Senato bloccato sul voto contro i dazi di Trump: respinta la risoluzione Dem

Solo tre repubblicani si schierano con i democratici. La misura avrebbe annullato i dazi del 10% su tutte le importazioni, ma si è fermata a un voto di parità.

Senato bloccato sul voto contro i dazi di Trump: respinta la risoluzione Dem

Il Senato degli Stati Uniti ha respinto mercoledì una risoluzione che mirava a cancellare i dazi del 10% imposti dal presidente Donald Trump su tutte le merci importate nel Paese. La misura è stata bocciata con un voto di 49 a 49. Solo tre senatori repubblicani — Susan Collins del Maine, Lisa Murkowski dell’Alaska e Rand Paul del Kentucky — hanno votato a favore insieme ai democratici, che non sono però riusciti a ottenere il sostegno sufficiente anche a causa dell’assenza del senatore Sheldon Whitehouse, democratico del Rhode Island, in viaggio di ritorno dalla Corea del Sud.

La risoluzione avrebbe revocato i poteri di emergenza utilizzati dal presidente per introdurre unilateralmente dazi su larga scala, colpendo indistintamente sia Paesi alleati sia rivali strategici degli Stati Uniti. Sebbene l’iniziativa avesse comunque scarse possibilità di superare l’esame della Camera dei Rappresentati, attualmente a maggioranza repubblicana, il voto al Senato rappresentava per i democratici un tentativo concreto di opporsi alla linea protezionista della Casa Bianca.

Il risultato della votazione è da considerarsi una vittoria per Trump e per i leader repubblicani del Senato, che hanno esercitato forti pressioni per evitare che i democratici ottenessero un’affermazione simbolica e politica. Secondo fonti interne sentite dai media, la leadership del partito ha lavorato attivamente per convincere i senatori più moderati a non sostenere la risoluzione, temendo un indebolimento dell’autorità presidenziale in materia di commercio internazionale.

La decisione del Senato è arrivata nello stesso giorno in cui il Department of Commerce ha diffuso dati economici negativi: l’economia americana si è contratta dello 0,3% nel primo trimestre dell’anno, registrando la prima flessione su base trimestrale da tre anni a questa parte. La coincidenza temporale ha alimentato ulteriormente il dibattito sulle conseguenze delle politiche commerciali adottate dall’amministrazione.

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La contrazione del Pil statunitense riflette l’impennata delle importazioni nel tentativo delle imprese di anticipare i dazi voluti dal presidente Trump. Aumenta l’incertezza, rallenta la spesa dei consumatori, sale la pressione sulla Federal Reserve.

Il senatore Rand Paul, uno dei tre repubblicani che hanno votato a favore della risoluzione, ha detto che la questione potrebbe tornare al centro del dibattito nei prossimi mesi, soprattutto in caso di un peggioramento dei dati economici. “È comunque un dibattito che vale la pena fare,” ha dichiarato, “perché, sai, se tra un mese avremo dazi massicci e un crollo dei mercati azionari, e non abbiamo avuto un buon primo trimestre di crescita, e se sarà ancora peggio nel secondo trimestre, la gente inizierà a chiedersi: ‘È una buona politica o è una cattiva politica?’”.

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