Stati Uniti ed Europa preparano nuove sanzioni contro la Russia in risposta alla crisi ucraina
Nonostante l’apparente cautela pubblica del presidente Trump, Washington e le capitali europee si muovono in modo coordinato.

Gli Stati Uniti e iprincipali governi europei stanno coordinando le loro azioni in risposta alla crescente crisi ucraina e si preparano a imporre nuove sanzioni contro la Russia se il presidente Vladimir Putin non cesserà immediatamente gli attacchi militari e non darà avvio a negoziati concreti. A riportarlo è Bloomberg.
I leader europei hanno minacciato apertamente nuove misure restrittive nei confronti di Mosca. Sabato scorso, i capi di governo di Germania, Francia, Regno Unito e Polonia si sono recati a Kiev per esprimere sostegno al presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Durante la visita hanno lanciato un chiaro ultimatum a Putin: se la Russia non interromperà gli attacchi entro lunedì, partiranno i preparativi per nuove sanzioni economiche.
Un funzionario europeo ha dichiarato a Bloomberg che il presidente Donald Trump, sebbene non abbia assunto pubblicamente la stessa linea dura dei leader europei, ha approvato la dichiarazione congiunta e, in ambito privato, ha lasciato intendere che gli Stati Uniti si muoveranno all’unisono con gli alleati del Vecchio Continente. Questo includerebbe anche l’eventuale imposizione di ulteriori misure sanzionatorie nei confronti della Russia.
L’obiettivo principale dei leader occidentali è ottenere un cessate il fuoco a partire da lunedì. In assenza di una risposta positiva da parte di Mosca, sia l’Unione Europea sia gli Stati Uniti si dichiarano pronti ad adottare una risposta definita “decisa” da un alto funzionario europeo. Quest’ultimo ha precisato che Washington sostiene pienamente l’impostazione europea sulla crisi in corso.
A seguito dell’appello congiunto dei leader europei e delle autorità ucraine, con il sostegno di Washington, per una tregua di 30 giorni a partire dal 12 maggio, il presidente russo Putin ha proposto di riavviare i negoziati con l’Ucraina a Istanbul, dichiarando di essere disposto a partecipare a un incontro “senza condizioni preliminari”. Tuttavia, non sono ancora stati resi noti i dettagli relativi alla delegazione russa che prenderà parte ai colloqui.
Il presidente Zelensky ha accettato l’invito e ha annunciato l’intenzione di recarsi a Istanbul il 15 maggio per partecipare ai colloqui. La decisione è maturata anche in seguito a un invito diretto da parte del presidente Trump, che ha esortato Kiev ad avviare un confronto negoziale con Mosca. In un messaggio pubblicato sulla piattaforma Truth Social, Trump ha affermato che “Putin non vuole concludere un accordo di cessate il fuoco, ma vuole incontrarsi giovedì in Turchia per discutere una possibile fine del bagno di sangue. L’Ucraina deve accettare immediatamente”.
Nello stesso intervento, Trump ha sostenuto che l’incontro potrebbe servire a stabilire se le parti sono, almeno in linea di principio, disposte a discutere seriamente la pace. In caso contrario, ha aggiunto, i leader europei e gli Stati Uniti potranno trarre le necessarie conclusioni e agire di conseguenza.
Anche il Congresso degli Stati Uniti si prepara a rafforzare la pressione su Mosca. Il senatore repubblicano Lindsey Graham, considerato un alleato del presidente, ha dichiarato che entrambi i partiti stanno sostenendo una proposta di legge bipartisan volta a imporre nuove sanzioni “devastanti” contro la Russia. Il disegno prevede, tra le altre misure, l’applicazione di dazi del 500% sulle importazioni provenienti da Paesi che continuano ad acquistare petrolio, gas, prodotti petroliferi o uranio dalla Russia.