Trump annuncia dazi su Canada, Messico e Cina a partire da oggi
Trump ha deciso di imporre dazi del 25% su Canada, Messico e del 10% sulla Cina. Quelli del 25% potrebbero avere pesanti conseguenze per le economie dei due paesi.

Il presidente statunitense Donald Trump ieri sera dalla Casa Bianca ha annunciato che imporrà dazi del 25% su Canada e Messico e del 10% sulla Cina e che niente di quello che faranno i tre paesi può impedirlo.
"No, no. Non in questo momento, no", ha dichiarato Trump rispondendo alla domanda sulla possibilità di un rinvio dei dazi. Il presidente ha precisato che il petrolio canadese sarà soggetto a un'aliquota ridotta del 10%, ma ha anticipato l'arrivo di ulteriori dazi su petrolio e gas naturale a metà febbraio.
Trump ha anche detto che vuole imporre dazi contro l'Unione Europa "perché ci trattano molto male", ma per ora non ha preso una decisione su quando farlo. Dal 18 febbraio dovrebbe invece mettere dei dazi su chip, petrolio e gas e poi in futuro anche su acciaio, alluminio e rame.
Nel 2023 Canada e Messico hanno acquistato beni e servizi americani per 808 miliardi di dollari, mentre hanno esportato negli Stati Uniti merci per un valore di 1.010 miliardi. Il deficit commerciale degli USA con il Canada supera i 40 miliardi di dollari, mentre quello con il Messico è oltre i 162 miliardi.
Per Trump i dazi sono uno strumento per ridurre quello che definisce un deficit commerciale "ingiusto", aumentare la capacità produttiva nazionale attraverso una politica di "buy American" e generare entrate per il governo. La misura è inoltre una leva nelle negoziazioni su questioni come il controllo dell'immigrazione al confine meridionale.
La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha confermato che "il Presidente implementerà domani dazi del 25% sul Messico, del 25% sul Canada e del 10% sulla Cina per il fentanyl illegale che hanno permesso di distribuire nel nostro paese". I dettagli dei dazi dovrebbero arrivare oggi.
Secondo gli esperti del Kiel Institute for the World Economy, l'imposizione dei dazi potrebbe causare una contrazione del PIL del 4,1% sia per il Messico che per il Canada nel primo anno, considerando che circa tre quarti delle loro esportazioni totali sono dirette verso gli Stati Uniti. Il Peterson Institute for International Economics prevede conseguenze "catastrofiche" soprattutto per il Messico, data la sua maggiore dipendenza dal mercato americano.
L'introduzione dei dazi potrebbe anche destabilizzare le catene di approvvigionamento integrate del Nord America, dove i prodotti attraversano più volte i confini durante il processo produttivo.
La mossa ha provocato subito delle reazioni. Il primo ministro canadese Justin Trudeau ha annunciato che "il Canada risponderà immediatamente con decise contromisure", avvertendo che i canadesi potrebbero "affrontare tempi difficili nei prossimi giorni e settimane". Tra gli obiettivi della ritorsione ci sarà il succo d'arancia della Florida.
La presidente messicana Claudia Sheinbaum ha dichiarato che attenderà "a mente fredda" la decisione definitiva sui dazi, pur mantenendo aperto il dialogo sul confine. La Cina, attraverso un portavoce dell'ambasciata a Washington, ha espresso ferma opposizione ai nuovi dazi sottolineando che "non ci sono vincitori in una guerra commerciale o in una guerra tariffaria, che non serve gli interessi di nessuna delle parti né del mondo".