Trump annuncia dazi del 100% sui film girati all’estero: “Minaccia alla sicurezza nazionale”

Hollywood in allarme dopo l’annuncio del presidente, che denuncia gli incentivi stranieri come strumenti di propaganda contro gli Stati Uniti

Trump annuncia dazi del 100% sui film girati all’estero: “Minaccia alla sicurezza nazionale”

Il presidente Donald Trump ha annunciato domenica, con un post su Truth Social, l’intenzione di imporre un dazio del 100% su tutti i film prodotti al di fuori degli Stati Uniti. La misura, da lui definita una risposta necessaria agli incentivi fiscali offerti da altri Paesi per attrarre le produzioni cinematografiche, ha suscitato immediati timori a Hollywood.

Secondo quanto affermato da Trump, gli sforzi messi in campo da nazioni come il Regno Unito e il Canada per incentivare la produzione cinematografica rappresenterebbero non solo una minaccia economica ma anche un problema di sicurezza nazionale. “L’industria cinematografica americana sta MORENDO a una velocità impressionante”, ha scritto il presidente. “Questi incentivi internazionali sono un attacco concertato da parte di altre nazioni e, quindi, una minaccia alla sicurezza nazionale. Sono, oltre a tutto il resto, strumenti di messaggistica e propaganda!”

Il presidente ha dichiarato di aver autorizzato il Dipartimento del Commercio e il Trade Representative ad avviare immediatamente l’iter per l’introduzione del dazio. “Ci stiamo lavorando”, ha confermato su X il segretario al Commercio Howard Lutnick.

L’annuncio ha generato confusione nel settore cinematografico statunitense, che non ha ricevuto alcuna anticipazione o dettagli su come la nuova misura dovrebbe essere implementata. Diversi dirigenti degli studi hanno evidenziato la complessità tecnica di un’eventuale applicazione dei dazi a prodotti come i film, che non rientrano nella categoria dei beni materiali che passano fisicamente per i porti doganali. Resta quindi da chiarire come sarà valutato il valore di un film ai fini del dazio e quale sarà la soglia per considerarlo un “prodotto importato”.

Secondo l’Motion Picture Association, l’industria cinematografica statunitense ha generato nel 2023 un surplus commerciale di 15,3 miliardi di dollari, con saldi positivi in tutti i principali mercati esteri. Gran parte delle entrate per i film ad alto budget deriva dai mercati internazionali: eventuali dazi di ritorsione da parte di altri Paesi potrebbero quindi avere un impatto devastante sugli incassi globali degli studi americani.

Nel corso degli ultimi anni, la produzione cinematografica statunitense ha registrato un sensibile calo a livello domestico. Secondo la società di ricerca ProdPro, nel 2024 gli investimenti in produzioni cinematografiche e televisive con budget superiori a 40 milioni di dollari negli Stati Uniti sono diminuiti del 26% rispetto a due anni prima. Nello stesso periodo, invece, sono aumentati nel Regno Unito e in Canada, pur senza ancora superare il volume complessivo degli Stati Uniti.

Produzioni come Mission: Impossible – The Final Reckoning e Jurassic World Rebirth sono state girate prevalentemente o interamente all’estero. In particolare, Londra è diventata un centro nevralgico per le grandi produzioni hollywoodiane, grazie alla combinazione di incentivi fiscali, infrastrutture avanzate (come gli ampi teatri di posa) e manodopera anglofona qualificata. I Marvel Studios della Walt Disney Company stanno attualmente girando nella capitale britannica due sequel della saga degli Avengers.

A complicare ulteriormente il contesto è il fatto che l’industria cinematografica americana, oltre ad avere un peso culturale globale, è anche un motore economico importante per molte città statunitensi. In assenza di produzioni di film, migliaia di posti di lavoro e servizi correlati vengono messi a rischio.

Focus America non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.