Perché ora Trump vuole abbattere la dittatura venezuelana
Dopo le elezioni rubate del 2024, l'amministrazione ha intensificato la pressione su Maduro con attacchi aerei, operazioni della CIA e minacce di invasione. Otto imbarcazioni distrutte e 34 morti segnano un cambio di strategia.
Gli Stati Uniti hanno distrutto otto imbarcazioni al largo del Venezuela e ucciso oltre trenta persone dall'inizio di settembre. Il presidente Trump ha autorizzato la Central Intelligence Agency a condurre operazioni segrete all'interno del paese. Ha dichiarato esplicitamente di considerare operazioni sul territorio venezuelano con truppe americane. Ufficialmente l'obiettivo è colpire il narcotraffico, ma il vero scopo è rovesciare Nicolás Maduro.
Il cambio di strategia ha una data precisa: luglio 2024. Il Venezuela tenne elezioni presidenziali. L'opposizione, guidata da María Corina Machado, vinse con un margine schiacciante secondo i conteggi indipendenti. Maduro rifiutò di accettare la sconfitta e si proclamò vincitore. La frode fu così evidente che persino alleati storici del regime, come il Brasile, non riconobbero il risultato. Seguì una repressione brutale: 28 morti, migliaia di arresti. L'opposizione pubblicò copie dei verbali elettorali che dimostravano la vittoria, guadagnando riconoscimento internazionale. Ma Maduro rimase al potere.
Questo è il punto di svolta. Per la prima volta in molti anni, Washington ha deciso di non limitari a sanzioni economiche o sostegno all'opposizione. Trump ha deciso di usare la forza militare. L'amministrazione ha riclassificato il governo venezuelano non come un governo sovrano ma come un'organizzazione criminale dedita al narcotraffico. Questa mossa permette agli Stati Uniti di giustificare azioni che normalmente violerebbero il diritto internazionale. I funzionari governativi venezuelani vengono trattati come terroristi o criminali da eliminare senza processo.
La strategia è chiara: creare un clima di paura e tensione a Caracas per provocare fratture nella struttura di potere di Maduro. Gli Stati Uniti hanno accumulato una forza militare consistente nei Caraibi. Mercoledì scorso il segretario alla difesa Pete Hegseth ha annunciato l'espansione degli attacchi anche nell'Oceano Pacifico orientale, uccidendo altre due persone.
Trump è andato molto oltre rispetto al suo primo mandato. Tra il 2017 e il 2021 aveva lanciato una campagna di "massima pressione" contro Maduro. Riconobbe il leader dell'opposizione come presidente legittimo. Bandì il petrolio venezuelano dagli Stati Uniti. Rese impossibili le transazioni finanziarie per il governo venezuelano, precipitando una crisi economica devastante. Ma la strategia non funzionò. Maduro si aggrappò al potere, intensificando la repressione e rafforzando i legami con Cina e Russia. La popolazione comune soffrì, ma il regime resistette.
Per Trump quanto successo con le elezioni rappresenta un fallimento delle strategie precedenti. Le sanzioni economiche non bastano. Il riconoscimento internazionale dell'opposizione non basta. Serve l'azione militare.
All'interno dell'amministrazione esistono però divisioni profonde. Marco Rubio, segretario di stato, vuole concentrarsi sui cartelli della droga. La sua teoria è che eliminando le reti criminali che sostengono Maduro, il regime crollerà da solo senza bisogno di rovesciarlo direttamente. Altri funzionari, come il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz e il responsabile per il Sudamerica Mauricio Claver-Carone, spingono per un cambio di regime diretto. Vogliono che l'esercito venezuelano si sollevi contro Maduro e consegni il potere a Machado.
La radice del conflitto risale a Hugo Chávez, predecessore di Maduro. Chávez era un leader nazionalista di sinistra che divenne sempre più autoritario. Riempì di suoi sostenitori la Corte suprema e l'esercito, criminalizzò il dissenso, espulse l'ambasciatore americano. Usò la ricchezza petrolifera del Venezuela per sfidare gli Stati Uniti nella regione, insultando pubblicamente George W. Bush e portando avanti alleanze con Iran, Russia e Cina. Washington rispose con sanzioni graduali, nel tentativo di creare condizioni per una vittoria democratica dell'opposizione. Ma la strategia fallì. Maduro prese il potere nel 2013 e lo mantiene da dodici anni, sopravvivendo a proteste di massa, tentativi di colpo di stato militare, la recessione economica più profonda al mondo fuori dalle zone di guerra nella storia moderna, e un blackout nazionale durato una settimana.
Trump ritiene di poter riuscire dove altri hanno fallito. Il Venezuela vive una sensazione di assedio. La popolazione si aspetta che quanto accaduto finora sia solo la prima fase di una campagna militare prolungata. È difficile distinguere tra piani reali e guerra psicologica, ma in molti credono che questa volta potrebbe essere diverso, proprio per la minaccia militare. Mai prima d'ora il paese più potente della Terra aveva minacciato un'invasione diretta.
I rischi sono enormi. Lo scenario ottimista prevede che l'esercito venezuelano abbandoni Maduro e consegni il potere a Machado. Ma esistono esiti molto più probabili e pericolosi. Maduro potrebbe essere sostituito da qualcuno ancora più duro, più oppressivo e più ostile a Washington. Un vuoto di potere potrebbe scatenare caos nelle regioni periferiche, dove operano gang criminali e gruppi armati colombiani. La violenza risultante potrebbe provocare una nuova ondata migratoria verso la Colombia, destabilizzando quel paese.
Le questioni legali sono altrettanto preoccupanti. Gli Stati Uniti bombardano imbarcazioni in acque internazionali, trattando presunti criminali come combattenti nemici. Molti esperti legali considerano questo una violazione del diritto internazionale. Le persone uccise sono eliminate senza prove e senza processo. Il precedente è pericoloso in quanto non riguarda solo il Venezuela, ma cosa succede quando il paese più potente del mondo designa un governo sovrano come organizzazione criminale e agisce di conseguenza. Gli Stati Uniti hanno praticato l'interventismo per decenni, con attacchi con droni in Medio Oriente e detenzioni a Guantánamo. Ma quello che accade in Venezuela rappresenta un'escalation. Eliminazioni in pieno giorno senza prove o processo. Il rischio è che questo diventi la nuova normalità.