Si vota per le primarie a New York: sfida tra Cuomo e Mamdani

L’ex governatore vuole tornare dopo lo scandalo, Mamdani propone una politica nuova. Si vota oggi, ma il risultato finale arriverà solo a luglio.

Si vota per le primarie a New York: sfida tra Cuomo e Mamdani

Oggi, 24 giugno, si vota a New York per scegliere il candidato del Partito Democratico alle elezioni per il sindaco. È una sfida incerta e i due favoriti – Andrew Cuomo e Zohran Mamdani – rappresentano due visioni molto diverse per il futuro della città. Uno è un politico esperto e conosciuto, l’altro è un giovane attivista che vuole cambiare tutto.

Il vincitore di queste primarie ha altissime probabilità di diventare il prossimo sindaco, perché New York è una città dove il Partito Democratico è molto più forte degli altri. Anche se il sindaco in carica, Eric Adams, non partecipa a questa corsa come Democratico (si ricandida da indipendente), il candidato scelto oggi sarà quasi sicuramente il favorito alle elezioni generali di novembre.

Chi sono i due principali candidati

Andrew Cuomo ha 67 anni ed è stato governatore dello Stato di New York dal 2011 al 2021. È figlio di Mario Cuomo, anche lui ex governatore, e ha costruito la sua carriera come politico esperto, pragmatico e centrista. Ha però lasciato la carica nel 2021 dopo essere stato accusato di molestie sessuali da 11 donne. Cuomo ha sempre negato le accuse e oggi cerca un ritorno in politica, promettendo “competenza e capacità di governare” in un periodo difficile per la città.

Zohran Mamdani ha 33 anni, è deputato nell’Assemblea dello Stato e si definisce socialista democratico. È nato in Uganda da una famiglia indiana musulmana ed è cresciuto a New York. La sua campagna è cominciata con poche risorse e poche aspettative, ma ha guadagnato sempre più consensi, soprattutto tra i giovani e le fasce sociali più colpite dalla crisi. Mamdani propone trasporti pubblici gratuiti, un blocco degli aumenti degli affitti e una politica più inclusiva per tutti i cittadini.

Come funziona il sistema di voto

A New York non basta ottenere più voti degli altri per vincere. Dal 2021 si usa un sistema chiamato ranked choice voting (voto a scelta multipla). In pratica, chi vota può scegliere fino a cinque candidati, in ordine di preferenza.

Se un candidato ottiene più del 50% delle “prime scelte”, vince subito. Ma se nessuno raggiunge questa soglia, il meno votato viene eliminato e i suoi voti vengono assegnati al secondo nome indicato in ciascuna scheda. Questo processo continua finché non rimangono solo due candidati. Alla fine, uno dei due supera l’altro e vince.

È un sistema pensato per premiare chi riesce ad attrarre anche i voti “secondari”, cioè non solo i sostenitori diretti ma anche quelli di altri candidati minori.

Come sta andando la gara

Secondo i sondaggi, Cuomo è in leggero vantaggio nelle “prime scelte”, ma non dovrebbe superare il 50% al primo turno. Questo significa che si passerà ai turni successivi, con la possibilità che Mamdani recuperi grazie ai voti arrivati da altri candidati esclusi.

La media degli ultimi sondaggi dà Cuomo al 40% al primo turno e Mamdani al 29%, mentre al turno finale Cuomo dovrebbe prevalere di circa 8-9 punti con un 54% contro il 46%. Solo un sondaggio di Emerson dà Mamdani avanti nell'ultimo turno.

Il risultato di Mamdani riflette la forza della rete costruita da Mamdani, che ha ricevuto il sostegno di importanti figure della sinistra americana come la deputata Alexandria Ocasio-Cortez, il senatore Bernie Sanders e la procuratrice Letitia James.

Cuomo, invece, è appoggiato da figure centriste e dai sindacati. Il suo comitato elettorale ha speso milioni in pubblicità, soprattutto per attaccare Mamdani, accusato di voler “definanziare la polizia” e di avere poca esperienza amministrativa. Cuomo dice che New York ha bisogno di qualcuno “che sappia governare” e che possa affrontare con fermezza il presidente Donald Trump.

Un’elezione sotto i riflettori

Questa elezione ha attirato l’attenzione nazionale. Cuomo rappresenta l’establishment politico, mentre Mamdani è invece il volto di una nuova generazione di politici che vogliono cambiare radicalmente il modo in cui la città è governata.

La campagna è stata molto accesa, anche per le tensioni internazionali che si sono riflesse nella politica locale. Cuomo è un sostenitore deciso di Israele e ha promesso di contrastare l’antisemitismo. Mamdani ha difeso i diritti dei palestinesi e ha raccontato di aver ricevuto minacce islamofobe durante la campagna.

C’è stato anche un episodio che ha fatto discutere: il controllore comunale Brad Lander, un altro dei candidati, è stato brevemente arrestato da agenti federali mentre accompagnava una persona fuori da un tribunale per l’immigrazione.

Cosa aspettarsi nelle prossime settimane

I seggi resteranno aperti oggi dalle 6 del mattino alle 21. I risultati dei voti espressi come “prima scelta” saranno disponibili già nella notte. Ma il conteggio completo, con i voti redistribuiti nei turni successivi, inizierà il 1° luglio e serviranno diversi giorni per avere un vincitore ufficiale. I risultati definitivi sono attesi per il 14 luglio.

Questa è solo la seconda volta che New York usa il sistema del voto a scelta multipla per eleggere il sindaco, e l’esito è incerto fino all’ultimo. Ma una cosa è certa: chi vincerà oggi molto probabilmente guiderà la città nei prossimi quattro anni.

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