Scatta lo shutdown negli Stati Uniti, il governo federale chiude i battenti

Prima paralisi dal 2018: democratici e repubblicani non trovano l'accordo sulla sanità, 750mila dipendenti federali in congedo forzato

Scatta lo shutdown negli Stati Uniti, il governo federale chiude i battenti
Photo by Andy Feliciotti / Unsplash

Gli Stati Uniti sono entrati in shutdown, una situazione che per noi italiani può sembrare incredibile: il governo federale ha letteralmente chiuso i battenti mercoledì a mezzanotte ora italiana. Lo shutdown è una paralisi totale delle attività governative che scatta quando il Congresso americano non riesce ad approvare in tempo la legge di bilancio per finanziare le operazioni del governo. È come se in Italia il Parlamento non approvasse la legge di bilancio e tutti i ministeri, gli uffici pubblici e i servizi statali dovessero chiudere da un giorno all'altro.

Il meccanismo è peculiare del sistema americano. Ogni anno il Congresso deve approvare le leggi di spesa che autorizzano il governo a utilizzare i fondi pubblici. Se entro la scadenza del 30 settembre (fine dell'anno fiscale) non si trova un accordo, per legge il governo non può più spendere un centesimo e deve sospendere tutte le attività non essenziali. È una misura estrema prevista dalla Costituzione americana per garantire che il potere esecutivo non possa spendere denaro senza l'autorizzazione del Congresso.

Questa volta lo scontro è sulla sanità. I democratici, che sono minoranza in entrambe le camere ma hanno abbastanza voti al Senato per bloccare le leggi, chiedono l'estensione dei sussidi dell'Obamacare in scadenza a fine anno e il ripristino dei tagli a Medicaid (il programma sanitario per i poveri) contenuti nella legge fiscale voluta da Trump. Senza questi sussidi, fino a 15 milioni di americani potrebbero perdere la copertura sanitaria e 24 milioni vedrebbero i premi assicurativi aumentare del 75%.

I repubblicani si rifiutano di cedere. John Thune, leader della maggioranza al Senato, accusa i democratici di tenere in ostaggio il governo per ottenere concessioni sulla sanità. Il vicepresidente JD Vance ha dichiarato che "penso che andremo verso uno shutdown perché i democratici non fanno la cosa giusta".

Le conseguenze pratiche sono drammatiche. Circa 750mila dipendenti federali civili sono stati mandati a casa senza stipendio. È il cosiddetto "furlough", un congedo forzato non retribuito che durerà fino alla riapertura del governo. Altri lavoratori considerati essenziali - militari, controllori del traffico aereo, agenti dell'FBI - devono continuare a lavorare ma non riceveranno lo stipendio fino a quando il Congresso non approverà nuovi finanziamenti.

I servizi pubblici si dividono in due categorie. Quelli essenziali continuano: la sicurezza nazionale, il controllo del traffico aereo, le forze dell'ordine federali. Quelli non essenziali chiudono: i musei nazionali Smithsonian, molti parchi nazionali, gli uffici che rilasciano passaporti, le ispezioni ambientali e alimentari non urgenti. La previdenza sociale e Medicare (l'assicurazione sanitaria per gli anziani) continuano perché hanno fonti di finanziamento separate. Anche le poste restano aperte perché si autofinanziano.

Il presidente Trump ha minacciato di usare lo shutdown come arma politica. "Possiamo fare cose durante lo shutdown che sono irreversibili e negative per loro", ha dichiarato martedì, riferendosi ai democratici. Ha promesso di licenziare definitivamente "un gran numero di persone" invece di metterle in congedo temporaneo come si è sempre fatto. Russell Vought, direttore del bilancio della Casa Bianca, ha ordinato alle agenzie di prepararsi a "riduzioni di forza", termine burocratico per licenziamenti di massa.

È una mossa senza precedenti. Tradizionalmente durante gli shutdown i dipendenti vengono messi in congedo temporaneo e poi richiamati con il pagamento degli arretrati quando il governo riapre. Trump vuole invece usare la crisi per ridurre permanentemente le dimensioni del governo federale, un obiettivo da sempre caro ai conservatori americani.

L'atmosfera politica è avvelenata. Trump ha pubblicato un video creato con l'intelligenza artificiale per deridere i leader democratici Chuck Schumer e Hakeem Jeffries. Nel video, Jeffries appare con baffi finti e sombrero mentre una voce distorta attribuita a Schumer pronuncia volgarità e false accuse sui democratici che vogliono dare assistenza sanitaria gratuita agli immigrati clandestini. Jeffries ha risposto pubblicando una foto di Trump con Jeffrey Epstein, il finanziere morto in carcere nel 2019 mentre attendeva il processo per traffico sessuale.

Non è la prima volta che gli Stati Uniti vanno in shutdown. È già successo quattro volte sotto Trump, incluso il più lungo della storia: 35 giorni tra dicembre 2018 e gennaio 2019. In quel caso lo scontro era sul finanziamento del muro al confine con il Messico. Lo shutdown finì quando i disagi negli aeroporti, con lunghe code ai controlli di sicurezza, divennero insostenibili.

Per gli americani comuni l'impatto è pesante. Chi aveva programmato visite ai parchi nazionali o ai musei trova porte chiuse. I veterani non ricevono alcuni servizi. Le piccole imprese non possono ottenere prestiti federali. Persino la pubblicazione di dati economici cruciali, come il rapporto mensile sull'occupazione previsto per venerdì, rischia di essere rinviata.

I sindacati dei dipendenti federali hanno già fatto causa all'amministrazione Trump, sostenendo che i licenziamenti di massa durante uno shutdown violano la legge. "È immorale e illegale", ha dichiarato Everett Kelley, presidente del principale sindacato dei dipendenti governativi.

Lo shutdown può finire solo quando il Congresso approva una nuova legge di finanziamento. Ma al Senato i repubblicani hanno 53 seggi su 100 e ne servono 60 per superare l'ostruzionismo. Hanno bisogno di almeno sette voti democratici. Per ora nessuna delle due parti sembra disposta a cedere.

Per un italiano è difficile immaginare una situazione simile. È come se il governo, i ministeri, le questure, i tribunali civili, i musei statali chiudessero tutti insieme perché maggioranza e opposizione non trovano un accordo sul bilancio. È uno dei paradossi del sistema politico americano: pensato per limitare il potere del governo attraverso pesi e contrappesi, può portare alla paralisi totale quando i partiti non trovano compromessi.

L'ultima volta lo shutdown durò 35 giorni. Questa volta, con Trump che minaccia di usarlo per ridimensionare permanentemente il governo federale e i democratici determinati a difendere la sanità pubblica, la battaglia potrebbe essere ancora più lunga e dolorosa.

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