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L'Europa cerca l'accordo, ma Trump non è interessato
L’Unione Europea tenta di raggiungere un’intesa con Washington prima dell’entrata in vigore dei dazi del 30% il 1° agosto. Ma la Casa Bianca mostra scarso interesse a negoziare.
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L’Unione Europea tenta di raggiungere un’intesa con Washington prima dell’entrata in vigore dei dazi del 30% il 1° agosto. Ma la Casa Bianca mostra scarso interesse a negoziare.
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Le nuove minacce tariffarie del presidente Trump colpiscono un ampio ventaglio di Paesi. Anche se i mercati reagiscono con cautela, gli effetti per alcuni settori potrebbero essere molto gravi, in particolare in Europa.
Sondaggi
Un sondaggio POLITICO-Public First mostra che una parte significativa dei sostenitori del presidente esprime dubbi sulle sue politiche protezionistiche, in particolare nei confronti di Pechino
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Il presidente statunitense ha fissato al 1° agosto l’entrata in vigore delle nuove misure commerciali, aumentando la pressione nelle trattative in corso.
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Il presidente americano annuncia nuove misure tariffarie contro Ottawa e minaccia ulteriori aumenti condizionati dall’evoluzione delle relazioni bilaterali.
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Il presidente americano alza i dazi al 50% sui prodotti brasiliani, accusa Lula di "caccia alle streghe" e minaccia nuove ritorsioni. Il Brasile promette una risposta, mentre Bolsonaro esulta.
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La misura scatterà il 1° agosto. La Casa Bianca giustifica la decisione con esigenze di sicurezza nazionale. Le quotazioni del metallo sono già salite del 10% a New York.
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Il presidente statunitense prevede una nuova ondata di dazi per rilanciare la produzione interna. Le aziende avranno un anno per trasferirsi negli Stati Uniti prima che le tariffe entrino in vigore.re
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Il presidente Trump ha minacciato nuovi dazi su oltre una decina di paesi, tra cui Giappone e Corea del Sud. Estesa al 1° agosto la scadenza per siglare accordi commerciali. I mercati reagiscono negativamente.
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Hanoi evita l’imposizione di dazi del 46% accettando una tassa doganale del 20% e aprendo il proprio mercato ai prodotti americani. Per Washington, un’intesa vantaggiosa sul piano commerciale e simbolico.
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Gli Stati Uniti alzano le barriere commerciali: crollano le importazioni, scende il dollaro, si riaccende lo scontro con Europa, Cina e paesi emergenti. L’inflazione resta stabile, ma l’economia globale rallenta.
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Via libera a un’intesa che abbatte le barriere tariffarie per auto e aerospazio, in cambio di un maggiore accesso al mercato britannico per i prodotti agricoli statunitensi