Trump confida alla sua cerchia ristretta: Musk lascerà presto il ruolo di consigliere del governo
Il presidente resta soddisfatto del lavoro del magnate tech, ma fa sapere che intende valutare questa decisione mentre cresce la preoccupazione per le potenziali ripercussioni politiche della sua attività.

Il presidente Donald Trump ha comunicato ai suoi collaboratori più stretti, inclusi membri del Gabinetto, che Elon Musk si ritirerà nelle prossime settimane dal suo ruolo centrale nell’amministrazione come consigliere informale, sostenitore e "uomo d’azione" a Washington.
Fine di un capitolo: Musk lascia il suo ruolo centrale?
Secondo tre fonti interne all’Amministrazione, citate da Politico, la decisione è stata presa di comune accordo tra Trump e Musk, con l’obiettivo di permettere al miliardario di tornare a concentrarsi sulle sue aziende.
Il presidente resta soddisfatto del contributo di Musk e della sua iniziativa per la razionalizzazione della burocrazia federale, il Department of Government Efficiency (DOGE), ma ritiene che sia giunto il momento di passare il testimone.
L’addio coincide con crescenti tensioni interne
Il graduale allontanamento di Musk avviene in un clima di crescente frustrazione tra membri dell’Amministrazione e alleati esterni del presidente, sempre più preoccupati dall’imprevedibilità dell’imprenditore.
In molti lo considerano ormai un potenziale problema politico per Trump — una percezione aggravata dalla sconfitta, nella notte, di un giudice conservatore in Wisconsin apertamente sostenuto da Musk, con uno scarto di 10 punti.
Da consigliere strategico a presenza discreta
Si tratta di un forte cambiamento rispetto a quanto previsto fino a poche settimane fa, quando funzionari della Casa Bianca credevano che Musk avrebbe mantenuto il suo ruolo di consigliere a lungo termine e che Trump avrebbe persino cercato di prolungare oltre i 130 giorni previsti il suo incarico speciale come special government employee.
Si tratta di uno status che lo esonera temporaneamente da alcune regole etiche e norme sui conflitti di interesse. Tale periodo dovrebbe scadere tra fine maggio e inizio giugno 2025.
Un alto funzionario ha confermato che Musk probabilmente continuerà a mantenere un ruolo informale ed a fare apparizioni occasionali alla Casa Bianca. Un altro ha sottolineato:
“Chi pensa che Musk sparirà dall’orbita di Trump si illude.”
Una forza dirompente ma sempre più ingestibile
Anche tra i sostenitori di Musk nell’amministrazione si riconosce che i tempi sono maturi per una transizione. Secondo le fonti di Politico, inoltre, non restano molte opportunità per ulteriori tagli alla macchina statale senza intaccare funzioni essenziali.
Ma il vero problema, dicono altri, è la sua imprevedibilità: Musk ha spesso messo in difficoltà l’apparato presidenziale con comunicazioni impulsive su X, la sua piattaforma social, talvolta diffondendo piani non verificati per smantellare agenzie federali.
In più occasioni, avrebbe fatto perdere il controllo della comunicazione al capo di gabinetto della Casa Bianca Susie Wiles e ai Segretari di Gabinetto, spesso all’oscuro dei suoi intenti.
Una transizione già avviata
Trump aveva iniziato a preparare il terreno per il ritiro di Musk già prima delle elezioni di questa notte, discutendone durante una riunione di Gabinetto il 24 marzo, secondo fonti interne.
Durante l’incontro, il presidente ha informato i presenti che Musk si sarebbe gradualmente allontanato dalla sua posizione centrale dei primi mesi dell'Amministrazione Trump.
Subito dopo, però, ha invitato giornalisti e telecamere per la parte finale della riunione, durante la quale ha elogiato Musk — presente con un cappello rosso MAGA — per la sua "campagna di snellimento della burocrazia".
“Elon, voglio ringraziarti. So che ne hai passate molte,” ha detto Trump, citando minacce di morte e atti vandalici contro veicoli Tesla, prima di definirlo “un patriota” e “un mio amico”.
“Missione compiuta” per il DOGE
Negli ultimi giorni, sia Trump che Musk hanno iniziato ad accennare pubblicamente a una transizione.
Giovedì scorso, in un’intervista con Fox News, il giornalista Bret Baier ha chiesto a Musk se fosse pronto a lasciare alla fine del suo mandato governativo speciale.
La risposta è stata chiara:
“Penso che avremo realizzato la maggior parte del lavoro necessario per ridurre il deficit di mille miliardi di dollari entro quel periodo.”
Lunedì sera, poi Trump ha dichiarato ai giornalisti:
“A un certo punto Elon vorrà tornare alla sua azienda. Lui vuole. Io lo terrei il più a lungo possibile.”
Il portavoce della Casa Bianca, Harrison Fields, ha ribadito il giorno dopo:
“Come ha detto il Presidente, questa Casa Bianca vorrebbe tenere con se Elon il più a lungo possibile. Elon è stato fondamentale nell’esecuzione dell’agenda del Presidente e continuerà questo buon lavoro fino a quando il Presidente non disporrà diversamente.”
Un addio accolto con sollievo da molti
Molti alleati di Trump, però, appaiono sollevati all’idea di un’uscita di scena di Musk.
In particolare, c’è chi spera nella fine delle sue iniziative a sorpresa — come l’email inviata nel fine settimana a tutti i dipendenti federali per chiedere un elenco dei risultati raggiunti, o i tagli improvvisi a programmi sensibili come la prevenzione dell’Ebola.
Ma c’è anche una valutazione politica: Musk è diventato un polo di attrazione per le critiche dei Democratici, e la sua presenza sempre più ingombrante rischiava di oscurare il messaggio presidenziale.
Ora, con la transizione e l'uscita di scena di Musk in vista, la Casa Bianca potrà tentare di riprendere il controllo del racconto mediatico.