temi come la politica identitaria, la teoria critica applicata alle questioni razziali e di genere, e la visione della società come lotta tra oppressori e oppressi.

Il problema è che Trump ha preso quelle stesse idee e le ha ribaltate contro di loro. Ha usato la logica della politica identitaria per mobilitare i bianchi come gruppo oppresso. Ha adottato il linguaggio della lotta contro l'élite culturale. Ha applicato la cancel culture contro chi usa termini progressisti. In questo modo ha screditato l'intero impianto ideologico su cui i democratici avevano costruito le loro battaglie culturali.

Oggi il Partito Democratico si trova in difficoltà perché quelle ideologie radicali che erano alla base delle sue posizioni sono state svuotate di significato e rese inefficaci. I democratici non hanno ancora costruito una tradizione intellettuale più moderata e pragmatica su cui ripiegare. Si trovano senza una base teorica solida per rispondere all'offensiva culturale di MAGA, che ha dimostrato di saper usare meglio di loro le armi concettuali che la sinistra stessa aveva forgiato.

Come srive Brooks, da una parte ci sono rivoluzionari di destra vogliono abbattere le istituzioni esistenti ma non offrono una visione di cosa costruire al loro posto e dall'altra parte ci sono i progressisti che hanno abbracciato idee radicali che, una volta applicate, non hanno funzionato e sono state facilmente ribaltate contro di loro. Il risultato è uno scontro tra chi vuole distruggere tutto senza sapere cosa metterci al posto e chi ha costruito la propria identità su idee rivelatesi inefficaci.

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