Trump annuncia "l'alba storica di un nuovo Medio Oriente"

Il presidente americano si rivolge al parlamento israeliano celebrando la fine della guerra, ma i dettagli chiave dell'accordo restano da negoziare. Tutti i 20 ostaggi vivi sono tornati in Israele dopo oltre due anni di prigionia.

Trump annuncia "l'alba storica di un nuovo Medio Oriente"
White House

Il presidente Donald Trump ha annunciato lunedì "l'alba storica di un nuovo Medio Oriente" rivolgendosi al parlamento israeliano, la Knesset, poche ore dopo che Hamas ha liberato gli ultimi 20 ostaggi vivi dalla Striscia di Gaza. Il discorso di oltre un'ora, accolto da ripetuti applausi e ovazioni, ha mescolato elogi alla leadership israeliana con promesse di pace regionale, ma molte questioni cruciali dell'accordo restano irrisolte.

Trump ha celebrato quella che ha definito "la fine di una guerra", descrivendo la giornata come un momento di "gioia profonda e speranza altissima". "Dopo due anni strazianti nell'oscurità e in prigionia, 20 coraggiosi ostaggi stanno tornando nel glorioso abbraccio delle loro famiglie", ha detto il presidente americano. "I cannoni tacciono", ha aggiunto, sostenendo che la regione è ora "in pace" e potrebbe rimanerlo "per l'eternità".

Il presidente ha attribuito il successo dell'accordo principalmente alla forza militare americana e israeliana. Trump ha ricordato i bombardamenti americani contro le strutture nucleari iraniane dello scorso giugno, sostenendo che senza quegli attacchi l'accordo non sarebbe stato possibile. "Abbiamo tolto una grande nube dal Medio Oriente e da Israele", ha dichiarato, riferendosi alle operazioni contro l'Iran.

Il cuore del discorso è stato dedicato agli elogi per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che Trump ha ripetutamente chiamato con il soprannome "Bibi" mentre la sala echeggiava di applausi. "Donald Trump è il più grande amico che lo Stato di Israele abbia mai avuto alla Casa Bianca", ha detto Netanyahu nel suo intervento precedente, elencando le decisioni dell'amministrazione Trump favorevoli a Israele: il riconoscimento di Gerusalemme come capitale, della sovranità israeliana sulle alture del Golan, il ritiro dall'accordo nucleare con l'Iran.

Trump ha ricambiato definendo Netanyahu "un uomo di eccezionale coraggio", aggiungendo però con tono scherzoso: "Non è il tipo più facile con cui trattare, ma è questo che lo rende grande". Il presidente americano ha ricordato le numerose telefonate in cui Netanyahu chiedeva armi: "Così tante che Israele è diventato forte e potente... è questo che ha portato alla pace".

Il discorso ha toccato l'apice quando Trump ha fatto un'affermazione che ha suscitato i più lunghi applausi della giornata: Hamas sarà disarmato. "Praticamente l'intera regione ha approvato un piano secondo cui Gaza sarà smilitarizzata e Hamas sarà disarmato", ha dichiarato. Ma questo elemento rimane uno dei nodi più controversi. I dettagli sul disarmo di Hamas devono ancora essere negoziati e concordati dalle parti, e Hamas ha dato segnali di rifiuto su questo punto.

Trump ha poi affermato che "Israele, con il nostro aiuto, ha vinto tutto ciò che poteva vincere", aggiungendo che ora è tempo di "pace e prosperità per l'intero Medio Oriente". Il presidente ha cercato di estendere la mano anche all'Iran, dicendo: "Anche all'Iran, il cui regime ha inflitto così tanta morte al Medio Oriente, la mano dell'amicizia e della cooperazione è aperta". "Vi dico che vogliono fare un accordo", ha insistito Trump, aggiungendo che "siamo pronti quando lo sarete voi".

Il presidente si è poi lanciato nel chiedere pubblicamente al presidente israeliano Isaac Herzog di concedere la grazia a Netanyahu per le accuse di corruzione che lo riguardano. "Ho un'idea", ha detto Trump rivolgendosi a Herzog. "Perché non gli dai la grazia?". Il presidente americano ha minimizzato le accuse contro Netanyahu: "Sigari e champagne, chi diavolo se ne importa", riferendosi alle accuse secondo cui il primo ministro avrebbe accettato regali costosi da uomini d'affari stranieri. "Questo è stato uno dei più grandi presidenti in tempo di guerra", ha detto Trump per giustificare la sua richiesta.

Il discorso è stato brevemente interrotto quando Ayman Odeh, un parlamentare arabo-israeliano del partito Hadash, ha mostrato un cartello con la scritta "Riconoscete la Palestina". Odeh e un altro deputato, Ofer Cassif, sono stati rapidamente scortati fuori dall'aula tra i cori di "Trump! Trump!" degli altri parlamentari. Quando l'ordine è stato ristabilito, Trump ha commentato laconicamente: "È stato molto efficiente".

Durante il suo intervento, Trump ha speso molte parole per lodare il suo inviato speciale Steve Witkoff, che ha definito "Henry Kissinger che non fa fughe di notizie", riferendosi al fatto che l'ex segretario di stato "era un grande informatore della stampa". Il presidente ha anche raccontato di un incontro tra Witkoff e il presidente russo Vladimir Putin che avrebbe dovuto durare 15-20 minuti ma si è protratto per cinque ore. "Tutti lo amano", ha detto Trump di Witkoff.

Il presidente ha ringraziato anche altri membri della sua squadra presenti in aula: il genero Jared Kushner, che "ama Israele", il segretario di stato Marco Rubio e il segretario alla guerra Pete Hegseth. Trump ha fatto notare di aver cambiato il titolo di Hegseth da "segretario alla difesa" a "segretario alla guerra", spiegando brevemente la sua decisione.

Nel suo discorso precedente a quello di Trump, Netanyahu aveva tracciato un bilancio della guerra iniziata il 7 ottobre 2023. "Ovunque abbiamo combattuto, abbiamo vinto", ha detto il primo ministro israeliano. Ma ha anche avvertito: "Devo dirvi: la campagna non è finita. Ci sono ancora grandissime sfide di sicurezza davanti a noi. Alcuni dei nostri nemici stanno cercando di ricostruirsi per attaccarci di nuovo. E come diciamo noi, 'ci stiamo lavorando'".

Netanyahu ha poi espresso la sua "gratitudine" a Trump per aver presentato una proposta che "riporta a casa tutti i nostri ostaggi", "pone fine alla guerra raggiungendo tutti i nostri obiettivi" e "apre la porta a un'espansione storica della pace nella nostra regione e oltre". Il primo ministro ha insistito sul suo impegno per la pace: "Signor presidente, lei è impegnato per questa pace. Io sono impegnato per questa pace. E insieme, signor presidente, raggiungeremo questa pace".

Il leader dell'opposizione israeliana Yair Lapid, nel suo breve intervento, ha echeggiato molti dei temi di Netanyahu, affermando che Trump dovrebbe ricevere il premio Nobel per la pace. "Quando è stato eletto, ha dichiarato che sarebbe stato 'il presidente della pace'. Ha mantenuto la parola", ha detto Lapid. "Il fatto che non le sia stato assegnato il premio Nobel per la pace è un grave errore del comitato, ma non avranno scelta, signor presidente. Dovranno assegnarglielo l'anno prossimo".

Lapid ha anche esortato i paesi islamici a fare la pace con Israele: "Arabia Saudita, Siria, altri: siamo qui per restare. Possiamo fare grandi cose insieme. Venite a parlare con noi". Ha poi aggiunto con un velato riferimento alla situazione politica interna: "Le sfide che ci attendono richiedono non solo forza, ma una nuova visione. È tempo di intraprendere una nuova strada".

Trump ha concluso il suo discorso con un appello all'unità tra Stati Uniti e Israele: "Dal primo giorno in cui Israele moderno è stato fondato, siamo stati insieme nel bene e nel male, nelle battute d'arresto, nella vittoria e nella sconfitta, nella gloria e nel dolore". "Costruiremo un'eredità di cui tutti i popoli di questa regione potranno essere orgogliosi", ha promesso, elencando una serie di legami futuri: "Nuovi vincoli di amicizia, cooperazione e commercio uniranno Tel Aviv a Dubai, Haifa a Beirut, Gerusalemme a Damasco".

Il presidente ha terminato tra gli applausi: "Amo Israele e sono con voi fino in fondo".

Trump è atteso in Egitto per un vertice sulla pace a Sharm el-Sheikh con oltre 20 leader mondiali, ma il suo discorso prolungato lo ha messo in ritardo di diverse ore. "Potrebbero non esserci più quando arrivo", ha scherzato Trump riferendosi ai leader in attesa. Il vertice, co-presieduto da Trump e dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, mira a discutere i prossimi passi per Gaza e la stabilità regionale.

L'accordo di cessate il fuoco, entrato in vigore venerdì, ha portato alla liberazione di tutti i 20 ostaggi ancora vivi. In cambio, Israele ha iniziato a rilasciare circa 2.000 prigionieri palestinesi: 250 che scontano ergastoli o lunghe pene e oltre 1.700 detenuti di Gaza mai accusati formalmente. I primi gruppi sono arrivati a Ramallah in Cisgiordania e a Gaza tra scene di commozione.

Restano a Gaza i corpi di 28 ostaggi deceduti. Il forum delle famiglie degli ostaggi ha però denunciato che solo quattro salme verranno restituite lunedì, definendo questa "una palese violazione dell'accordo da parte di Hamas" e chiedendo "un'azione immediata per correggere questa grave ingiustizia".

La guerra è iniziata con l'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 che ha ucciso circa 1.200 persone in Israele e ne ha rapite circa 250. In risposta, Israele ha invaso Gaza uccidendo circa 67.000 palestinesi secondo le autorità sanitarie locali che non distinguono tra civili e combattenti. La maggior parte dei due milioni di residenti di Gaza è stata sfollata più volte.

Nonostante i toni trionfalistici, molte questioni cruciali rimangono irrisolte. Hamas non ha ancora accettato di disarmarsi o di rinunciare al controllo di Gaza, due richieste centrali di Netanyahu per la fine della guerra. Il ministro della difesa israeliano Israel Katz ha dichiarato lunedì che la "sfida più grande" dopo la liberazione degli ostaggi sarà "la distruzione di tutti i tunnel del terrore di Hamas a Gaza", missione che ha detto verrà portata avanti "direttamente dalle forze militari israeliane e tramite il meccanismo internazionale che sarà stabilito sotto la guida e la supervisione degli Stati Uniti".

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