RFK Jr vuole lasciar correre indisturbata l’epidemia di influenza aviaria
Il Segretario alla Salute Kennedy propone di abbandonare l’abbattimento dei volatili infetti. Scientific American riporta le critiche degli esperti a questo piano.
Negli Stati Uniti, l’epidemia di influenza aviaria H5N1 negli allevamenti di pollame ha scatenato un acceso dibattito interno all’Amministrazione Trump.
Come riportato da Scientific American, il Segretario alla Salute e ai Servizi Umani, Robert F. Kennedy Jr. (RFK Jr.), ha suggerito una soluzione radicale: abbandonare la strategia di abbattimento dei volatili infetti, lasciando che il virus si diffonda liberamente tra il pollame per individuare e preservare eventuali esemplari immuni.
Gli esperti hanno definito questa proposta “folle” e scientificamente insostenibile.
“Assolutamente no, non per questa malattia”, ha dichiarato Rocio Crespo, veterinaria esperta in pollame presso la North Carolina State University.
“È un’idea assurda”.
Una malattia devastante per il pollame
Attualmente, il protocollo adottato negli Stati Uniti prevede l’abbattimento immediato dei volatili infetti e un rimborso economico da parte del Dipartimento dell’Agricoltura agli allevatori.
Questa politica è basata su solide evidenze scientifiche: il ceppo H5N1 è altamente letale, causando una mortalità del 90-100% nei polli entro soli tre o quattro giorni.
“È una malattia devastante che colpisce ogni singolo organo dei polli”, afferma Crespo.
Matt Koci, immunologo e virologo della stessa Università di Crespo, spiega che il virus agisce troppo rapidamente perché gli animali sviluppino anticorpi, rendendo impossibile acquisire una qualsiasi forma di immunità naturale.
“La resistenza genetica nei polli e nei tacchini semplicemente non esiste”.
Perché la proposta non funzionerebbe
Anche per malattie avicole con un decorso più lento, trovare forme di resistenza genetica si è dimostrato estremamente difficile.
Huaijun Zhou, professore dell’Università della California a Davis, ha lavorato sulla malattia di Newcastle senza individuare “soluzioni miracolose”.
Con l’influenza aviaria, il successo sarebbe ancor meno probabile vista l’altissima mortalità.
Secondo Koci, la proposta di Kennedy denota una profonda incomprensione del sistema produttivo avicolo.
I polli destinati al mercato alimentare, infatti, non partecipano al processo riproduttivo e dunque selezionare tra loro eventuali sopravvissuti non influenzerebbe affatto la genetica delle generazioni successive.
Inoltre, l’abbandono dell’abbattimento comporterebbe la chiusura di importanti mercati internazionali, con conseguenti danni economici enormi per l’industria avicola americana.
“Chick-fil-A, Kentucky Fried Chicken e tutte le cene a base di pollo? Dimenticatevele”, avverte Crespo.
Storicamente, abbattimento e contenimento hanno permesso di gestire efficacemente l’influenza aviaria negli Stati Uniti fin dagli anni ‘80.
Tuttavia, il ceppo attuale ha trovato nuovi vettori, tra cui uccelli selvatici non migratori e alcuni mammiferi, complicando il contenimento del virus durante tutto l’anno.
Rischio anche per gli umani?
Al momento i ricercatori stanno lavorando per migliorare l’efficacia delle vaccinazioni.
Attualmente, i vaccini disponibili riescono a mantenere in vita gli animali, ma non prevengono completamente l’infezione.
In questo contesto, secondo quanto riporta Scientific American, anche il Segretario all’Agricoltura Brooke Rollins ha mostrato interesse per la strategia proposta da RFK Jr.
Emily Hilliard, portavoce del Dipartimento della Salute, ha dichiarato che “l’abbattimento espone gli operatori al massimo rischio. La soluzione è una rigorosa biosicurezza, non l’abbattimento massiccio.”
Gli esperti, tuttavia, rispondono che permettere al virus di circolare liberamente aumenterebbe drasticamente la presenza virale nell’ambiente, incrementando così il rischio di contagio anche per gli esseri umani.
Secondo Koci, lasciare diffondere il virus significherebbe “comprare più biglietti della lotteria per un potenziale ceppo pandemico anche per gli umani.”