Steve Witkoff, inviato speciale di Trump, è stato criticato per il suo approccio diplomatico con Russia e Iran

L'ex avvocato immobiliarista, nominato da Trump come inviato per il Medio Oriente e negoziatore con la Russia, viene criticato sempre di più all'interno della Casa Bianca per la sua inesperienza diplomatica e per la gestione dei colloqui con Putin, Hamas e Iran senza adeguato supporto tecnico.

Steve Witkoff, inviato speciale di Trump, è stato criticato per il suo approccio diplomatico con Russia e Iran

Steve Witkoff, inviato speciale del presidente Trump per il Medio Oriente, è finito sotto i riflettori e le critiche a causa del suo insolito approccio diplomatico. Ex avvocato ed investitore immobiliare, sta conducendo frequentemente incontri delicati con leader stranieri, tra cui il presidente russo Vladimir Putin, senza il supporto del tradizionale entourage diplomatico e spesso affidandosi addirittura ai traduttori forniti dal Cremlino.

Questo metodo, secondo quanto riportato dal New York Post, sta suscitando crescenti preoccupazioni all'interno dell'Amministrazione americana.

L'ultimo incontro con Putin ha visto Witkoff salutare il leader russo come un vecchio amico, senza la presenza dei consueti consiglieri, esperti e ufficiali militari americani. Al contrario, Putin era accompagnato dall'aiutante Yury Ushakov e dal capo del fondo sovrano di Mosca, Kirill Dmitriev. John Hardie, direttore del programma Russia della Foundation for Defense of Democracy, ha osservato come chiunque coinvolto in simili trattative trarrebbe beneficio dalla presenza di esperti di questioni russe.

Le critiche interne sono state anche più dure. Un ex membro della prima Amministrazione Trump ha definito Witkoff "una brava persona, ma un idiota maldestro" che non dovrebbe gestire simili trattative da solo. Pur celebrato dai suoi sostenitori come un negoziatore tenace, Witkoff sembra già oberato dagli impegni relativi al Medio Oriente, inclusi i delicati negoziati tra Israele e Hamas, e dall'arduo tentativo di revisione degli accordi con l'Iran sul nucleare.

Il mandato diplomatico di Witkoff era partito con successo grazie a una tregua di due mesi mediata tra Israele e Hamas, entrata in vigore alla vigilia del giuramento del presidente Trump. Tuttavia, il suo tentativo di estendere questa tregua è fallito. Dopo aver creduto di avere un accordo per il rilascio di ostaggi e il prolungamento del cessate il fuoco, Witkoff ha dovuto affrontare il rifiuto improvviso di Hamas. "Credevo fossimo a un passo, ed evidentemente non lo eravamo", ha dichiarato il diplomatico alla trasmissione "Fox News Sunday".

La sua inesperienza è stata sottolineata anche da Shiri Fein-Grossman, ex capo degli affari regionali presso il Consiglio di Sicurezza Nazionale israeliano, che ha espresso preoccupazione per la sua presunta incomprensione degli obiettivi ideologici di attori come Hamas e l'Iran.

La situazione diplomatica di Witkoff si è ulteriormente complicata quando è stato nominato ambasciatore straordinario con autorità per negoziare direttamente con Mosca la fine della guerra in Ucraina, mentre il tenente generale in pensione Keith Kellogg è rimasto responsabile delle trattative con Kyiv. L'ex ambasciatore americano in Russia, Michael McFaul, ha accusato Witkoff di agire come un semplice "postino per Putin", sottolineando la sua tendenza a ripetere le narrative propagandistiche del Cremlino, incluso il sostegno all'annessione russa di territori ucraini come Donetsk, Kherson, Luhansk e Zaporizhzhia.

Anche nei negoziati indiretti con l'Iran, Witkoff ha creato ulteriori tensioni. Dopo recenti colloqui in Oman, ha ipotizzato una soluzione simile all'accordo nucleare di Obama, che permetterebbe a Teheran di mantenere i propri impianti nucleari a condizione di limitare l'arricchimento di uranio. Una posizione che ha sollevato aspre critiche, tra cui quella dell'ex consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, John Bolton, che ha definito le trattative di Witkoff con l'Iran "uno spreco di ossigeno".

Nonostante ciò, la Casa Bianca continua a difendere l'operato di Witkoff, definendo le critiche come un semplice "capriccio" e lodandone gli sforzi per garantire la liberazione di cittadini americani detenuti all'estero.

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