Trump annuncia un decreto per abolire il voto postale

Il presidente americano ha dichiarato che firmerà un provvedimento per vietare il voto per posta e l’uso delle macchine elettroniche, rilanciando accuse di brogli mai provate e scontrandosi con i limiti costituzionali fissati agli Stati.

Trump annuncia un decreto per abolire il voto postale
White House

Alla vigilia delle elezioni di metà mandato del 2026, Donald Trump ha annunciato la volontà di eliminare il voto per corrispondenza negli Stati Uniti. In un messaggio pubblicato sulla piattaforma Truth Social, il presidente ha dichiarato che guiderà “un movimento per sbarazzarsi del voto per corrispondenza” e, allo stesso tempo, delle “macchine elettorali, imprecise, costose e controverse”. Secondo Trump, la sostituzione con schede cartacee a filigrana garantirebbe risultati immediati e certi.

Il presidente ha aggiunto che firmerà presto un decreto per “portare onestà nelle elezioni di metà mandato”, senza specificarne i contenuti. Si tratta di un ritorno a una delle sue principali battaglie: Trump non ha mai riconosciuto la sconfitta del 2020 contro Joe Biden, attribuendola a presunti brogli legati proprio al voto per corrispondenza, metodo ampiamente usato negli Stati Uniti.

Durante un’intervista rilasciata il 15 agosto a Fox News, dopo l’incontro con Vladimir Putin in Alaska, Trump aveva affermato che il presidente russo condivide le sue posizioni. “Mi ha detto: la vostra elezione è stata truccata a causa del voto per corrispondenza. Nessun paese ha il voto per corrispondenza e non è possibile avere elezioni oneste in questo modo”, ha dichiarato il leader americano.

Il presidente ha ripreso lo stesso concetto nel messaggio di lunedì: “Siamo ormai l’unico paese al mondo che utilizza il voto per corrispondenza. Tutti gli altri lo hanno abbandonato a causa delle frodi”. Un’affermazione che non corrisponde al vero, dal momento che molti Stati, soprattutto europei, prevedono da tempo questa modalità di voto.

Le dichiarazioni hanno suscitato immediate reazioni. Chuck Schumer, capo della minoranza democratica al Senato, ha definito le parole di Trump “un altro tentativo di impedire agli americani di esercitare il diritto di voto”. In un comunicato ha detto: “Donald Trump ha perso le elezioni del 2020 e il voto per corrispondenza è sicuro, protetto e affidabile”.

Anche Fiona Hill, ex consigliera di Trump per gli affari russi ed europei, ha commentato la vicenda. In un’intervista a CBS News ha spiegato che il coinvolgimento di Putin non sorprende: “Vuole seminare caos nel sistema elettorale americano prima delle elezioni di metà mandato. È naturale che insista sulla questione del voto per corrispondenza”.

La posizione del presidente apre inoltre un contenzioso istituzionale. Negli Stati Uniti l’organizzazione delle elezioni è competenza dei singoli Stati, mentre il Congresso definisce solo il quadro generale. Trump ha contestato questo principio, sostenendo che “gli Stati sono semplicemente un agente per il governo federale nel conteggio dei voti” e che “devono fare ciò che il presidente dice, per il bene del Paese”.

Non è la prima volta che l’amministrazione interviene in questa direzione. Già a marzo Trump aveva firmato un decreto che limitava il voto per posta e introduceva controlli più rigidi sulle liste elettorali. Quel provvedimento era stato definito da Rick Hasen, docente di diritto elettorale all’Università della California di Los Angeles, “un colpo di forza dell’esecutivo”, mentre diverse associazioni avevano annunciato ricorsi in tribunale.

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