Pentagono sempre più in crisi dopo che Hegseth è stato accusato di aver condiviso ulteriori informazioni riservate su Signal

L'ex portavoce John Ullyot descrive una situazione di "caos totale" al Dipartimento della Difesa. Il Segretario Hegseth sotto indagine per l'uso inappropriato di Signal, mentre tre alti funzionari sono stati licenziati in circostanze controverse.

Pentagono sempre più in crisi dopo che Hegseth è stato accusato di aver condiviso ulteriori informazioni riservate su Signal

Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti sta attraversando un momento di instabilità senza precedenti. Al centro delle tensioni si trova il Segretario alla Difesa Pete Hegseth, accusato di aver condiviso nuove informazioni sensibili su operazioni militari in una chat privata su Signal con familiari e il proprio avvocato. La rivelazione, pubblicata ieri sera dal New York Times, ha messo in dubbio la tenuta della leadership del Pentagono, già scossa da precedenti scandali.

Secondo quanto riportato dal quotidiano newyorkese, Hegseth avrebbe divulgato ulteriori dettagli riservati su imminenti attacchi nello Yemen all’interno di una chat privata creata a gennaio, prima della sua conferma ufficiale come Segretario alla Difesa. Tra i partecipanti alla chat figurano sua moglie — ex produttrice di Fox News — suo fratello e il suo avvocato personale. Le fonti, rimaste anonime, avrebbero confermato la natura riservata delle informazioni condivise, che riguardavano operazioni contro i ribelli Houthi.

Il portavoce del Pentagono, Sean Parnell, ha respinto fermamente le accuse. In un post pubblicato su X, Parnell ha dichiarato che i rapporti pubblicati dai media sono basati esclusivamente sulle affermazioni di ex funzionari recentemente licenziati, insinuando che ci sia un tentativo deliberato di ostacolare l’agenda politica del Segretario Hegseth e del presidente Trump.

"Non c'erano informazioni classificate in alcuna chat di Signal, non importa in quanti modi cerchino di scrivere la storia".

Licenziamenti ai vertici e tensioni interne

Parallelamente allo scandalo, però, si è verificato un significativo riassetto all'interno del team di comando del Pentagono. A partire da giovedì, tre funzionari di alto livello — Dan Caldwell, Colin Carroll e Darin Selnick — sono stati licenziati dopo essere stati posti in congedo amministrativo a seguito di un’indagine interna su presunte "divulgazioni non autorizzate" di informazioni classificate. A guidare l’indagine è stato Joe Kasper, capo di gabinetto di Hegseth, che ha poi lasciato il suo incarico per assumere un nuovo ruolo all’interno del Dipartimento.

I tre ex funzionari hanno risposto alle accuse con una dichiarazione congiunta pubblicata da Caldwell su X, in cui affermano di non essere stati informati sui dettagli delle indagini a loro carico.

"Non ci è stato ancora detto di cosa esattamente siamo stati oggetto di indagine, se esiste ancora un'indagine attiva, o se ci sia stata persino una vera indagine sulle 'fughe di notizie'".

I tre accusano inoltre “funzionari anonimi del Pentagono” di aver diffamato la loro reputazione con affermazioni infondate.

Ullyot: “Un collasso totale della leadership del Pentagono”

Le tensioni interne sono state confermate anche da John Ullyot, ex portavoce del Dipartimento della Difesa, che ha lasciato il suo incarico pochi giorni prima della pubblicazione dello scandalo. In una intervista pubblicata su Politico, Ullyot ha descritto il mese appena trascorso come "un completo collasso della leadership del Pentagono", aggiungendo che la situazione è ormai diventata un problema per l’Amministrazione Trump.

Secondo Ullyot, l’attuale clima all’interno del Dipartimento rende difficile immaginare una permanenza prolungata di Hegseth nel suo ruolo. Ha inoltre affermato di essersi dimesso spontaneamente, in contrasto con la versione fornita da alcuni funzionari che sostenevano fosse stato sollecitato a lasciare. Ullyot ha criticato con durezza lo staff di Hegseth, accusandolo di diffondere "falsità totali, facilmente smontabili, in modo anonimo sui loro colleghi in uscita".

Il cambio di posizione di Ullyot appare particolarmente significativo, considerando che solo quattro mesi fa aveva espresso pieno sostegno alla nomina di Hegseth, definendolo "la scelta migliore per riformare il Pentagono". Durante il suo incarico, Ullyot era stato coinvolto in una controversa operazione di rimozione di contenuti legati alla diversità, equità e inclusione dal sito ufficiale del Dipartimento, provocando polemiche per l'eliminazione temporanea di immagini di figure storiche come Jackie Robinson.

Una crisi di continuità nella leadership

I recenti licenziamenti si aggiungono a un’altra ondata di epurazioni che aveva già colpito l’apparato militare a febbraio. Allora erano stati rimossi diversi alti ufficiali, tra cui il generale C.Q. Brown, ex capo di Stato Maggiore, l’ammiraglio Lisa Franchetti, responsabile delle operazioni navali, l’ammiraglio Linda Fagan, comandante della Guardia Costiera, e il generale James Slife, numero due dell’Aeronautica.

Nel frattempo, l’ispettore generale del Pentagono ha avviato un’indagine formale sul comportamento di Hegseth. Il focus principale resta proprio l’uso dell’applicazione Signal per comunicazioni che potrebbero aver incluso dati classificati relativi a operazioni militari. L’insieme delle vicende solleva seri interrogativi sulla sicurezza delle comunicazioni interne al Dipartimento della Difesa sotto la guida di Hegseth, così come sulla tenuta della catena di comando e sulla trasparenza nei processi di nomina e gestione delle crisi.

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